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Il CD di Solidarietà

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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

Il seguente volantino è stato distribuito da alcuni attivisti di MoviSol durante una conferenza pubblica sullo stato del progetto ITER, una delle prossime tappe nello sviluppo dell'energia di fusione. La conferenza si è tenuta il 19 maggio 2008 alla facoltà di Fisica dell'Università degli Studi di Milano e oltre i numerosi aspetti tecnici affrontati, il tema dei finanziamenti e dell'impegno politico è stato ripreso più volte durante la discussione, grazie anche all'intervento di MoviSol

ITER pronto nel 2017? Sarà troppo tardi

Siamo in una crisi morale e culturale, economica e finanziaria, globale e locale. Questo non significa che manchino le soluzioni in grado di neutralizzare le tante, cupe minacce che s’addensano all’orizzonte.

   La crisi è economica poiché la finanza s’è fatta schizzinosa: da trent’anni e più, non si sporca più le mani con l’economia reale e produttiva; preferisce speculare; preferisce l’usura.

   La crisi è morale poiché non sappiamo quale cultura premiare, tra i tanti feticci, e davanti all’imperante sofismo figlio dell’utopia nota come “ingegneria sociale”.

Fusione nucleare e ITER

L’occasione di un raro dibattito pubblico sulla fusione nucleare, una tecnologia che – come tante altre – ha subìto l’odio dell’oligarchia maltusiana e i tagli dell’austerità finanziaria, è troppo succosa per mancare.

   Siamo membri del Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà. Alcuni di noi animarono la Fusion Energy Foundation (FEF) voluta dall’economista e leader democratico americano Lyndon H. LaRouche, Jr.

   Siamo qui, innanzitutto, per ricordare che siamo l’unico movimento politico internazionale che, non soltanto non ha mai ripensato il suo entusiasmo per il nucleare, ma che ne ha fatto un imprescindibile punto programmatico, poiché in effetti la potenza racchiusa nell’atomo, come era destino che sarebbe stata scoperta, dovrà per legge naturale essere usata al fine di migliorare la vita su questo pianeta.

   In secondo luogo, vogliamo che sia riconosciuto – dopo anni di lavaggio del cervello – che il nucleare, e ogni altra tecnologia di punta, sono prova della creatività della mente umana individuale: se ben applicate, dimostrano la bellezza del lavoro collettivo a vantaggio dell’umanità.

Liberismo e fame

Più tarderemo nel fare il salto tecnologico che eleva la potenza dell’atomo al massimo ruolo nell’economia fisica mondiale, e più grandi saranno le conseguenze negative per l’umanità.

   Vengono al pettine, infatti, tutti i nodi irrisolti dell’ideologia liberista, a causa del suo impatto distruttivo sul sistema internazionale voluto da F. D. Roosevelt, difeso da Charles De Gaulle, da Enrico Mattei e, oggi, da Lyndon LaRouche, l’unico sistema economico della storia in grado di “elevare alla dignità di uomini tutti gli individui della specie umana” (Lazare Carnot).

   La globalizzazione e il neoimperialismo, il maltusianesimo e il monetarismo, l’ecologismo e l’esistenzialismo, tutti fanno rima con fame, epidemie, guerre, migrazioni di massa, genocidio di milioni di persone.

   La nostra soluzione è semplice: cercare i problemi da risolvere, per mobilitare il potenziale industriale ora minacciato, e portare alla piena occupazione le popolazioni occidentali assieme a quelle più sofferenti.

Gli impotenti si accontenteranno di corrompere i propri pensieri con la domanda alquanto superficiale: “dove trovare tutti i soldi necessari?”

   La fusione nucleare controllata è talmente importante che non si può aspettare ancora molto tempo. Siamo già in ritardo! Troppo tempo è andato perduto, mentre qualcuno, con la mano fin troppo libera, tagliava i fondi alla ricerca, e forse sognava – un po’ sadicamente – il giorno in cui si sarebbe detto “la fusione non è realizzabile! Altrimenti, dopo tutto questo tempo, ci saremmo riusciti.”

Dirigismo e giustizia

Così, la nostra proposta è di dare priorità alle esigenze dei Paesi più poveri, in modo da orientare il nostro stesso potenziale industriale.

   Se vogliamo sfamare miliardi di persone malnutrite, dobbiamo creare nuove infrastrutture, nuove macchine utensili, nuove macchine movimento terra.

   Potremo veder realizzate a livello sistemico molte idee rimaste inespresse da decenni: la dissalazione dell’acqua di mare; il riempimento delle falde acquifere esauste; nuovi metodi d’irrigazione, rimboschimento dei terreni erosi; nuovi metodi di concimazione e protezione dai parassiti, il miglioramento controllato delle specie coltivate; l’agricoltura idroponica; l’irraggiamento conservativo del cibo (più del 20% del cibo prodotto a livello mondiale è perso per deperimento), ecc.

   Ancora: la propulsione a idrogeno degli automezzi; la levitazione magnetica dei treni intercontinentali; la propulsione magnetoidrodinamica del naviglio civile; l’applicazione di nuovi metodi estrattivi; trattamento dei rifiuti; nuove terapie mediche nucleari; la conquista dello spazio; ecc.

   Come il consumismo, la disoccupazione e il lavoro nero, molti problemi che interessano l’occidente sono soltanto un riflesso del mancato orientamento dell’industria ai fini nobili della liberazione dell’umanità dalle condizioni di vita più stupide: la fame, la sete, le malattie.

 

   In tutto questo, la fusione nucleare controllata avrà il ruolo di primo piano. Per questo motivo, non possiamo tollerare che i criteri di finanziamento del progetto ITER (o simili) siano ammalati di liberismo; né che si aspetti il 2017 per vederlo funzionare. Non possiamo attendere: il 2017 sarà troppo tardi!


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