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La bolla dei derivati, o il convitato di pietra nella "crisi greca"

14 febbraio 2015 (MoviSol) - Il rifiuto draconiano di discutere qualsiasi proposta di riduzione del debito greco da parte della BCE e della Commissione Europea, nonostante il fatto ovvio che il debito non può essere pagato in nessuna circostanza, riflette la realtà che anche la cancellazione di una piccola parte di quel debito può far saltare in aria il sistema finanziario, a causa della catena di derivati legati ai titoli del debito greco.

Un working paper pubblicato dal Levy Institute/Bard College nel novembre 2014 sul tema della soluzione al debito greco mostra che i mercati finanziari sono preoccupati dalla prospettiva di esplosione della bolla. Il documento ammonisce che una soluzione tradizionale di "haircut" o riduzione del debito greco, come quella che fu accordata alla Germania nel 1953, prima che esistessero i derivati, può provocare lo scoppio della bolla.

"Un importante fattore da tenere a mente è il ruolo chiave dei debiti sovrani (delle economie capitalistiche avanzate) non solo come base per la leva finanziaria, ma anche come materia prima per molti prodotti finanziari complessi – un elemento cruciale per la liquidità del settore bancario ombra e asset preferito dagli inventori istituzionali (fondi pensione, ecc.). Ogni cambiamento significativo nell'attuale valore dei debiti sovrani non può essere una soluzione all'attuale esposizione debitoria perché trasferirebbe il problema al settore finanziario e agli investitori istituzionali, e successivamente, al bilancio pubblico".

Anche un manager di fondi avvoltoi come Paul Singer (Elliot Management), protagonista sia della causa finanziaria contro l'Argentina che dei trucchi contabili sul bilancio greco per la regia di Goldman Sachs, riconosce che la bolla dei derivati non reggerebbe ad una cancellazione. Un articolo di valuewalk.com del 6 febbraio cita Singer che dice:

"Benché la maggior parte delle posizioni derivate (…) sono indubbiamente tese a essere bilanciate ragionevolmente con posizioni opposte prese da altri clienti o controparti, non è possibile per gli outsider verificare quale proporzione sia ragionevolmente bilanciata e quale no, quale invece presa a pieno rischio (anche se parte di ‘copertura dei rischi' o ‘arbitraggio'). Anche se una piccola frazione dei derivati riflette posizioni rischiose, a prescindere se servano a copertura dei rischi, allora la leva effettiva dei più grandi istituti mondiali è un multiplo di ciò che compare sui bilanci. Inoltre, ben sei anni dopo il crac, i dealer istituzionali ancora non pubblicano il margine iniziale reciproco nelle transazioni derivate bilaterali. Questa mancanza di requisiti universali di margine iniziale è il motivo principale per cui le posizioni derivate sono cresciute così tanto".

C'è naturalmente un modo per risolvere il problema, che è la separazione delle banche d'affari (e dello shadow banking) dalle banche commerciali, la soluzione Glass-Steagall.




 

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