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Gerry Adams chiede un New Deal e la liberazione dell'Irlanda

11 settembre 2011 (MoviSol) - Per la prima volta, il congresso nazionale (Ard Feish) del partito Sinn Fein si è tenuto nel nord del Paese e ha ospitato un intervento di un esponente del clero protestante, il reverendo David Latimer, il quale al termine del suo discorso ha abbracciato il vice ministro Martin McGuinness, esponente del partito, che aveva affermato l'importanza di imparare ad amare i fratelli unionisti.

Con il titolo "Verso una Nuova Repubblica" al congresso si è parlato apertamente di unificazione dell'Irlanda. Il principale relatore, il presidente del Sinn Fein Gerry Adams, ha affermato che "Unire l'Irlanda ha senso dal punto di vista economico; ha senso politico; rispecchia il buon senso" e che il Sinn Fein incontrerà il favore degli elettori, sia al nord che al sud, cooperando con i cattolici, con i protestanti e con i laici.

Adams ha espresso il suo appello con un diretto riferimento al New Deal di Roosevelt. Ha detto che il progetto dell'euro è in grave crisi e ha domandato: "Il popolo irlandese ha diritto di sapere se il governo abbia un piano di contingenza in caso di collasso della valuta unica?" Secondo Adams il popolo desidera una vera repubblica e spera nella liberazione da interferenze esterne, che esse siano di Londra, del FMI o dell'Unione Europea. Ha infatti citato il famoso laburista James Connolly, che disse: "I britannici non hanno alcun diritto di stare qui, non l'ebbero [in passato] e giammai l'avranno in Irlanda".

La cosa migliore che il governo britannico possa fare è andarsene, lasciando gli irlandesi liberi di perseguire i propri obiettivi, sostiene Adams. Sinn Fein è per la sovranità economica e rifiuta qualunque trasferimento di poteri all'Unione Europea.

Quando gli elettori gettarono il partito di governo Fianna Fail nella pattumiera della storia e centomila persone scesero in piazza per chiedere una versione irlandese della legge Glass-Steagall e che gli obbligazionisti venissero "bruciati", Lyndon LaRouche commentò: "Se l'Irlanda dicesse semplicemente di no al salvataggio, cadrebbe l'intero sistema dell'euro". Come ha detto chiaramente Adams al congresso, la gente elesse in buona fede il governo composto da esponenti del Fine Gael e del partito laburista, ma il governo ha tradito le sue promesse elettorali. Esso, infatti, sta attuando delle privatizzazioni e dei tagli ammontanti a 4 miliardi di euro, mentre ha iniziato a regalare 3 miliardi di euro annui (previsti per tutto il prossimo decennio) alla bad bank altrimenti nota come Anglo-Irish Bank. Adams asserisce che il suo partito non pagherebbe neanche un centesimo di quei 30 miliardi!

Il Fianna Fail è andato, la coalizione del Fine Gael e dei laburisti è screditata: Sinn Fein, sempre più apprezzato, si distingue con un deciso no.

Adams ha così concluso il suo intervento: "Teniamo duro. Gente, il bello deve ancora venire. Tiocfaidh ár lá! [Verrà il nostro giorno!]"

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