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Helga Zepp LaRouche chiede un'iniziativa per salvare Haiti

26 novembre 2010 (MoviSol) - Una mobilitazione internazionale per la salvezza del popolo haitiano e per la ricostruzione economica, chiamata "Operazione Frederick Douglass", è stata proposta da Helga Zepp LaRouche, fondatrice dello Schiller Institut, il 19 novembre, in un audio messaggio registrato per una imminente conferenza su Haiti. "Non agendo quando si può equivale al genocidio", ha dichiarato.

L'iniziativa prende il nome da un grande ex schiavo americano vissuto dal 1818 al 1895. Frederick Douglass si batté incessantemente per l'emancipazione dei neri d'America dalla schiavitù e dall'ignoranza. Douglass fu console generale USA in Haiti. "Non c'è un nome migliore per augurare un migliore futuro da Haiti", ha dichiarato Zepp LaRouche.

L'attuale catastrofe è dovuta "alla mancanza di solide infrastrutture e alla mancanza delle fondamenta elementari per lo sviluppo urbano. Perciò, la ricostruzione di Haiti deve mirare a costruire infrastrutture, città, industrie e agricoltura. E ciò deve avvenire nel contesto dei progetti NAWAPA e PLHINO [negli USA e in Messico]. Dobbiamo pensare in termini di 25 anni di sviluppo, di una generazione di sviluppo per Haiti, e dobbiamo prendere un solenne impegno".

Prendendo di mira l'inerzia di Obama, Zepp LaRouche ha dichiarato: "Se il presidente Obama non può esprimere empatia con i sofferenti e contattare immediatamente il governo di Haiti, offrire un trattato e dispiegare il genio militare; se non è in grado di sviluppare quell'empatia deve immediatamente fare spazio a un presidente che può farlo".

L'iniziativa di Zepp LaRouche ha fatto seguito ad un appello urgente, trasmesso su LPAC TV, di Charles Luckson, portavoce del movimento giovanile haitiano Corejen. Luckson ha tracciato un quadro drammatico degli avvenimenti nel paese, con la diffusione dell'epidemia di colera. Oltre all'orrore dei decessi, la popolazione è in preda al panico e si rivolge non solo contro le truppe ONU, ma anche contro chi erige centri di cura dei malati di colera. La città di Cap Haitien, dove vive Luckson, è diventata un centro di disordini, blocchi stradali e repressione poliziesca, e il personale medico è stato costretto ad allontanarsi per precauzioni di sicurezza.

Luckson ha detto che le cifre ufficiali sui decessi, circa un migliaio, è ampiamente sottostimata. Secondo lui la cifra vera varia tra i 2.200 e i 3.000, una stima basata sui resoconti di chi, provenendo da fuori città, vede i cadaveri ai margini delle strade. L'epidemia si è già estesa alla Repubblica Domenicana, che, come Haiti, non conosceva il colera da oltre 50 anni.

Come ha notato Luckson, tutto ciò avrebbe potuto essere evitato, se il governo USA avesse ascoltato Lyndon LaRouche, che fece concrete proposte di azione al tempo del terremoto in gennaio. Il Presidente Obama non ha fatto niente per aiutare Haiti, ha detto Luckson. Dobbiamo rassegnarci a morire? Ha chiesto.


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