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L'Italia e il debito argentino
In una serie di dichiarazioni riportate dai due maggiori giornali argentini, Clarin e La Nacion, il 28 novembre scorso, il Ministro degli Esteri dell'Argentina, Rafael Bielsa, ha ribadito che il governo Berlusconi non sta svolgendo un ruolo costruttivo sulla questione dei bond argentini diventati inesigibili dopo il fallimento della nazione. Al contrario Bielsa ha rivelato che, a seguito del recente intervento del presidente Nestor Kirchner che aveva stigmatizzato il comportamento di Roma in quanto "mina il processo di ristrutturazione del debito", l'ambasciatore italiano Roberto Nigido ha consegnato al Ministro degli Esteri di Buenos Aires un messaggio di "sorpresa e di amarezza".
Bielsa ha quindi riferito alla stampa argentina i vari interventi del governo Berlusconi contro un accordo positivo, che non può prescindere dal riconoscere le pesanti responsabilità del Fondo Monetario Internazionale e della comunità bancaria internazionale e italiana, che ha rifilato titoli di fatto senza valore anche a decine di migliaia di risparmiatori italiani:
1) Il Presidente della Camera Casini è stato messo sotto pressione affinchè bloccasse un viaggio in Argentina di membri della Commissione Finanze del Parlamento italiano;
2) Il governo italiano ha sabotato un incontro tra parlamentari italiani e argentini organizzato per novembre dalla Società di Amicizia Italo-Argentina. L'incontro aveva lo scopo di appoggiare una proposta di legge che identificava "la corresponsabilità delle banche italiane" e proponeva meccanismi di compensazione per i risparmiatori che hanno subito delle perdite nel fallimento argentino.
Il Clarin sottolineava anche che la proposta di legge non aveva solo l'appoggio dell'opposizione ma anche di parlamentari di Alleanza Nazionale e della Lega.
Attualmente il governo di Buenos Aires è nel mezzo della più grande riorganizzazione di un fallimento nazionale della storia, per 100 miliardi di dollari di debiti inesigibili. La responsabilità principale ricade sul Fondo Monetario Internazionale e sul sistema delle banche e finanziarie internazionali, che hanno spinto, consapevolmente, e bisogna sottolineare consapevolmente, i governi argentini, soprattutto quello di Carlos Menem, verso una politica ultraliberista e di indebitamento ad alti tassi di interesse e hanno avallato l'emissione di miliardi di bond che sapevano essere carta straccia da piazzare a risparmiatori inconsapevoli ed inesperti dei giochi della finanza sporca. In sostanza hanno fatto l'equivalente di 5 Parmalat, per intenderci. Con la sola differenza che a fallire è stata l'intera nazione argentina, scaraventando nell'assoluta povertà milioni di cittadini, lavoratori e imprenditori, che oggi sono chiamati a pagare con il loro sangue per le grandi speculazioni bancarie internazionali.
La Nacion riferisce che in un discorso del 26 novembre il presidente Kirchner ha sottolineato: "Si paragoni l'atteggiamento del governo italiano per la ristrutturazione del debito con il nostro atteggiamento, quando noi aprimmo i nostri cuori e le nostre braccia agli italiani durante i momenti più difficili dell'Italia ... Quando noi vediamo un governo agire in tal modo ci fa male, e ci aspettiamo che corregga il suo atteggiamento."
E ha aggiunto: "Non sono gli argentini di buona volontà ad avere truffato i detentori italiani di bond. Le banche italiane hanno una grande responsabilità in quanto sapevano che quei bond argentini erano inesigibili ma sono andate avanti a venderli ai risparmiatori italiani, truffandoli."
A seguito di alcuni comunicati di denuncia del presidente del Movimento Solidarietà Paolo Raimondi, il 3 dicembre il parlamentare di AN Sandro Delmastro Delle Vedove ha presentato un'interrogazione al ministro degli Esteri Gianfranco Fini chiedendo quali iniziative si intende prendere da parte del governo per "rasserenare i rapporti" tra Italia ed Argentina, e proponendo 1) un incontro di parlamentari dei due paesi, 2) misure di garanzia per la popolazione argentina e per i risparmiatori di cui dovrebbe farsi promotore il FMI, che attualmente si limita all'esazione usuriosa del debito, 3) misure più generali per rifondare il sistema finanziario internazionale affinché serva meglio l'economia reale e abolisca le bolle speculative di cui l'episodio dei bond argentini è sintomatico.


Attivisti del movimento giovanile di LaRouche (LYM) al centro di Buenos Aires


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