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L'Iraq e l'intervento dell'ONU: basta con l'ipocrisia, dice Askary

23 agosto 2014 (MoviSol) - Hussein Askary, presidente del Partito Europeo del Lavoro (EAP) in Svezia, ha caratterizzato come "non solo ipocriti, ma anche criminali" gli appelli provenienti da leader occidentali per un intervento militare dell'ONU in Iraq. Askary, nato in Iraq, ha criticato in particolare le dichiarazioni del Premier svedese Fredrik Reinfeldt e del ministro degli Esteri Carl Bildt, ma le sue critiche si applicano a tutti i governi europei. Per i politici occidentali, "capitalizzare politicamente su questa situazione senza indicare o ammettere le vere cause della crisi umanitaria, e senza cambiare la politica che l'ha provocata, non permetterà mai di uscire da questo inferno di nuovi secoli bui", ha scritto Askary.

"L'esistenza e la crescita di ISIS sono il risultato del sostegno dell'Unione Europea e delle nazioni della NATO, così come dei loro amici in Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, ligi alla politica del "cambio di regime" applicata in Iraq (2003), Libia (2011), e Siria (dal 2011). Tale politica fu annunciata da Tony Blair nel 1999 e ribadita da lui nel 2004 come la fine del sistema di stati nazionali sovrani sancito dalla Pace di Westfalia.

"È stato l'assalto alla sovranità e indipendenza di questi stati nazionali, e la distruzione delle loro istituzioni relativamente moderne, quali le forze armate, la polizia e le forze di sicurezza, e le infrastrutture più in generale, a creare il caos e il vuoto di potere sfruttato da gruppi terroristici quali Al-Qaeda, Ansar Al-Sharia, Jabhat Al-Nusra, e lo Stato Islamico nato per metamorfosi da ISIS.

"Negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna vige una politica ben definita e consapevole di fornire armi, sostegno finanziario e dei media a questi gruppi, direttamente tramite la CIA americana, l'MI6 e le Special Forces (SAS) britannici, o indirettamente tramite gli agenti e i clienti di Stati Uniti e Gran Bretagna nella regione, quali Arabia Saudita, Qatar e gli stati del Golfo, Giordania e Turchia, quest'ultima un paese della NATO." È assurdo pensare che ISIS possa essere eliminato in Iraq, sostenendo al contempo i suoi alleati in Siria.

L'argomento anglo-americano, prosegue Askary, è che "il fatto che la comunità occidentale non abbia reagito per tempo al fine di impedire il bagno di sangue in Siria ha gettato quel paese in un mare di violenze" è completamente assurda, insiste Askary. In Libia, l'occidente ha reagito "per tempo" destituendo dal potere Gheddafi. Con qualche risultato? "I fratelli d'armi di Al-Qaeda, e i loro gemelli ideologici di ISIS stanno facendo a pezzi Tripoli e Bengasi".

Non ultimo: "Con che coraggio si chiede al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in cui la Russia è un fattore chiave, di unirsi contro ISIS, quando la Svezia, gli Stati Uniti e l'UE sostengono un regime nazista a Kiev coinvolto nel genocidio contro la popolazione di lingua russa nell'Ucraina orientale?"

"È giunta l'ora di mettere fine a questa ipocrisia", ammonisce Askary. "Il Tribunale di Norimberga stabilì un nuovo criterio giuridico per impedire il genocidio da parte di potenti gruppi e nazioni: 'sapevano o avrebbero dovuto sapere'. Lo stesso standard va applicato oggi alle potenze ed agli individui che hanno creato le condizioni per il genocidio in Siria, Iraq e Ucraina orientale, se vogliamo vivere in una comunità mondiale degna di questo nome."




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