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La destituzione del Presidente Obama in cima all'agenda per il nuovo anno

9 gennaio 2014 (MoviSol) - Dopo sedici giorni di vacanza alle Hawaii, il Presidente Barack Obama ha fatto ritorno a Washington, alle prese con un clima ostile da parte della popolazione ed una rivolta crescente nel Partito Democratico. Il varo della riforma sanitaria di Obama (Obamacare), erroneamente chiamata Affordable Care Act (ACA, legge per la sanità sostenibile) – si è rivelato un disastro totale, con le nuove polizze ben al di sotto delle previsioni, in quanto ci sono molti più americani che hanno perso l'assicurazione sanitaria di quelli che ne hanno stipulata una nuova. Almeno quindici senatori democratici che affrontano la rielezione nel 2014 hanno preso le distanze dal Presidente, proprio per il timore che essere associati alla Obamacare metterebbe fine alla loro carriera politica.


"Un leader del PD in Texas: Kesha Rogers sa come mobilitare i giovani" (7 marzo 2010)

Ma i problemi di Obama vanno ben oltre il fiasco sanitario e il fatto che abbia arricchito le compagnie di assicurazione riducendo i servizi sanitari, in particolare Medicare (l'assistenza sanitaria agli anziani). La sua politica estera, incentrata sulla strategia geopolitica imperiale di isolare e minacciare Russia e Cina, è sempre più sotto attacco, dopo gli attentati terroristici della scorsa settimana in Russia (vedi sopra).

Ciò si interseca col continuo sostegno americano alla pista anglo-saudita del terrorismo e la crescente violenza in Medio Oriente. Il rifiuto di Obama di desecretare le 28 pagine del rapporto del Congresso sul ruolo saudita nell'11 settembre è diventato ormai una questione scottante, anche grazie al LaRouchePAC ed all'ex senatore Bob Graham, un democratico che ha presieduto la Commissione di inchiesta. I congressisti Walter Jones e Stephen Lynch hanno presentato una mozione per togliere il segreto sul documento, mozione ripresa ampiamente dai media, incluso il Corriere della Sera.

Uno sprezzante Obama continua a tacere su questo e sulla questione più ampia del sostegno al terrorismo saudita, che continua con l'appoggio ai ribelli siriani legati ad Al Qaeda.

Un altro aspetto del fallimento dell'amministrazione Obama è lo spionaggio della NSA e gli attacchi vendicativi contro le "talpe" come Edward Snowden, il cui coraggio è in netto contrasto con il corrotto Obama. Ora che la legalità dello spionaggio della NSA è stata messa in forse da una sentenza di tribunale, Obama ha perso la fiducia della popolazione, soprattutto dei giovani, che sono arrabbiati e cominciano a dar voce alla propria opposizione. Al Congresso sono state presentate numerose mozioni che sfidano le intrusioni della NSA e la violazione della privacy.

Infine, tornando all'economia, l'alleanza di fatto tra Obama e Wall Street, il suo sostegno ai salvataggi bancari ed al prelievo forzoso (bail-in), uniti alle sue richieste di austerità imposta dal FMI, hanno peggiorato ulteriormente i suoi rapporti col Partito Democratico. L'ultimo caso è stato il mancato rinnovo dei sussidi a oltre 1,2 milioni di disoccupati, che affrontano un freddo inverno con zero prospettive di un posto di lavoro, e neanche un soldo per pagare l'affitto, il riscaldamento o l'assistenza sanitaria.

Di fronte a questa coincidenza di eventi Lyndon LaRouche ha dichiarato, nella sua videoconferenza del 3 gennaio, che Obama non può restare Presidente degli Stati Uniti.

La questione è quando i democratici smetteranno finalmente di temere i ricatti di Wall Street ed agiranno per difendere gli interessi della nazione.




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