ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Della bolla immobiliare...

1 luglio 2004 – Dappertutto nel mondo, ma specialmente negli USA e in Gran Bretagna, i tassi d'interesse ultra-bassi hanno fatto impennare i prezzi delle case e i debiti delle famiglie a livelli storici. Gli ultimi aggiornamenti sulla bolla immobiliare USA sono stati pubblicati il 25 giugno: il numero di transazioni immobiliari (compravendite) riguardanti case non nuove ha raggiunto una cifra record in maggio. Contestualmente, il prezzo medio di una casa unifamiliare in California è salito a 465.000 dollari, registrando un aumento del 26% rispetto ad un anno fa.
Alla luce di ciò, il rapporto pubblicato dal vicepresidente della Federal Reserve di New York, Richard W. Peach, e dall'economista Jonathan McCarthy, intitolato "I prezzi immobiliari rappresentano la prossima bolla?", merita una citazione nei libri di psichiatria. Dapprima gli autori ammettono che "il prezzo delle case è aumentato sensibilmente dalla metà degli anni novanta, suscitando timori che in questa categoria esista una bolla e che i prezzi immobiliari siano vulnerabili ad un collasso che potrebbe danneggiare l'economia americana." Quindi, riconoscono che la crescita dei prezzi è stata più sostenuta negli ultimi mesi, in presenza di una recessione, e che "molti analisti sostengono che la recente crescita dei prezzi immobiliari sia sintomatica di una bolla che scoppierà, proprio come scoppiò la bolla della borsa". Ma alla fine concludono: "La nostra analisi del mercato immobiliare americano negli ultimi anni trova poche indicazioni a sostegno di una bolla nazionale del prezzo della casa".

...e del debito delle famiglie

La Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea (BRI) ha pubblicato uno studio sul debito delle famiglie, in cui si fa notare che esso "è cresciuto considerevolmente in molti paesi negli ultimi due decenni, sia in termini assoluti che relativamente ai redditi." Questo processo "ha sollevato timori sulla sua sostenibilità e sulle possibili implicazioni per il sistema finanziario e la macroeconomia".
In molti paesi, tra cui gli USA, la Gran Bretagna, l'Australia, il Giappone e la Germania, il debito delle famiglie ha superato il reddito disponibile. I casi più drammatici sono quelli della Danimarca e dell'Olanda - i primi della classe nelle riforme strutturali - dove i debiti delle famiglie hanno raggiunto il 230% e il 195% del reddito annuale. Tre quarti del debito delle famiglie deriva dal mutuo sulla casa. Il rapporto della BRI, mentre esclude che il debito in quanto tale possa scatenare "uno shock negativo per l'economia", ammette però la probabilità che esso "amplifichi le scosse che provengano da altre fonti".