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Germania: il caso Sarrazin e il nuovo pericolo populista

12 settembre 2010 (MoviSol) - Il caso dell'ex assessore alle Finanze di Berlino Thilo Sarrazin e del suo libro razzista sono al centro di una gigantesca operazione politica e mediatica in Germania, mirata sia a distogliere l'attenzione dalla crisi finanziaria ed economica, sia a neutralizzare l'opposizione popolare, manipolando quella che è una genuina rabbia popolare e trasformandola in impulsi distruttivi e xenofobi. Il libro di Sarrazin affronta veri problemi di integrazione, ma sostiene che essi non siano risolvibili perché l'intelligenza dei popoli è geneticamente ereditaria. Per di più, i popoli meno intelligenti prolifererebbero più di quelli intelligenti, così che il futuro della Germania, sostiene Sarrazin, è minacciato a breve termine dall'egemonia degli immigrati turchi e arabi. Queste aberrazioni hanno goduto di immensa promozione televisiva e sulla carta stampata, e generato una certa dose di riprovazione a livello politico. Come conseguenza, la Bundesbank ha chiesto al Presidente della Repubblica di sollevare Sarrazin dall'incarico che attualmente detiene nel consiglio direttivo della stessa. Nel frattempo, però, grazie al suo appello populistico, il libro di Sarrazin è esaurito nelle librerie.

In realtà, le tesi darwiniane di Sarrazin non sono niente di nuovo: esse si basano sugli stessi presupposti diffusi dalla dottrina di "Scontro delle civiltà" di Samuel Huntington o dell'agente dell'Arab Bureau britannico Bernard Lewis, che nel 2004 annunciò che l'Europa sarebbe presto divenuta parte dell' "occidente arabo". In una dichiarazione pubblicata il 5 settembre, Helga Zepp LaRouche si è chiesta quali siano le intenzioni dietro il baccano mediatico. "Il Sarrazin show", ha scritto, "si presta egregiamente per mettere da parte il dibattito pubblico sui responsabili della crisi finanziaria, gli speculatori ad alto rischio, i pacchetti di salvataggio finanziati con denaro dei contribuenti, come pure i suggerimenti per una reale soluzione alla crisi e, invece, offre la ricerca di capri espiatori".

Allo stesso tempo, il frastuono dei media alimenta il progetto di un partito populistico di destra, un "Tea-party tedesco", la cui accettazione da parte dell'opinione pubblica è già stata testata con sondaggi condotti dal settimanale Focus nel luglio scorso. In quell'articolo, fu addirittura pubblicata una lista di possibili membri del nuovo partito, che dopo l'escalation del caso Sarrazin si è arricchita di tre figure prominenti: l'attuale ministro della Difesa Karl-Theodor von Guttenberg, l'ex governatore dello stato dell'Assia Roland Koch e l'ex capogruppo parlamentare della CDU Friedrich Merz. Se questi personaggi facciano veramente parte del progetto non è dato sapere. Ma almeno alcuni di loro si sono qualificati per il compito con i loro attacchi allo stato sociale.

Gli sviluppi tedeschi devono comunque essere visti nel contesto europeo. In Francia, il presidente Sarkozy pesca nell'elettorato del Front Nationale con la sua politica di espulsione degli immigrati rom, e partiti populisti di destra o xenofobi hanno ottenuto affermazioni elettorali in molti paesi. Anche se non bisogna fare di tutt'erba un fascio – infatti esponenti di questi partiti hanno difeso le loro popolazioni contro la brutale politica di austerità dell'UE - pur tuttavia, "Il pericolo sta nel tentativo", ha dichiarato Helga Zepp LaRouche, "nell'attuale crisi da collasso del monetarismo, di incanalare la rabbia esistente nella popolazione nella direzione del razzismo e, allo stesso tempo, di sferrare l'attacco allo stato sociale. L'esperienza degli anni trenta dovrebbe averci insegnato la lezione che da questa miscela possono nascere sviluppi fascisti e grandi catastrofi".


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