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Merkel vuole il supercommissario ma cresce l'opposizione interna

26 ottobre 2012 (MoviSol) - Un aspetto marcante del processo di distruzione delle economie nazionali attuato dall'Eurosistema è il ruolo svolto dalla Germania. Mentre la "costruzione europea" comporta la vittimizzazione di tutti, compresa la Germania, il ruolo assunto da Angela Merkel nell'imporre l'austerità genocida e il controllo politico sugli stati membri dell'UE fa credere che Berlino sia tornata a inseguire vecchi sogni di dominio europeo. In realtà tutti gli attori del dramma europeo si muovono secondo un profilo prestabilito, e la Merkel non sfugge a ciò. Ma coloro che se la prendono con i "cattivi tedeschi" non offrono soluzioni, bensì la propria versione di "più Europa". È un copione scritto dalle stesse oligarchie sovrannazionali che da secoli attizzano i conflitti in Europa e hanno già provocato due guerre mondiali e hanno inventato l'Euro.

Prendiamo i commenti del cancelliere Merkel dopo il vertice di Bruxelles del 18 ottobre, quando ha detto che il Commissario UE dovrebbe avere il potere di veto sui bilanci degli stati membri. La Merkel ha riconosciuto che alcuni di questi non siano pronti per un passo del genere (la Francia), ma, ha aggiunto, se si vuole invalidare un bilancio nazionale "ci sarebbe bisogno di qualcuno nella Commissione che abbia l'autorità di farlo". Ciò comporta naturalmente un enorme trasferimento di sovranità a Bruxelles.

L'idea però non è di Merkel, e nemmeno del suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. Subito dopo la firma del Trattato di Lisbona nel dicembre 2007, l'allora direttore del FMI Dominique Strauss-Kahn chiese che il trattato fosse integrato dalla creazione di un ministro delle Finanze dell'UE. L'Ex presidente della Commissione Jacques Delors, tra gli altri, fece una proposta simile.

Come ha scritto Helga Zepp-LaRouche il 20 ottobre, "dal 1945 non c'è mai stato un divario così grande in Europa tra la percezione di una politica che la popolazione degli stati cosiddetti periferici, e in misura crescente nelle cosiddette nazioni del centro, vede come una minaccia alla propria esistenza e la sicumera con cui Frau Merkel ripete che c'è bisogno di 'più Europa' , incurante delle conseguenze di questa politica. 'Non dobbiamo deludere i mercati' è un altro dei suoi temi preferiti. Evidentemente, nella sua testa 'l'Europa' e 'i mercati' sono sinonimi".

In un'intervista al programma televisivo di Daniel Estulin "Desde la Sombra" sul canale Russia Today in lingua spagnola, Zepp-LaRouche ha chiesto agli spettatori di "non confondere la Germania con la signora Merkel, perché, fortunatamente, sono due cose ben distinte".

Un settore crescente dell'opinione pubblica tedesca – specialmente le vecchie generazioni – condivide il parere di Zepp-LaRouche. Ad esempio, grande eco ha avuto un articolo di Ludwig Pullain, ex capo della banca pubblica WestLB e dell'Associazione delle Casse di Risparmio tedesche, pubblicato il 5 ottobre sulla rivista Cicero. Poullain chiede la fine della politica dei salvataggi e del sistema dell'Euro, e traccia un parallelo con gli anni Trenta. Egli ricorda come la sua generazione considerò una somma liberazione la fine della censura nazista, ma recentemente egli ha capito che anche i governi eletti negli stati democratici tendono a prescrivere la direzione di pensiero ai propri soggetti. Egli denuncia la signora Merkel e il suo ministro delle Finanze per essersi piegati al volere dei mercati allo scopo di salvare l'"omuncolo" (da Goethe) Euro, che si stende come un sudario su Spagna, Italia e Francia, Seguita dai suoi "soldati di terracotta", la Merkel non si fermerà finché anche la Germania non sarà stremata, scrive Poullain.

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