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Un'economista italiana chiede una "soluzione islandese" per l'Italia

21 settembre 2011 (MoviSol) - Da quando Moody's ha dichiarato guerra ai titoli italiani lo scorso giugno, l'Italia è stata commissariata dalla BCE e si trova sul binario che porta ad uno scenario greco. Se Silvio Berlusconi giura a Bruxelles che "l'Euro è la nostra bandiera", i funzionari italiani dicono in privato che "sarebbe meglio uscire dall'euro che soffrire per 30 anni", ha rilevato un allarmato Martin Wolff sul Financial Times il 13 settembre.

In questo contesto, l'economista Loretta Napoleoni ha proposto che l'Italia adotti una "soluzione islandese" ed esca dall'Euro. La proposta è contenuta nell'ultimo libro della Napoleoni, intitolato "Contagio".

In un'intervista di prossima pubblicazione sulla rivista EIR, la prof.ssa Napoleoni ha spiegato che con la politica deflazionistica imposta dall'UE, "è impossibile pensare che si possa ripagare il debito. Accade invece che si usa il debito dei cosiddetti salvataggi per sostenere l'economia, per pagare le pensioni, i salari, perché l'economia non cresce".

"L'alternativa a questa politica è seguire l'esempio dell'Islanda e perseguire un default volontario o controllato, in cui il paese divide il debito in due: la parte dovuta alle banche nazionali viene garantita, mentre l'altra parte, quella dovuta alle banche straniere, viene ristrutturata – il che significa che se ne ripaga una percentuale lungo un certo periodo di tempo". Come è noto, metà del debito pubblico italiano è all'estero, e di questa metà, il 50% è in mano alle banche francesi.

L'Italia dovrebbe uscire dall'Euro e svalutare per far ripartire l'economia, e pụ farlo poiché avrebbe abbattuto il debito. Certo, gli italiani hanno paura di tornare alla lira, perché ricordano gli alti tassi di inflazione del passato, ma un'inflazione moderata è il male minore, se l'alternativa è il crollo dell'economia.

Inoltre, nel sistema dell'Euro, i governi non hanno possibilità di intervenire nella crisi globale con una soluzione. "Nel 2008, per evitare una grave recessione, si è trasferito il debito dalle banche agli stati, e questo debito non è stato ridotto; al contrario, è cresciuto".

La soluzione sarebbe "un grande snellimento del sistema bancario", ha detto Napoleoni. "Penso che dovremmo tornare alla legge Glass-Steagall che fu introdotta dopo il 1929; c'è bisogno di una separazione bancaria e c'è bisogno di ribaltare la globalizzazione. Lo dico da anni, ma per fare cị avremmo bisogno di una classe politica che cessi di perseguire gli interessi di una minuscola elite".

C'è la speranza che i giovani che si stanno ribellando in varie parti del mondo prendano la leadership. "Se qualcuno ci avesse detto alcuni anni fa che gli egiziani si sarebbero liberati di Mubarak dimostrando pacificamente nelle piazze del Cairo, avremmo detto: è impossibile, ma è accaduto". Per questo, i giovani possono cambiare le cose anche in Occidente. "Ma questi giovani devono fare sentire la propria voce ora".

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