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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Ricostruzione delle zone terremotate: soprattutto la separazione bancaria

27 novembre 2012 (MoviSol) - Senza credito non si possono ricostruire case, fabbriche, infrastrutture e chiese pesantemente danneggiate dal terremoto; e senza una legge che separi le banche ordinarie dalle banche d'affari è impossibile generare credito.

L'incompetenza con cui è stata non prevista e affrontata la crisi finanziaria appare moltiplicata, ingigantita dalla tirchieria del governo nello "sforzo" di ricostruzione.

Sabato scorso, nel pomeriggio, oltre mille cittadini hanno manifestato a Mirandola per pretendere innanzitutto che lo Stato copra al 100% le spese sostenute da persone e imprese per ripartire.

Tanti i cartelli di protesta, con molti altri suggerimenti, quali il mantenimento della promessa di alloggiare gli sfollati negli appartamenti sfitti (molti dei quali in mano a imprese protagoniste degli ultimi anni di speculazione edilizia), la sospensione del pagamento delle tasse per un periodo paragonabile ai tre anni concessi agli aquilani, un meccanismo di erogazione dei sussidi differente da quello che prevede la mediazione delle banche (anche per ottenere tramite mutui ordinari i soldi necessari per pagare le tasse), ecc.

Sebbene tra gli slogan più o meno urlati sia stato toccato il tema degli illegittimi salvataggi bancari, solo i cartelli di MoviSol hanno posto in primo piano due interventi fondamentali: la separazione bancaria alla Roosevelt e l'emissione di credito produttivo a livello nazionale.

Questo messaggio fu usato in modo tempestivo anche a pochi giorni dal terremoto, allorché il 7 giugno il Presidente della Repubblica Napolitano visitò le zone terremotate e, tra le lacrime di senile commozione, promise di non dimenticare i terremotati: "Casomai qualcuno si distraesse, posso dargli la sveglia e vi assicuro che lo farò!" (vedi "Napolitano a Mirandola: oltre le proteste, la proposta della separazione bancaria").

A seconda dei giorni del ciclo (economico), l'economista Mario Monti afferma di non conoscere bene la separazione bancaria, oppure di non ritenerla opportuna o adeguata ai tempi (vedi: prima volta, seconda volta, terza volta). In questo momento, addirittura, è tornato a parlare della famosa fine del tunnel.

Solo accogliendo la nostra proposta di separazione bancaria e credito produttivo per la ricostruzione il Presidente Napolitano potrà mantenere le promesse fatte a Mirandola e non dimostrarsi succube dell'Europa delle banche.

 

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