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Viene sospesa un'infame sessione del Congresso con un non voto su Glass-Steagall

7 ottobre 2010 (MoviSol) - Il 29 settembre la Camera dei Rappresentanti ha votato di sospendere i lavori parlamentari il giorno dopo e fino al 15 novembre, nonostante l'intensa mobilitazione del movimento di LaRouche (LaRouche PAC): migliaia di leader locali e cittadini preoccupati avevano contattato il proprio congressista per chiedergli di non sospendere i lavori fino a quando non fosse stata approvato il ripristino della legge Glass-Steagall.

Come nel caso di leggi precedenti, in particolare la riforma sanitaria, la Casa Bianca di Obama, sostenuta dalla Speaker della Camera Nancy Pelosi, ha dovuto esercitare fortissime pressioni sui membri del Congresso, compresi i democratici, per chiudere il dibattito. In effetti, quando il primo voto si è concluso con un testa a testa, 209-209, con 39 democratici che hanno votato con i repubblicani contro la sospensione dei lavori parlamentari, la Pelosi ha dovuto far pesare il suo voto, cosa molto insolita al Congresso, per portare i Sì a 210. Mentre i repubblicani insistono sulla questione della riduzione delle tasse, molti dei 39 democratici erano sostenitori della legge Glass-Steagall, e prolungare la sessione avrebbe consentito al movimento di LaRouche di proseguire la sua campagna sull'urgenza di approvare tale legge. In entrambi gli schieramenti al Congresso, molti sono d'accordo sull'urgenza di Glass-Steagall, e sono stati presentati tre disegni di legge in questo senso. Ma, ancora una volta, la codardia ha prevalso sulla ragione.

Nel frattempo il Presidente Obama sta conducendo la propria campagna elettorale nella speranza di evitare che il 2 novembre i democratici perdano la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Le sue apparizioni in pubblico si sono rivelate tuttavia un disastro. Moltissimi sostenitori di Obama hanno stigmatizzato la sua incredibile "mancanza di comprensione" per le sofferenze del popolo americano, definendolo il suo "deficit di empatia". Messo di fronte alle dure critiche dei suoi ex elettori, Obama continua a ripetere narcisisticamente che la sua presidenza è quella che ha avuto più successi nella storia recente, e invita il popolo "a credere in lui". Ma a 20 mesi dall'inizio del suo mandato non è stato fatto niente per salvare l'economia, bensì sono stati regalati miliardi alle banche e alle compagnie di assicurazione; questo è davvero chiedere troppa "fede".

In effetti, tre nuovi sondaggi resi noti l'ultima settimana di settembre indicano un crescente sostegno all'abrogazione della riforma sanitaria di Obama, col 40-47% degli interpellati a favore dell'abolizione di molte delle misure previste dalla riforma. Nel frattempo, la Commissione Fiscale di 18 membri creata da Obama per imporre tagli al bilancio per decreto (cui è stato affibbiato il nomignolo di "Commissione Kitekat" perché le sue raccomandazioni costringerebbero i poveri ed i pensionati a mangiare cibo per gatti) ha deciso di rimandare le proprie conclusioni a dopo le elezioni. Il parlamentare afro-americano John Conyers ha dichiarato il 30 settembre che la Commissione dovrebbe "tenere via le zampe" dalla previdenza sociale. Parlava a nome di 104 colleghi, provenienti da un ampio spettro, che hanno scritto una lettera al Presidente Obama esigendo "nessun taglio al bilancio, nessun aumento dell'età pensionabile, nessuna privatizzazione" delle pensioni.

Quanto all'attacco ai poveri, una legge promossa da Michelle Obama migliorerebbe i pasti degli scolari provenienti da famiglie indigenti, però a spese dei fondi del programma buoni pasto per le famiglie con un reddito basso. Questo è stato troppo perfino per la Camera, che si è rifiutata di dibattere una legge così assurda. Si noti il fatto che con la crisi la porzione di americani che fanno affidamento sui buoni pasto è aumentata ad uno su otto!


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