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Gioia

Editoriale di Jacques Cheminade
21 luglio 2010

Alla società francese manca ormai il morale. Il denaro regna sovrano, dappertutto. Le più alte autorità dello Stato dànno l'esempio, tra favoritismi e conflitti d'interesse. È il momento che François Fillon ha scelto per rompere il "tabu semantico" del governo e pronunciare la parola 'rigore'. "Rigore, rigore, rigore, se volete ve lo ripeto", ha cinicamente irriso il Primo Ministro [francese], a distanza di migliaia di chilometri dal suo Paese. S'è impegnato a ridurre il deficit dell'8% del PIL previsto per questo anno, del 3% di quello previsto per il 2013, cioè di circa 100 miliardi d'euro in tre anni, cosa che presuppone il saccheggio dello stato sociale (previdenza sociale, aiuti per l'occupazione, ecc.) e delle dotazioni in favore delle regioni e dei dipartimenti, e la soppressione delle assunzioni negli ospedali, dei rimborsi delle nuove medicine e delle possibilità di ammissione ai ricoveri di lunga degenza, e l'aumento delle tariffe per le analisi mediche e per le operazioni, come quelle per curare le cataratte. Si tratta dello smantellamento del programma del Consiglio Nazionale della Resistenza, voluto dai vari Danis Kessler e dai vari Michel Pébereau.

Questo rigore risparmia la finanza. Così il primo luglio, la Banca Centrale Europea, alla scadenza di un prestito massiccio di 442 miliardi di euro alle banche, ha rinnovato gli "stanziamenti di liquidità" a tutti gli istituti che ne avevano bisogno.

Sarkozy e Fillon adottano così la disastrosa politica di Pierre Laval del 1935, o quella che nel 1995 Alain Juppé cercò di imporre. Nonostante ciò, non sono i soli a volerlo. Non fanno altro che riprendere, su scala nazionale, ciò che è stato praticato in Germania, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Questo non li scagiona affatto, ma dimostra un punto: che Barack Obama, David Cameron, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy se ne devono andare, tutti insieme, e il più presto possibile.

Il caso britannico è particolarmente indicativo. La riduzione della spesa pubblica del 40% prevista da Londra, costituiscono i tagli più draconiani che siano mai stati messi in opera in una democrazia occidentale. Polizia, pompieri, trasporti, energia, università, sostegni alle imprese, tutti questi settori ne saranno colpiti. Gli edifici scolastici sono posti nella categoria degli "sprechi". I circoli prossimi al governo hanno elaborato il concetto di "modo di pensare medievale". In altre parole, si distrugge lo Stato nazionale e i suoi strumenti, il servizio e il diritto pubblico, e vi si sostituisce la gestione locale di una moltitudine di feudalità lasciate a sé stesse, con vari baroni, corporazioni, reti, suzerain e vassalli. È quasi incredibile, ma si tratta delle tesi del "re filosofo dei conservatori", Phillip Blond.

Non vediamo, tuttavia, accadere la stessa cosa in casa nostra? Il mondo non è forse già nella mani di baroni regionali e dipartimentali? La loro cecità e la loro sufficienza, tragicomiche nell'affaire Bettencourt, derivano dalla convinzione che il vento della storia soffi dalla loro parte.

Eh no, si sbagliano! Il loro sistema, in questa bella estate del 2010, sta vacillando sulle sue stesse fondamenta. Non può continuare. La scelta è tra il caos, se lasceremo tutto nelle mani di queste guide, e il ritorno al mondo della creatività, del lavoro e del miglioramento dell'uomo e della natura. Si tratta di qualcosa di terribile. Il prossimo 7 settembre segnerà una tappa, a condizione che noi diamo un orizzonte alla collera del popolo. Non è sufficiente scartare coloro che lo meritano, bisogna fornire le basi dell’immaginazione e comunicare la gioia di un progetto a coloro che domani saranno responsabili.


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