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Tremonti lancia il suo nuovo movimento politico

10 ottobre 2012 (MoviSol) - Il 7 ottobre a Riccione l'ex ministro dell'Economia ha lanciato il suo nuovo movimento politico. Tremonti ha deciso di giocare la carta di un programma basato su un sistema di credito produttivo e di criteri alla Glass-Steagall, nel tentativo di intersecare la parte razionale della rivolta popolare e istituzionale contro la crisi e la distruzione della sovranità nazionale, che sta spazzando via i partiti che sostengono il governo Monti e rischia di distruggere la democrazia rappresentativa.

Tremonti ha battezzato "3L" il suo movimento, e cioè "Lista Lavoro e Libertà". Alla vigilia della manifestazione, il suo Manifesto è stato pubblicato online. Il testo chiede di difendere il Paese dal colonialismo e il ritorno a un'economia basata sul lavoro e sull'industria invece che sulla finanza. I primi tre punti programmatici del Manifesto sono: 1. rendere italiano il debito pubblico, defiscalizzandolo in modo che gli italiani lo comprino e così rimuovendo il principale strumento di ricatto usato dai mercati finanziari; 2. istituire una banca nazionale simile alla tedesca Kreditanstalt fuer Wiederaufbau, che potrebbe essere creata espandendo la Cassa Depositi e Prestiti e fondendola con la SACE; e 3. separare le banche speculative da quelle ordinarie, in modo che quest'ultime possano emettere credito produttivo.

Dopo gli interventi di alcune personalità e sostenitori, tra cui l'ex ministro socialista delle Finanze Rino Formica, Tremonti ha presentato il movimento attaccando il governo Monti per la sua politica di "distruzione creatrice" che, ha detto, ha portato solo distruzione. "Siamo in guerra", ha detto, "e il nemico è la finanza speculativa".

Uno dei temi ricorrenti nella discussione a Riccione è stata la minaccia alla democrazia, sollevata in numerosi interventi. Tremonti stesso ha delineato chiaramente il meccanismo con cui si vuole costringere la popolazione e le istituzioni italiane ad accettare la politica dei parassiti finanziari: il costante ricatto dei mercati internazionali come mezzo di imposizione di ulteriori cosiddette "riforme", per aprire il Paese al colonialismo dell'alta finanza.

Nel prossimo periodo si terranno riunioni in tutto il Paese, con l'obiettivo di costruire un'ampia base di sostegno e poter così lanciare la sfida elettorale in ciò che Tremonti vede come una fase di crescente crisi economica e finanziaria in Europa.

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