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LaRouche: siamo sull'orlo della guerra termonucleare

8 dicembre 2011 (MoviSol) - Nel corso di una lunga intervista col conduttore radiofonico Alex Jones il 30 novembre, Lyndon LaRouche ha dichiarato che il mondo è così vicino alla terza guerra mondiale che questa potrebbe scoppiare in qualsiasi momento. L'unica via per evitare la guerra, ha spiegato nel corso della discussione, è che gli Stati Uniti destituiscano Barack Obama.

"Siamo sull'orlo della guerra termonucleare. Se essa scoppierà o meno è un'altra questione. Ma la probabilità che scoppi è grande, soprattutto data la configurazione di forze USA nel Mediterraneo Orientale e nella regione del Golfo Persico, ha aggiunto.

Mentre è in corso la spinta per interventi militari "umanitari" in Siria o attacchi aerei contro impianti nucleari iraniani, la dinamica verso la guerra non viene alimentata da alcuno di questi paesi individuali, bensì dal crollo dell'intero sistema finanziario transatlantico e con l'esperimento dell'Euro che si è rivelato un totale fallimento. E come dimostra la storia, e come sottolinea Helga Zepp-LaRouche in un articolo del 3 dicembre, la risposta classica dell'oligarchia alla minaccia di perdere il potere è quella di fomentare delle guerre.

Sia la leadership russa che quella cinese hanno capito questo, marcando una linea rossa intorno sia alla Siria che all'Iran, annunciando che qualsiasi intervento in quest'area provocherebbe un'escalation in tutta l'Asia (vedi sotto). Sia Russia che Cina stanno prendendo misure militari concrete per contrastare tale minaccia.

Il China Daily, legato al governo, ha ammonito il 1 dicembre che le aperte minacce di usare la forza contro la Siria e l'arrivo di una portaerei americana nell'area hanno aumentato la possibilità di un "intervento militare stile Libia in Siria". Ma una mossa simile, prosegue il quotidiano cinese, scatenerebbe immediatamente un conflitto dopo l'altro.

Per lo stesso motivo, sia Russia che Cina hanno denunciato come controproducente l'iniziativa di imporre sanzioni ancor più dure alla Siria presa dal Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri russi Sergei Lavrov ha denunciato apertamente il fatto che potenze straniere finanzino ed armino gruppi di opposizione al regime di Assad.

Negli Stati Uniti, fonti americane vicine al Pentagono hanno dichiarato all'EIR che la principale preoccupazione dei militari è il timore di essere coinvolti in una guerra a seguito di un attacco israeliano contro l'Iran, seguito da una rappresaglia iraniana contro Israele e le forze americane e degli alleati americani nel Golfo Persico. Gli Stati Uniti hanno obblighi dettati dai trattati bilaterali con numerosi paesi membri del Consiglio di Cooperazione nel Golfo, obblighi che scatterebbero in caso di attacchi iraniani contro di loro.

Un attacco israeliano all'Iran resta un'opzione possibile (vedi sotto). Sta di fatto che la guerra irregolare è in corso da molto tempo. Il 28 novembre un'esplosione nella città iraniana di Isfahan ha fatto saltare per aria una fabbrica di fluoruro di uranio, destinato all'arricchimento. Mentre il governo iraniano ha negato l'esplosione, il Times di Londra del 30 novembre ha sottolineato che "un impianto nucleare è stato colpito da un'enorme esplosione, la seconda in un mese".

La prima, una bomba ad una base militare alle porte di Teheran, ha ucciso 30 membri della Guardia Rivoluzionaria, incluso il Generale Hassan Moghaddam, capo del programma di difesa missilistico iraniano. Oltre a queste esplosioni, quattro importanti scienziati iraniani coinvolti nei programmi missilistici e nucleari sono stati assassinati dal 2007, ed un quinto è scampato per un pelo ad una bomba contro la sua auto.

Anche se questi atti non sono stati rivendicati, si sospetta che l'autore sia Israele, oppure agenti britannici o americani che operano in Iran o Arabia Saudita.

Per fermare il pericolo di guerra, bisogna eliminare la causa principale, ovvero la crisi da collasso del sistema finanziario transatlantico.

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