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Helga Zepp-LaRouche interviene al Forum internazionale di Rodi

19 ottobre 2012 (MoviSol) - Il Forum mondiale "Dialogo delle civiltà" ha tenuto la sua decima conferenza annuale dal 3 all'8 ottobre sull'isola di Rodi, come consuetudine, con la partecipazione di circa 500 rappresentanti della politica, dell'economia, della cultura e della scienza da cinque continenti. Fondato dieci anni fa da Vladimir Yakunin, attuale presidente delle Ferrovie Russe, e dal compianto Jagdish C. Kapur, allora presidente della Fondazione Kapur Surya in India, all'indomani dell'undici settembre, il Forum è dedito a promuovere un dialogo senza pregiudizi tra le civiltà e le religioni. La conferenza di quest'anno si è tenuta in un contesto internazionale contrassegnato dal pericolo crescente di una espansione dei conflitti nel vicino Medio Oriente, che potrebbe innescare un conflitto generale.

Questo pericolo è stato affrontato nella sessione di apertura della manifestazione, con l'intervento videotrasmesso di Noam Chomsky dagli Stati Uniti e dall'intervento del prof. Fred Dallmayr dell'Università di Notre Dame dell'Indiana.

Nella sessione plenaria conclusiva, la fondatrice e presidentessa dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche ha ripreso il tema con una lunga esposizione del pericolo strategico e sul percorso per evitarlo. I suoi avvertimenti sono stati ripresi da un dispaccio della RIA Novosti il 7 ottobre.

Zepp-LaRouche ha sottolineato che per superare la doppia minaccia di guerra e di collasso economico "c'è bisogno di un piano per la pace nel XXI Secolo, una visione che ispiri simultaneamente l'immaginazione e le speranze dell'uomo". Mentre la fame e la povertà continuano a diffondersi nel mondo, occorre una strategia di sviluppo su larga scala, "partendo dalle idee del Decennio di Sviluppo dell'ONU stilato negli anni '50 e '60, rifiutando completamente il cambiamento paradigmatico degli ultimi 40-50 anni in quanto una strada sbagliata e riportare in auge l'idea della "Pace attraverso lo Sviluppo".

Il modo per farlo, ha affermato, è il varo di grandi progetti infrastrutturali che sviluppino e colleghino non solo il continente Eurasiatico, ma cinque continenti nel Ponte di Sviluppo Eurasiatico. Ci sono in particolare "due vaste regioni del pianeta dove la mancanza di sviluppo grida vendetta: una è il continente africano, a cui non è mai stato permesso di riaversi dallo sfruttamento coloniale, e l'altra è il Medio e Vicino Oriente, oggi arretrati rispetto al periodo di massimo sviluppo storico, quando Bagdad era il centro della cultura mondiale o Pamya Tadmur, in Siria, era una perla dell'antica Via della Seta. Dobbiamo porre nell'agenda di discussione una visione per un rinascimento economico e culturale per queste regioni, che rappresenti un elemento di ragione ad un livello più alto dei conflitti locali, etnici e storici. Se i rappresentanti di un gruppo di grandi nazioni trasmettessero questo messaggio alla comunità mondiale, mostrando che nei fatti c'è un'alternativa reale che assicurerebbe la sopravvivenza di tutti i popoli del pianeta, allora quell'elemento di speranza entrerebbe nel dibattito".

I principali media occidentali hanno dedicato scarsissima attenzione alla conferenza, con l'eccezione di un'intervista esclusiva a Yakunin da parte del settimanale tedesco Der Spiegel, pubblicata il 12 ottobre. L'intervista, in cui Yakunin è stato presentato come intimo collaboratore del Presidente Putin e ha potuto illustrare ampiamente il pericolo di guerra, rappresenta un elemento di sanità importante pur se isolato.

 

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