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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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I veri americani si rivoltano contro il golpe di Obama

15 agosto 2011 (MoviSol) - Anche se è riuscito ad ottenere la maggioranza al Congresso sull'accordo per il debito, Obama ha procurato una frattura insanabile nel Partito Democratico e nel paese. Lo testimoniano alcune dichiarazioni di parlamentari che hanno votato "no," che riportiamo di seguito.

John Conyers, leader storico dei congressisti di colore e del movimento per i diritti civili, ha attaccato il Presidente Obama per aver sacrificato la Social Security (previdenza) e ha proposto una marcia di protesta sulla Casa Bianca. Conyers è anche uno dei cofirmatari della proposta di legge per ripristinare Glass-Steagall (HR 1489), assieme ad autorevoli membri del "Black Caucus," il gruppo dei parlamentari di colore, come Maxine Waters, Barbara Lee, Charles Rangel, Marcia Fudge, Danny Davis, Al Green, Edolphus Towns, Jesse Jackson Jr. e Bobby Rush.

Parlando il 27 luglio ad una conferenza del gruppo "Uscire dalla povertà," Conyers ha detto: "Dobbiamo educare il popolo americano nello stesso tempo in cui educhiamo il Presidente degli Stati Uniti. Non sono stati i repubblicani, non è stato il presidente della Camera Boehner o il capogruppo Cantor a chiedere di includere i tagli alla previdenza sociale nell'accordo sul bilancio. È stato il Presidente degli Stati Uniti a farlo. La mia risposta [ad Obama] sarà di radunare migliaia di persone di fronte alla Casa Bianca per protestare."

Il 1 agosto, durante il dibattito alla Camera dei Rappresentanti, due parlamentari democratici hanno ben descritto gli aspetti liberticidi della legge. Maxine Waters ha direttamente sollevato l'aspetto di anticostituzionalità del "Supercongresso." "Sono preoccupata del precedente stabilito da questo 'supercommissione, che minaccia il nostro processo democratico con la sua struttura anticostituzionale," ha affermato chiamandolo il "peggior esempio di politica pubblica" che sia mai uscito dal Congresso. L'on. Pete Stark ha dichiarato che la legge "Conferisce le difficili decisioni [di bilancio] ad un 'supercommissione' di dodici membri del Congresso, che avranno il compito di trovare altri 1,5 miliardi di dollari da tagliare. Queste dodici persone avranno il potere di tagliare le pensioni, trasformare la mutua Medicare in un tagliando e mettere Medicaid nel dimenticatoio."

Il più duro di tutti è stato forse il senatore Dick Durbin, il numero due democratico nel Senato, che da sempre svolge il compito di convincere i riluttanti a votare per leggi impopolari. Durbin ha citato Amleto: "La coscienza fa di tutti noi dei codardi." Egli ha sottolineato i danni che la legge farà a cittadini innocenti e si è detto "perplesso" per l'ordine al comitato dei 12 di trovare mille miliardi di tagli in dieci settimane.

"Un paragrafo mi turba particolarmente," ha detto: il Senato e la Camera devono votare sull'"Emendamento per il pareggio del bilancio" entro il 31 dicembre, ma non c'è traccia di tale emendamento nella legge! Ancor peggio, i diktat dei dodici non possono essere emendati nella commissione, o in aula al Senato o alla Camera. "Prendere o lasciare," ha detto Durbin, aggiungendo di immaginarsi il vecchio senatore Byrd al suo fianco, con la Costituzione in mano, "la sola cosa che abbiamo giurato di rispettare." Byrd parlerebbe di violazione "vergognosa" della Costituzione, sottolineando che ci è proibito modificare una sola parola dei dodici. Ha concluso affermando: "Voterò per questa legge con cuore appesantito," facendo capire che aveva fatto ricorso al personaggio di Amleto per difendersi dall'accusa di tradimento con le attenuanti di follia!

Fuori dal Congresso, un articolo di Ryan Grim sull'Huffington Post ha sviscerato le implicazioni fasciste della sezione della legge che introduce il "supercongresso," scrivendo che esso "sarebbe molto meno rendicontabile del sistema che esiste oggi, e avrà più mano facile per privare il pubblico dei benefici popolari." Un commento pubblicato a piè dell'articolo faceva riferimento alla legge dei pieni poteri del 1933 in Germania (Ermächtigungsgesetz), votata dal Parlamento e firmata dal Presidente Hindenburg.

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