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Gli Stati Uniti impegnati in una battaglia impossibile per pareggiare il bilancio

30 giugno 2011 (MoviSol) - Il 1 luglio segna l'inizio dell'anno fiscale 2012 per 46 stati americani, tutti impegnati nel tentativo di attuare misure per "gestire" i debiti e le spese per le funzioni essenziali nel bel mezzo del crollo delle entrate fiscali e dell'aumento della spesa sociale. Nonostante le prove sempre più evidenti, gli amministratori non hanno ancora capito che l'austerità non crea la crescita e non risolve i problemi.

Negli Stati Uniti a tutti gli stati, eccetto il Vermont, viene chiesto per legge di "pareggiare" il bilancio e non viene loro consentito di creare il credito, che è una prerogativa del governo federale. Negli ultimi tre anni di crollo economico, gli stati hanno cercato di pareggiare il bilancio tagliando un totale di 430 miliardi di dollari di spesa, nel disperato tentativo di ridurre la spesa con la stessa velocità con cui crollavano anche le entrate. Ma la situazione non è migliorata, al contrario.

In tutto il paese la spesa prevista per l'anno fiscale 2012 è inferiore a quella del 2008. E anche coi tagli, si stima che nei 21 stati che non hanno ratificato il bilancio entro metà giugno, la spesa prevista dovrà subire un taglio di altri 103 miliardi di dollari. E questo senza contare la spada di Damocle di svariati miliardi di passivi non finanziati per le pensioni, prestiti presi per la cassa integrazione, ed altri obblighi. Il non pagamento di questi ultimi farebbe saltare per aria il sistema finanziario in qualsiasi momento.

A peggiorare le cose, il 30 giugno l'amministrazione Obama ha deciso di annullare miliardi di dollari di aiuti federali agli stati, previsti dal cosiddetto pacchetto di stimolo, che negli ultimi tre anni aveva garantito un flusso totale di 150 miliardi di dollari dal centro alla periferia. Il 30 giugno scade anche il finanziamento straordinario a Medicaid (l'assistenza sanitaria per gli indigenti) autorizzato nell'agosto 2010, che ha garantito 10 miliardi di dollari di risorse extra dal gennaio al giugno 2011. Sono colpiti dalla mannaia dei tagli al bilancio anche i finanziamenti ai programmi per la lotta contro l'AIDS.

Inoltre, Obama ha mantenuto il tasso di 75:25 per finanziare la ricostruzione dopo i disastri (75% dal governo, 25% dagli stati) anche se centinaia di contee e governi statali non hanno i mezzi per pagare le devastazioni provocate dalle ultime settimane di tornado e alluvioni.

Nell'esaminare la situazione il 23 giugno, Lyndon LaRouche ha fatto notare che c'è una "crisi costituzionale" e che "Obama è finito". Entro il 10 luglio, ha detto, a meno che non venga adottato qualche rimedio magico per affrontare temporaneamente il problema, si disintegrerà l'intero sistema di governo americano. Ma anche i rimedi magici hanno vita breve. Siamo al capolinea. C'è bisogno di fondi federali per far funzionare gli stati, ma Obama non li concederà, e per questo lui se ne deve andare e la Glass-Steagall deve essere varata.


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