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The Economist: vu cumprà un Pinochet?

9 luglio 2010 (MoviSol) - Quei lettori che ci accusano di esagerare la minaccia di fascismo mondiale, o la polemica contro la "nuova giunta dei colonnelli" dell'UE, farebbero bene a sfogliare l'ultimo numero del The Economist, l'organo della City di Londra posseduto dai Rothschild. In un rapporto speciale sul debito, intitolato "In un buco", The Economist descrive due soluzioni fasciste alternative al collasso finanziario mondiale.

Citando Dani Rodrik, un economista di Harvard, il rapporto scrive che egli "ha parlato di un 'trilemma' in cui i paesi che perseguono i tre obiettivi di integrazione economica, sovranità nazionale e politica democratica, possono raggiungerne due ma non tutti e tre. Lasciati a se stessi, gli elettori resisteranno ai sacrifici necessari per rimanere competitivi in un sistema di profonda integrazione economica, e gli stati nazionali erigono costantemente barriere al commercio internazionale. Un modo di eliminare quelle barriere sarebbe instaurare una sorta di governo federale globale. Un altro sarebbe insediare uno 'Stalin del libero mercato' – una figura sul modello del cileno Augusto Pinochet – che costringerebbe i cittadini del suo paese ad accettare le costrizioni del mercato globale, compreso il ripagamento dei debiti".

Benché sostenga di non ritenere "attraente" alcuna delle opzioni, l'Economist nota che per ridurre i debiti ci vuole "qualche dura decisione politica".


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