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La piaga dei derivati in Italia

dichiarazione di Paolo Raimondi
Roma 12 ottobre 2004

Come riporta il Corriere Economia di lunedì 11 ottobre, anche l’Italia è stata investita dalla bufera della finanza speculativa dei prodotti derivati che si sta accanendo soprattutto contro la piccola e media industria. Secondo il resoconto del giornale milanese circa 30.000 aziende sono a rischio in quanto titolari di derivati in rosso confezionati da un po’ tutte le banche, a volte giocando sulla promessa di fumose garanzie contro possibili perdite, a volte sulla mancanza di competenza in materia, a volte su un desiderio infantile di facile guadagno e altre volte su pesanti condizionamenti bancari.
Come riporta la Banca d’Italia, solamente i derivati sui tassi d’interesse sono aumentati del 19% nel secondo semestre del 2003 rispetto al primo, raggiungendo un valore di 262,3 miliardi di euro. Negli ultimi mesi le perdite sono esplose anche se per il momento non appaiono nei bilanci in quanto non è obbligatorio dichiararle. Questo vale fino al primo gennaio prossimo quando le nuove direttive UE renderanno molti bilanci dei veri e propri ottovolanti.
Anche la Commissione Finanze della Camera ha avviato il 23 settembre un’indagine conoscitiva sulle conseguenze di questa grave crisi.

Noi abbiamo da anni ammonito del crac finanziario in corso provocato dalla crescita cancerosa della bolla speculativa finanziaria, dove i derivati fanno la parte del leone. Nei passati dieci anni a livello mondiale, la forbice tra l’economia reale e produttiva e quella finanziaria speculativa si è divaricata al punto che la seconda sta fagocitando la prima ad una velocità esponenziale.
Recentemente la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea ha rilasciato una “Indagine triennale delle banche centrali sull’attività dei mercati dei cambi e dei derivati” basata su dati di aprile 2004 che nuovamente conferma la bancarotta del sistema finanziario:
• Il volume quotidiano dei mercati dei cambi tradizionali è aumentato del 57% raggiungendo i 1.880 miliardi di dollari.
&Mac183; Il volume delle transazioni OTC (fuori bilancio) è aumentato del 112% raggiungendo 1.200 miliardi di dollari al giorno. Il 43 % di tutte queste transazioni non sono fatte con banche ma con hedge funds altamente instabili.
• Annualizzando queste cifre si ottiene un volume di 500 mila miliardi di transazioni forex e 300 mila miliardi di transazioni in derivati OTC. Inoltre secondo l’ultimo rapporto trimestrale della BRI, il volume annuale dei derivati trattati in borsa ammonta a 1,2 milioni di miliardi. Con questo il totale delle operazioni speculative sui cambi e dei derivati arriva a 2 milioni di miliardi di dollari.
Per non perdere la testa davanti a questa girandola di cifre impossibili da immaginare bisogna confrontarle con i 40.000 miliardi di dollari del PIL mondiale. Per cui il totale delle operazioni speculative equivale a 50 volte il PIL mondiale! E’ da ricordare che all’inizio degli anni novanta i derivati erano quasi inesistenti.

Occorre mettere in moto, senza più indugi, azioni concrete a livello nazionale, europeo ed internazionale, per sottoporre l’intero sistema finanziario mondiale a un processo di riorganizzazione per bancarotta e realizzare il programma chiamato “Una Nuova Bretton Woods”, come proposto dall’economista e politico americano Lyndon LaRouche. LaRouche, sostiene attivamente la candidatura del democratico John Kerry e con altri alleati politici sta lavorando per preparare una nuova presidenza, capace di riproporre un New Deal moderno e a livello internazionale, come avvenne con Franklin Delano Roosevelt per uscire dalla Grande Depressione del 1929-32.
Occorre mettere sotto controllo la finanza speculativa con misure decise in modo coordinato dai governi, creare nuove linee di credito a basso tasso di interesse e a lungo termine per sostenere un vasto programma di investimenti produttivi in infrastrutture “pesanti” (trasporti, energia, comunicazioni, agroindustriale) e “leggere” (educazione, sanità, ricerca) per far fronte alle grandi sfide epocali di crescita e di sviluppo.


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