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Il senato francese sull’“Europa neo-colbertista“
Un gruppo di lavoro della Commissione Affari Economici del Senato francese, composto da 15 membri sia conservatori che socialisti, ha pubblicato un rapporto intitolato “Per un’Europa neo-colbertista”, e fa il quadro di come la delocalizzazione affligga le capacità industriali della Francia e del resto d’Europa. La delocalizzazione in Europa orientale colpisce direttamente l’industria, il settore che ha più direttamente costruito la forza e il benessere della Francia e dell’Europa, dall’epoca della rivoluzione industriale alla ricostruzione del dopoguerra.
Il rapporto dunque lancia un appello per il ripristino delle capacità industriali dei paesi europei e per un ruolo attivo dello stato in tale ricostruzione. L’inizio del processo erosivo viene fatto risalire alla crisi petrolifera del 1974 e al processo successivo di creazione di una sempre più vasta economia dei servizi. La forza lavoro francese allora impegnata nell’industria era il 38% del totale, mentre nel 2001 risultava essere solo il 18%, con la parallela espansione del settore dei servizi. La delocalizzazione non ha fatto che accentuare il processo. Sebbene, in termini assoluti, il fenomeno in Francia non sia ancora macroscopico come altrove, esso potrebbe rivelarsi presto un problema drammatico per l’occupazione in alcune regioni. I senatori notano come la delocalizzazione dell’industria tenderà a peggiorare perché, oltre ai costi ridotti del lavoro, nell’Europa orientale ci sono maestranze sufficientemente qualificate. Prossimamente, anche Cina ed India possederanno una forza lavoro simile.
Come affrontare questo problema, in Francia ed in Europa? Gli estensori del rapporto raccomandano di porre fine alla “finanziarizzazione” dell’economia che impone le regole dei profitti a breve minando così le prospettive future delle attività e delle imprese. La Banca Centrale Europea avrebbe bisogno di un nuovo orientamento. La Francia spicca per le sue capacità nel settore delle infrastrutture ad alta tecnologia: nucleare, acqua, alta velocità, macchinari per grandi impianti integrati. La Francia deve riorientarsi in tal senso e fare gli investimenti necessari nella ricerca e lo sviluppo. I senatori però non sollevano apertamente il problema di come sotterrare le regole di Maastricht e come riorganizzare il sistema finanziario neo-liberale attualmente vigente.


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