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Dietro la crisi in Ucraina
La crisi scoppiata in Ucraina dopo la seconda tornata elettorale del 21 novembre minaccia di trasformarsi in un lungo conflitto geopolitico. Ne potrebbe emergere un "conflitto balcanico nell'Europa orientale", con il rischio di una spaccatura del paese e con conseguenze molto pericolose per l'Europa e per la sicurezza internazionale.
E' in ballo non solo la questione dei brogli elettorali che i due candidati si rinfacciano a vicenda, né la necessità di nuove elezioni. L'aspetto più profondo che anima la questione è quello delle "sfere d'influenza". All'epoca del crollo dell'Unione Sovietica, nel dicembre 1990, l'allora presidente Bush ("41") rassicurò la dirigenza russa che per gli Stati Uniti l'Ucraina sarebbe restata nella "sfera d'influenza russa". Da allora la Russia ha rispettato l'indipendenza ucraina ma ha dominato sempre più l'economia del paese. E' molto importante notare che le forniture energetiche della Russia all'Europa passano principalmente per l'Ucraina: il 40% del gas e il 25% del petrolio. La principale base della marina militare russa nel Mar Nero si trova a Sebastopoli e sempre sul territorio ucraino si trovano stazioni radar di importanza strategica.
Nell'ultimo decennio l'atteggiamento statunitense è andato cambiando. L'elemento più evidente è l'aperta presa di posizione di Colin Powell a favore di Victor Yushenko. Lo stesso ha fatto Zbigniew Brzezinski per conto degli ambienti democratici USA. Al tempo stesso, però, il presidente russo Putin ha dimostrativamente offerto il suo sostegno a Victor Yanukovich, prima e dopo il voto. Un esperto consultato dall'EIR ha fatto notare come proprio nei giorni precedenti al voto in Ucraina Putin abbia annunciato che la Russia introdurrà nuovi sistemi di armi nucleari strategiche.
Il contesto geopolitico dell'attuale crisi in Ucraina è completato dalle divisioni interne, che hanno una dimensione storica, culturale e religiosa. Le regioni orientali e meridionali del paese sono appartenute nei ultimi secoli all'Impero Russo. Le regioni occidentali erano originariamente dominate dall'impero polacco-lituano e, dopo la spartizione della Polonia del 1772, sono passate sotto l'impero austroungarico. Sotto la dominazione austriaca fino al 1918, la Galizia è culturalmente orientata verso l'Europa centro-occidentale, una tendenza rafforzata dalla locale chiesa ortodossa che riconosce il Papa cattolico di Roma e non il Patriarca ortodosso di Mosca. Dal 1918 al 1939, la Galizia finì sotto la Polonia, prima di essere annessa all'Unione Sovietica, accorpata alla Repubblica Sovietica dell'Ucraina nel 1945. Negli anni del dopoguerra tra le forze sovietiche e i nazionalisti dell'Ucraina occidentale fu combattuta una dura e sanguinosa guerra partigiana, in cui servizi segreti americani, in parte attraverso la "Organizzazione Gehlen" in Germania, sostennero i nazionalisti.
L'esperto già menzionato sostiene che sarebbero molto pericolose le "interferenze esterne" nella crisi ucraina, e cioè una "strumentalizzazione dei brogli a scopi geopolitici", specialmente da parte degli USA o di altri governi occidentali. La crisi ucraina potrebbe rapidamente sfociare in un conflitto geopolitico alla "Great Game", quello condotto dagli inglesi nell'Asia centrale tra otto e novecento.


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