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Eurozona: il collasso di un impero

4 maggio 2012 (MoviSol) - Rifinanziare i debiti bancari con soldi del Monopoli mentre si schiaccia l'economia reale con politiche deflazionistiche è un'ovvia ricetta per il disastro e il farlo ha certamente aggravato la crisi di insolvenza del sistema transatlantico. Ma invece di riconoscere il fallimento e sottoporre il sistema a procedure di riorganizzazione fallimentare secondo i criteri di Glass-Steagall, le autorità finanziarie esigono più salvataggi e più austerità micidiale. Alla vigilia del ponte del Primo Maggio, una disperata BCE ha messo le carte in tavola, confessando che la crisi dell'euro è in realtà una crisi bancaria e ha chiesto un fondo di salvataggio bancario europeo.

Parlando ad una conferenza della BCE a Francoforte, il vicepresidente dell'istituto di emissione europeo Vitor Conscancio ha dichiarato: "La sequenza è ora muoverci il più possibile verso un regime di risoluzione [bancaria] paneuropeo che sia armonizzato". E ha aggiunto: "Per quanto riguarda le banche di rilevanza sistemica – ce ne sono trentasei – abbiamo veramente bisogno di un fondo di risoluzione, perché questo è il solo modo per superare il tema spinoso del condividere il fardello in una crisi".

Ovviamente, il fondo dovrebbe essere finanziato dai contribuenti, ma una volta spremuti questi, il denaro dovrà essere stampato perché stiamo parlando di migliaia di miliardi.

Nel suo Global Financial Stability Report semestrale, rilasciato alla vigilia della riunione di FMI e Banca Mondiale il 20-22 aprile a Washington, il FMI ha ammonito di un'imminente meltdown da 3,8 mila miliardi di dollari (2,87 mila miliardi di euro) delle banche dell'Eurozona. Ma un alto funzionario che ha partecipato agli incontri ha riferito all'EIR che circolava una versione precedente con un quadro molto più preoccupante, che stimava a 9 mila miliardi di dollari (6,8 mila miliardi di euro) la cifra necessaria per salvare le banche private europee nel 2012.

L'impero sta crollando, ha commentato l'economista americano Lyndon LaRouche il 21 aprile. "Si sta disintegrando sia economicamente che in ogni altro modo". La casa brucia in Europa, ma gli Stati Uniti sono anch'essi in bancarotta e sull'orlo di un collasso dell'economia fisica.

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