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Schäuble è alla frutta?

3 settembre 2011 (MoviSol) - Durante una discussione pubblica con l'ex Cancelliere tedesco Helmut Schmidt nel corso di una conferenza a Francoforte il 25 agosto l'attuale Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha nuovamente stupito il pubblico con alcune incredibili osservazioni che indicano come egli non sembri più in grado di comprendere gli effetti delle sue dichiarazioni, dopo la "fuga di notizie" sul suo piano per il Fondo di Stabilità Finanziario Europeo (EFSF).

Secondo un breve resoconto alla pagina 14 del Frankfurter Allgemeine Zeitung del 27 agosto, Schäuble avrebbe detto che in futuro le nazioni dell'eurozona metteranno in comune (vergemeinschaften) le loro politiche fiscali. "Gli scopi dell'euro non sono quelli di mettere in comune le politiche monetarie, ma ad un certo punto anche alcune parti delle loro politiche fiscali". In futuro, la legittimità democratica potrebbe non promanare solamente dai parlamenti nazionali, né questo significherà la formazione di un nuovo stato nazionale fondato sulla comune politica monetaria. Piuttosto, secondo Schäuble, "dobbiamo creare qualcosa di nuovo".

A proposito del piano per l'espansione dell'EFSF, egli ha detto che si tratta semplicemente di un lavoro di routine atto a realizzare l'espansione del trattato, che i governi hanno deciso in giugno. Ha negato che ci fosse un piano segreto. Nel rapporto della rivista Focus c'è una sua citazione: egli avrebbe semplicemente informato alcuni politici dello stato dei negoziati in corso a Bruxelles e la ragione per cui il piano non è incluso nei documenti ministeriali è che la sua realizzazione a livello nazionale non sarebbe affatto soggetta alle decisioni di Bruxelles.

Tra tutte le osservazioni sul futuro dell'Europa, la più degna di nota è l'attacco alla previsione di Alan Greenspan secondo cui l’Euro è destinato ad un rapido collasso. Schäuble gli ha risposto: "Se fossi un americano, mi chiederei piuttosto se il dollaro potrà esistere nei prossimi dieci anni". "I paesi anglo-sassoni non hanno mai capito" come l'Europa potesse adottare una politica monetaria comune senza formare un nuovo stato nazionale. Ha respinto l'attacco alla BCE del Presidente tedesco Christian Wulff, sostenendo che è necessario "rispettare l'indipendenza della banca centrale".

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