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Lo "sbilancio" della BCE e il Fiscal Compact: Helga Zepp-LaRouche chiede un referendum

15 marzo 2012 (MoviSol) - L'ex "falco" della BCE Jurgen Stark, principale oppositore della politica di espansione monetaria della BCE quando ne era il chief economist, si è tolto un sassolino dalla scarpa alla vigilia della conferenza stampa mensile dell'Istituto di Francoforte l'8 marzo. Parlando ad un convegno di compagnie d'assicurazione e altri istituti finanziari, Stark ha detto: "Il bilancio dell'Eurosistema non solo è di dimensioni gigantesche, ma anche di qualità spaventosa", riferendosi al collaterale offerto dalle banche.

I prestiti illimitati degli ultimi tre anni, in particolare i due rifinanziamenti a tre anni (LTRO) offerti alle banche a dicembre e febbraio per un totale di oltre mille miliardi, hanno gonfiato il bilancio della BCE a ben tremila miliardi di euro, ha ricordato Stark.

Due giorni prima il presidente della Bundesbank Jens Weidmann aveva scritto una lettera alla BCE esprimendo preoccupazioni sull'esposizione della banca centrale tedesca nell'ambito del sistema dei pagamenti dell'Eurozona chiamato "Target 2". Creato prima della crisi finanziaria per agevolare i pagamenti transnazionali, con l'esplodere dei deficit commerciali di alcuni paesi membri il Target 2 ha visto crescere l'esposizione della Bundesbank fino a 547 miliardi di euro nei confronti delle banche centrali di Grecia, Irlanda, Portogallo e, recentemente, anche Francia e Italia. Considerando a rischio gran parte di quei crediti, Weidmann ha chiesto misure per proteggere gli interessi tedeschi dalla minaccia di iperinflazione e dal pericolo di diventare il "salvatore di ultima istanza" per il resto dell'Eurozona.

Le affermazioni di Stark e la lettera di Weidmann hanno messo sulla difensiva Mario Draghi, che si è dilungato in spiegazioni sul fatto che dietro la BCE c'è l'Eurosistema, per cui non ci sono timori di insolvenza. Sfoggiando un'ostentata sicumera, Draghi ha risposto ad una domanda sulla qualità del collaterale dicendo che la BCE potrebbe addirittura "allentare" i criteri, già a livello di spazzatura, e non ha escluso un terzo LTRO nel futuro. Ma soprattutto, Draghi ha insistito sul fatto che la BCE ha agito "nell'interesse pubblico" e ora la palla sta nel campo dei governi, che – loro sì – devono preoccuparsi di consolidare il proprio bilancio torchiando i contribuenti. Per questo è essenziale che il cosiddetto "Fiscal Compact" funzioni e le nazioni "cedano parte della propria sovranità sulla politica fiscale", ha dichiarato Draghi.

Proprio contro il Fiscal Compact Helga Zepp-LaRouche ha lanciato un duro attacco il 9 marzo, affermando che l'imposizione di un deficit zero sui paesi membri "priva i rispettivi parlamenti del proprio potere, trasferendo a Bruxelles il diritto di approvare il bilancio" e uccide la democrazia. Il Meccanismo di Stabilità Europeo (ESM), che è previsto operare in regime di segretezza, trasformerà di fatto l'Europa in un'unione fiscale e in uno stato federale con un destino comune, ha denunciato la signora LaRouche.

Approvando ciò, il governo tedesco "ha chiaramente oltrepassato i limiti posti dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2009 sul Trattato di Lisbona". Allargare le competenze dell'UE in tal modo richiede una nuova costituzione, che a sua volta deve essere approvata dal voto popolare. Perciò dovrebbe essere indetto un referendum per determinare se i cittadini tedeschi "vogliono davvero trasferire il resto della loro sovranità ad una burocrazia dittatoriale e senza anima, la cui incompetenza non lascia spazio a dubbi".

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