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La Commissione Europea e Trichet si rifiutano di fermare la speculazione

26 febbraio 2011 (MoviSol) - Con i prezzi delle derrate alimentari di base alle stelle in tutto il mondo, per la mancanza di scorte e per la speculazione incontrollata, Lyndon LaRouche ha ribadito il 14 febbraio il suo appello per mettere un tetto ai prezzi del cibo. Il processo iperinflazionistico sta spingendo il denaro speculativo verso i mercati delle commodities, e ne deriva tale esplosione dei prezzi. E questo in un momento in cui, stando alla Banca Mondiale, quasi un miliardo di persone in tutto il mondo, quasi un sesto della popolazione mondiale, patiscono la fame e un altro miliardo è malnutrito. "Abbiamo bisogno di un tetto internazionale ai prezzi del cibo", ha dichiarato LaRouche. "Dobbiamo congelare i prezzi del cibo imponendo subito un tetto! Le situazioni in Egitto e Tunisia sono solo un avvertimento".

L'appello di LaRouche per mettere fine alla speculazione sul cibo era stato echeggiato negli ultimi due anni dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Ora sembra che si stiano svegliando anche i suoi colleghi europei. Un avvertimento simile è giunto dal ministro tedesco dell'Agricoltura, Ilse Aigner, durante il suo discorso di apertura alla fiera agricola annuale a Berlino, il 20 gennaio: le rivolte per il cibo e la destabilizzazione dei paesi del Nord Africa, ha dichiarato, indicano la necessità di regolamentare e proteggere i beni agricoli dagli speculatori. La signora Aigner e i ministri dell'Agricoltura degli altri 26 paesi dell'UE hanno inviato una richiesta alla Commissione Europea affinché appronti tali regole: ma la Commissione si è rifiutata, con l'assurda motivazione che non è la speculazione a causare l'inflazione dei prezzi del cibo!

Tuttavia, la situazione è diventata così drammatica dalla fine di gennaio che la proposta di bandire la speculazione sul cibo è stata messa all'ordine del giorno del G20 iniziato il 18 febbraio a Parigi. Il ministro delle Finanze indonesiano Agus Martowardojo ha dichiarato al G20: "auspichiamo che il forum del G20 eserciti pressioni sui mercati in modo che non ci siano più speculatori, o industrie finanziarie o non finanziarie, che speculano sulle derrate alimentari… A livello del G20, a lungo termine, chiediamo ai paesi di creare un fondo per aumentare la produttività del cibo, ma a breve termine, dobbiamo mandare un messaggio alle industrie finanziarie e non finanziarie che speculano sui prezzi del cibo, così come all'industria dei futures, per fare in modo che non destabilizzino i prezzi".

Il ministro francese dell'Agricoltura Bruno Le Maire ha confermato la necessità di un limite alla speculazione: "Va imposto. È inaccettabile che ci siano persone che creano artificialmente carenze di cibo e si approprino di questa o quella quantità di derrate alimentari al solo scopo di fare dei profitti, mentre milioni di persone patiscono la fame". I governi europei sembra si siano accorti del disastro dei prezzi alimentari provocato dall'uomo, ma non hanno intrapreso alcun passo concreto.

Peggio: Jean-Claude Trichet, che guida il vero governo UE, ha girato i pollici contro. Parlando alla stazione radio francese Europe 1 il 20 febbraio, Trichet ha affermato: "Non possiamo fare niente contro l'aumento attuale dei prezzi dell'energia e delle merci, ma dobbiamo fare di tutto per evitare quelli che chiamiamo gli effetti di ritorno". E quali sarebbero gli effetti di ritorno? "Sto pensando all'intera gamma degli altri prezzi, compresi, naturalmente, i salari". Aumentare i salari "sarebbe la cosa più sciocca da fare", ha affermato brutalmente.

La BCE potrebbe fermare la speculazione in un baleno, basta chiudere il rubinetti del denaro facile. La liquidità costantemente pompata nel sistema si riversa nella speculazione sulle derrate alimentari, come mostrano tutti i diagrammi. L'UE stessa ha pubblicato le seguenti cifre: gli "investimenti" nei mercati delle commodities erano 15 miliardi di dollari nel 2003, essi sono schizzati a 300 miliardi nel 2008 e da allora continuano a salire. Alla borsa mercantile di Chicago, l'85% dei traders non hanno nessuna attività nel settore alimentare.

Persino i grandi produttori suonano il campanello d'allarme: il 16 febbraio, la divisione svizzera di Kraft Foods, il secondo più grande produttore di cibo mondiale, ha emesso un comunicato che denuncia gli hedge funds accusandoli di pompare enormi volumi di capitale nelle derrate alimentari dalla metà del 2007, causando un'inflazione nei prezzi mai vista prima. Ciò minaccia di danneggiare la sicurezza delle forniture alimentari, ha ammonito Kraft Foods, chiedendo una regolamentazione che escluda gli speculatori dai mercati dei prodotti agricoli.


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