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La Russia non "scivolerà" in uno scontro

5 novembre 2014 (MoviSol) - I leader russi hanno reagito con decisione all'accresciuto pericolo di guerra. Il ministro della Difesa Sergei Šoigu ha annunciato l'aumento delle manovre congiunte nel 2015 in reazione alle "nuove minacce" specialmente in Ucraina, dove "gli USA e l'Unione Europea hanno istigato il rovesciamento del legittimo presidente".

Già il 28-29 ottobre le Forze Aeree russe hanno condotto manovre su vasta scala, sul Mar Nero, sul Baltico e sul Mare del Nord, impiegando ventotto caccia e bombardieri Tu-95, e la Russia ha collaudato con successo un nuovo missile balistico lanciato dai sottomarini. Il missile ha un raggio di diecimila chilometri e può portare da sei a dieci testate termonucleari da 150 chilotoni.

Il 31 ottobre, il vice Primo ministro Rogozin, che è responsabile del settore militare-industriale, ha annunciato che le minacce provenienti dalla NATO, in particolare centrate sull'Ucraina, significano che la Russia manterrà il livello delle spese militari, senza tagli, almeno fino al 2020. Egli ha stigmatizzato le sanzioni USA ed europee annunciando che i primi passi per sostituire le importazioni erano già stati mossi, nel settore militare.

Allo stesso tempo il ministro della Difesa polacco, Thomasz Siemoniak, ha annunciato il rafforzamento delle postazioni militari al confine con la Bielorussia e l'Ucraina, il primo grande ridispiegamento di forze dalla fine del Patto di Varsavia. Anche se le forze armate polacche sono modeste, le implicazioni sono gravi, perché Varsavia è membro della NATO dal 1999.

Alla vigilia della festa nazionale russa, il Presidente Putin ha dichiarato che la Russia non "scivolerà" in uno scontro in cui la NATO "tenta persistentemente di coinvolgerci". Putin ha citato "l'incubatrice" di provocazioni oltre il confine ucraino, ma ha sottolineato che la dottrina militare russa "è difensiva".




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