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La medicina killer della Grecia che minaccia tutta l'Europa

14 dicembre 2012 (MoviSol) - Durante la conferenza stampa del 6 dicembre, al governatore della BCE Mario Draghi è stato chiesto di quanto tempo necessiti ancora per capire che la "medicina killer" che l’UE sta somministrando al popolo Greco non sta funzionando. Pur dicendosi "in disaccordo con la definizione di medicina killer", Draghi ha dichiarato che si tratta di "un aggiustamento necessario".

Lo stesso giorno l’Ente Statistico Ellenico ha riferito che la disoccupazione in Grecia ha raggiunto il 26% alla fine di settembre, con la disoccupazione giovanile al 58%, la più alta in Europa. Stando ai sindacati, il potere d’acquisto del lavoratore greco medio è crollato del 50%, e un greco su due è sull’orlo della povertà, con un reddito annuo inferiore ai 4.871 Euro.

Lo stesso giorno, il direttore del Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC), un ente ufficiale dell’UE, ha ammonito che il crollo dei livelli sanitari in Grecia minaccia di scatenare pandemie in tutta Europa.

"Con meno infermieri e medici che seguono i pazienti, e gli ospedali senza forniture per mancanza di fondi, si corrono gravi rischi anche solo per l’igiene di base" ha dichiarato Marc Sprenger alla Reuters il 6 dicembre. "Ho visto posti in cui la situazione finanziaria non consente nemmeno le forniture di base, come guanti, camici e bende imbevute di alcool" ha detto dopo una visita di due giorni ad Atene, in cui ha visitato ospedali ed altri presidi sanitari. "In Grecia c'è già una pessima situazione relativa alle patologie resistenti agli antibiotici, e dopo aver visitato gli ospedali sono convinto che siamo un minuto prima di mezzanotte in questa battaglia", ha aggiunto.

Pazienti con patologie altamente infettive quali la tubercolosi non ricevono le cure di cui hanno bisogno, col rischio che queste patologie si diffondano anche in altri paesi europei.

La Grecia spende attualmente 11 miliardi di Euro all’anno per il sistema sanitario, ovvero appena il 5% del PIL. Stando al governo, il sistema pubblico ha 2 miliardi di Euro di debiti e quindi la spesa deve essere tagliata drasticamente. Molti lavoratori del settore sanitario hanno perso il lavoro, altri non vengono pagati regolarmente da mesi. I medici dei 133 ospedali pubblici in Grecia lamentano una grave carenza di staff e di forniture di base quali cotone, cateteri, guanti e carta per coprire i lettini su cui si viene esaminati. Un medico ha detto a Sprenger che la riduzione del personale provoca attese nei corridoi per 90-100 pazienti al giorno, molti dei quali non riescono ad essere visitati.

Per via dei mancati pagamenti, le compagnie farmaceutiche hanno tagliato le forniture. La tedesca Merck KGaA ha dichiarato il mese scorso che non fornirà più il suo farmaco Erbitux contro il cancro agli ospedali greci, e la Biotest, che fabbrica prodotti dal plasma del sangue per curare l’emofilia ed il tetano, ha interrotto le forniture in giugno.

L’ECDC ha ammonite il mese scorso che le malattie infettive provocate dal bacillo K della polmonite e resistenti anche all’ultima linea di antibiotici "stanno aumentando in alcuni paesi dell’UE". Lo stesso ente ha registrato in novembre 314 casi di AIDS tra tossicodipendenti che usano la siringa nei primi otto mesi di quest’anno. Questo dato va paragonato ai 208 di tutto il 2011 e ai non più di 15 casi dal 2001 al 2010, ovvero un aumento di venti volte in meno di due anni.

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