Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

Il Movimento Solidarietà è intervenuto nello sciopero generale del 30 novembre, a Milano, distribuendo il seguente volantino alla manifestazione culminata a piazza Duomo con il comizio del segretario generale della CGIL Epifani



IL VERO PROBLEMA E’ IL PATTO DI STABILITA’

Qualsiasi finanziaria basata sui parametri liberisti contribuirà solo a distruggere l’economia produttiva

L’attuale tornata di tagli alla spesa sociale e agli investimenti non rappresenta certamente una novità. E’ da più di dieci anni che i banchieri della City di Londra e di Wall Street chiedono la loro “libbra di carne” da una popolazione che fa sempre più fatica ad andare avanti. Fino a pochi anni fa, c’era ancora il mito della “new economy”, un’economia basata solo sui servizi e sulla speculazione finanziaria. Ma l’economia reale non cresce; anzi, la produzione industriale continua a crollare, gli stipendi reali non aumentano da decenni, e solo i più ‘fessi’ credono alla “ripresa in arrivo”, annunciata dagli economisti sempre più lontani dalla realtà, e amplificata dai mass media.
Il vero problema però, è che le istituzioni dominanti non hanno la benché minima idea di come risolvere la crisi. Non basta scendere in piazza in difesa del potere d’acquisto; non basta chiedere nuovi lavori non-precari; e non basta certamente lamentarsi dei “ricchi cattivi” che pensano solo agli affari loro. Bisogna sapere perché il sistema economico mondiale sta crollando, e avere un programma per fermare il crollo prima che sia troppo tardi.
Dagli anni Settanta in poi, c’è stata una progressiva riduzione della capacità produttiva delle economie più avanzate, nel nome della società “postindustriale”. Questa trasformazione ha profondamente incrinato le fondamenta dell’economia reale.
In un periodo di crisi, qualsiasi paese sano dovrebbe lanciare massicci investimenti nei grandi progetti infrastrutturali (trasporti, nuovi sistemi idrici, energetici, sanitari...) e puntare sulla ricerca nelle tecnologie più avanzate; tutto in un contesto di crescita culturale. Qualsiasi paese – compresi quelli dell’Africa, Asia e America Latina – vorrebbe dare una vita dignitosa alla propria popolazione. Ma ci sono forze politiche oligarchiche che non lo vogliono affatto. Preferiscono tenere i poveri in uno stato di schiavitù, e rendere impotenti tutti i governi sovrani - compresi quelli dei paesi industrializzati, che accettano i diktat del Fondo Monetario Internazionale e dei suoi mandanti che manipolano i “mercati.”
In Europa, queste forze hanno usato il Trattato di Maastricht per bloccare tutti i tentativi di rilancio dell’economia reale. Quando i paesi devono avere il “permesso” di fare degli investimenti produttivi dai burocrati di Bruxelles – un permesso che non arriva mai – non c’è nessuna possibilità di rilanciare la crescita economica.
Occorre abolire i parametri monetari del Patto di Stabilità e procedere ad una riorganizzazione del sistema finanziario internazionale, per evitare un crac finanziario globale, dovuto al forsennato tentativo di tenere a galla questa economia di carta. Questa proposta, conosciuta come la Nuova Bretton Woods dell’ex candidato democratico americano Lyndon LaRouche, rappresenta ormai l’unica soluzione possibile. L’imminente crollo del dollaro potrebbe essere l’innesto di questa bomba, il cui scoppio incontrollato getterebbe la civiltà attuale in una nuova epoca buia.
Una riorganizzazione sul modello del New Deal di Franklin Delano Roosevelt, per ridare speranza e dignità all’80% della popolazione che non beneficia affatto dalle fantasie della “new economy” o dalla speculazione finanziaria.
E’ questa la carta vincente nella politica europea, e anche nella politica americana, dove il movimento giovanile di LaRouche sta mobilitando la parte migliore del partito democratico americano, per salvare il paese e il mondo dalle follie di Dick Cheney e dalla sua marionetta, George W. Bush.
John Kerry ha perso soltanto perché si è mosso tardi. Per sei mesi si è fatto condizionare dal “business as usual” della responsabilità fiscale e dalla paura di sfidare la politica di guerra dei neo-conservatori. Se avesse seguito le indicazioni di LaRouche prima, dicendo la verità sul crollo dell’economia, avrebbe stravinto contro la tigre di carta repubblicana.
Il Movimento Solidarietà sfida gli italiani a guardare al di fuori del “teatrino” politico, in cui ogni problema viene ridotto ad una questione meramente italiana, da attribuire al pagliaccio di turno.
L’economia mondiale è in una fase di crollo. Non ci sarà nessuna ripresa senza l’abbandono esplicito dei folli assiomi liberisti del Patto di Stabilità, ed un ritorno al modello politico-economico del “Sistema Americano” di Abramo Lincoln e Franklin Roosevelt, che non ha niente a che vedere con l’attuale politica imperiale degli Stati Uniti.
La vera moralità di una società si trova nella sua capacità di riconoscere i propri errori, e dedicarsi al progresso e alla realizzazione del Bene Comune.






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