Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

Putin nel Giorno della Vittoria: non dimentichiamo come i barbari programmarono la distruzione di interi popoli

11 maggio 2012 (MoviSol) – Il nuovo presidente e il nuovo primo ministro della Russia, la coppia Putin-Medvedev, hanno presieduto la parata militare sulla Piazza Rossa per il 67esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale e dei regimi fascisti in Europa.

Il discorso di Putin, alcuni elementi della parata stessa ed altre iniziative nel corso della giornata dovrebbero essere interpretate correttamente, anche da coloro che sono così folli da ignorare i moniti russi sul pericolo di innesco di un nuovo conflitto armato mondiale.

La parata ha coinvolto le truppe provenienti da ogni parte della Russia e ha messo in mostra il materiale logistico a disposizione dell'esercito, comprese le armi nucleari dell'arsenale. Il supervisore della parata è il gen. Col. Valeri Geramisov, lo stesso che la scorsa settimana ha presentato al pubblico dei filmati sul pericolo di guerra nucleare, durante la conferenza di Mosca sulla difesa anti-missilistica del 3-4 maggio.

Putin ha parlato ripetutamente dell'attuale situazione strategica mondiale, citando il fallimento storico dei tentativi di evitare la guerra, alla vigilia del conflitto scatenato dai nazisti:

"Questo è il nostro giorno della memoria, il nostro giorno di orgoglio e di lutto, il giorno che unisce tutti, in Russia. Sessantasette anni fa sconfiggemmo la forza terribile e cinica del nazismo. Non dobbiamo dimenticare come quella forza nacque e crebbe sempre più forte e sempre più audace, davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo dimenticare come i barbari programmarono la distruzione di interi popoli e cercarono di dettare il destino a intere nazioni e interi continenti."

"Dobbiamo essere aperti a riconoscere che i piani aggressivi dei nazisti non incontrarono una tempestiva resistenza collettiva e che le divisioni tra le nazioni, la loro reciproca diffidenza e le loro dispute ideologiche impedirono loro di bloccare la seconda guerra mondiale."

"L'umanità pagò un pesante tributo per questo, ma alla fine accadde l'inevitabile e infine trionfò la determinazione collettiva a perseguire la vittoria sul male. Le nazioni si coalizzarono contro il nemico nazista."

"Oggi rendiamo omaggio alle nazioni che diedero un enorme contributo alla fine del nostro comune e spietato nemico."

"E' nostro comune dovere ricordare perché scoppiò la guerra e analizzare le sue lezioni, che sono altrettanto rilevanti oggi. Ribadisco, oggi, che lo stretto rispetto del diritto internazionale, delle sovranità statali e della scelta autonoma e indipendente dei popoli è una delle garanzie cruciali che la tragedia della seconda guerra mondiale non si ripeta ancora."

"La Russia è coerente nella sua politica di rafforzamento della sicurezza mondiale. Abbiamo il diritto morale di assumere questa posizione ferma e legittima, poiché fu la nostra nazione che seppe contrapporsi all'attacco nazista, affrontarlo con eroica resistenza, sopportare durezze immense, determinare l'esito della guerra, mettere in fuga il nemico e liberare i popoli del mondo. Quella vittoria ci dà solide fondamenta anche di fronte alle nuove generazioni... Mi rivolgo ai veterani, che combatterono spalla a spalla in quella guerra, uniti come fratelli, capaci di resistere alla durezza, alle privazioni ed ai tormenti cui nessun uomo sembrerebbe capace di resistere. Ma voi non mollaste davanti al nemico e diveniste i veri autori della vittoria, con le vostre mani. Voi ricavaste la forza dalla gloriosa tradizione militare della Russia e dai veri valori che brillarono durante quei momenti di grande prova, e dimostrate ancora una volta che la vittoria è consolidata non soltanto dalla forza delle armi, ma anche dalla spirito, dalla solidarietà e dalla fede."

"La grande guerra patriottica è parte della nostra storia, ora, ma il vostro coraggio e la vostra capacità di amare e difendere la vostra madrepatria non svaniranno e saranno sempre il metro del senso morale, del patriottismo e del dovere, per le future generazioni. Anche oggi, i vostri discendenti seguono la bandiera della vittoria e marciano orgogliosi in parata sulla Piazza Rossa, e lo fanno con il senso del più profondo rispetto nei confronti di coloro che diedero loro questo grande giorno, coloro che rimasero per sempre nei campi di battaglia e non celebreranno mai questo giorno santissimo con noi, qui."

"Rimarremo sempre onesti, davanti alle vostre gesta. Questa è la garanzia del nostro futuro, e faremo ogni cosa per assicurare che esso sia pacifico e sicuro. Gloria al popolo vittorioso! Congratulazioni! Congratulazioni nel Giorno della Vittoria! Gloria alla Russia! Hurrah!"

Il lungometraggio della commemorazione è disponibile alla pagina http://www.1tv.ru/news/social/206467 (lo riportiamo anche in fondo a questa pagina).

Al terzo minuto una guardia rossa porta la bandiera nazionale e la bandiera della vittoria nella Piazza Rossa. La bandiera della vittoria è quella sovietica che fu issata sul Reichstag di Berlino, nel maggio del 1945. Il discorso di Putin comincia ai 15'45", con la panoramica sui veterani presenti.

Al 54' alcune unità di mezzi di trasporto e lancio dei missili Iskander attraversano la piazza. Sono i mezzi di stanza a Kaliningrad (l'ex città tedesca di Koenigsberg), nella zona occidentale della Russia, ideati per attaccare le installazioni polacche del sistema antimissilistico della NATO. Al 55' fanno la loro comparsa i più moderni missili balistici intercontinentali, chiamati Topol-M.

La televisione nazionale trasmette anche un estratto di un incontro pomeridiano tra Putin e le famiglie dei soldati della sesta compagnia di paracadutisti e del 104-esimo reggimento delle guardie aeree della 76-esima divisione dell'aeronautica, che furono quasi annientati nel conflitto del marzo 2000, durante la seconda guerra cecena. Parlando con cento familiari degli ottantaquattro paracadutisti morti, Putin ha affermato ancora una volta che in quel conflitto (lanciato dalle forze separatiste spalleggiate dai britannici e dai sauditi il giorno in cui egli divenne presidente nel 1999) la sopravvivenza della Russia era stata messa a repentaglio. "I vostri cari non sono morti in vano", ha commentato, "poiché bloccarono veramente il collasso della nazione. In verità, non sto esagerando. Ne so qualcosa. Poiché potremmo aver assistito allo sviluppo di una situazione simile a quella in Yugoslavia. Là, semplicemente, la nazione si disintegrò, e con conflitti sanguinosi... Se, Dio non volendo, si fosse arrivati a quel punto, le cose sarebbero di gran lunga peggiori".

 

 

Sostieni il Movimento di Lyndon LaRouche in Italia


[inizio pagina]