ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

ECONOMIA

 

Un'interrogazione su Cheney al Senato

Roma – 9 dicembre 2003 – Il sen. Oskar Peterlini e nove colleghi senatori hanno presentato nei giorni scorsi un'interrogazione per chiedere al governo italiano di chiarire il ruolo svolto dal vice presidente Dick Cheney nel mettere a punto i falsi pretesti con cui si è voluta giustificare la guerra contro l'Iraq. Il sen. Peterlini si è fatto promotore in Italia della proposta per la Nuova Bretton Woods formulata da Lyndon LaRouche. L'interrogazione, rivolta ai ministri degli Affari Esteri e della Difesa è sottoscritta dai sen. Peterlini, Cortiana, Fabris, Di Siena, Gubert, Malabarba, Baio Dossi, Betta, Boco, Forlani. I sen. Gubert e Forlani appartengono alla maggioranza governativa.
Nel testo dell'interrogazione si legge tra l'altro:
"La stampa americana soprattutto, ma anche rappresentanti di istituzioni americane e di altri Paesi, stanno interrogandosi sul ruolo primario svolto dal vicepresidente americano Dick Cheney nell'utilizzo di informazioni dubbiose che hanno portato a giustificare l'entrata in guerra contro l'Iraq" (...)
"Considerato che:
* "una guerra è stata combattuta a seguito di queste informazioni che molti dicono essere dubbie se non false;
* "intorno a questi fatti si è iniziata la nuova strategia di guerra preventiva e che rappresentanti del gruppo dei cosiddetti neo-conservatori legati a Cheney nell'attuale amministrazione USA, già sostenitori dell'attacco all'Iraq, hanno presentato piani per continuare altre guerre contro altri cosiddetti stati canaglia;
* "queste informazioni dubbiose sono state utilizzate per neutralizzare o esautorare l'ONU e il suo ruolo di mediatore internazionale in situazioni di gravi crisi;
"si chiede di sapere: se il governo italiano sia informato di questi sviluppi; se abbia iniziato un'analisi di questi fatti; se intenda prendere le distanze da un simile fatto; se intenda riflettere sulle conseguenze strategiche e militari dei fatti sopra menzionati; se abbia già tratto conclusioni che possono anche portare ad una riconsiderazione delle decisioni di carattere strategico-militare per l'Italia, come la partecipazione in operazioni militari e di altro tipo; se intenda proporre nelle appropriate sedi internazionali, quali l'Unione Europea, la NATO e l'ONU, delle iniziative atte a portare un'urgente chiarezza sul caso; se intenda soprattutto impegnarsi per ridare il ruolo storico di mediazione e di prevenzione alle guerre proprio dell'ONU, la cui autorità è stata malamente intaccata.