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Obama difende la NSA

3 febbraio 2014 (MoviSol) - Suscitando forti polemiche sui media, il Presidente Obama ha annunciato il 17 gennaio la sua politica sui programmi di mega-sorveglianza della National Security Agency. Per farla breve, non è pianificata la riduzione dei programmi attuali, ma solo il rafforzamento della “supervisione del ramo esecutivo sulle attività di intelligence" tramite il team di sicurezza nazionale. Alcuni paletti saranno messi da subito, altri saranno discussi con il Congresso in futuro; nel frattempo continuerà la collezione dei dati a livello nazionale ed internazionale, in barba ai principi della Costituzione.

Obama ha nuovamente sostenuto che queste flagranti violazioni del diritto alla privacy siano necessarie per assicurare la sicurezza nazionale dell'America, etichettando implicitamente tutti coloro che protestano come nemici degli Stati Uniti. Che cosa ne dicono gli altri?

In un rapporto pubblicato il 23 gennaio, la Privacy and Civil Liberties Oversight Board, un ente del ramo esecutivo per la tutela della privacy e delle libertà creato dopo gli attacchi dell'11 settembre, giunge alla conclusione che le intercettazioni telefoniche della NSA siano illegali e costituiscano "una grave minaccia alla privacy ed alle libertà civili". Essenzialmente il rapporto sostiene che "l'approccio si reduce all'affermazione che tutte le intercettazioni telefoniche sarebbero rilevanti a tutte le inchieste sul terrorismo internazionale", cosa chiaramente assurda.

Il rapporto riecheggia le raccomandazioni della commissione indipendente istituita dallo stesso Obama, che raccomanda chiaramente che la NSA cessi la raccolta di metadati telefonici negli Stati Uniti. La commissione è infatti giunta alla conclusione che la raccolta di metadati "non sia essenziale ad impedire attacchi” e che l'obiettivo possa essere raggiunto usando altri mezzi. Non ha rilevato "nemmeno un caso" in cui le intercettazioni telefoniche avessero fatto la differenza. Obama ha accolto alcune delle raccomandazioni della commissione, ma si è limitato ad annunciare cambiamenti delle procedure per evitare abusi del sistema, senza mettere in discussione la collezione dei dati in generale.

Il Sen. Patrick Leahy, presidente della Commissione Giustizia, ha presentato un disegno di legge per frenare il programma di spionaggio, co-sponsorizzato da diciannove colleghi del Senato. Al senatore non è piaciuto il discorso di Obama del 17 gennaio, ed ha sottolineato, così come molti esperti di intelligence, che il governo americano aveva tutte le informazioni necessarie prima dell'11 settembre per prevenire gli attacchi, ma che l'FBI, la CIA ed altre agenzie non si scambiarono i dati in loro possesso. Ha anche aggiunto che non affiderebbe alla NSA alcuna informazione di sicurezza, visto che neanche sapeva che Snowden le aveva rimosse dai loro archivi!

È interessante il fatto che anche il Comitato Nazionale Repubblicano abbia chiesto di limitare il programma. Ma non è sufficiente. Come ha sottolineato Lyndon LaRouche, il Presidente Obama deve essere destituito.

L'impeachment di Obama è stato chiesto anche da Nat Hentoff, un polemico difensore delle libertà civili da oltre cinquant'anni, che denuncia Obama per le sue ripetute violazioni della Costituzione. Anche altri quindici congressisti hanno evocato il possibile impeachment del Presidente.




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