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La vera storia del terrorismo in Europa

Il principale quotidiano elvetico, il Neue Zürcher Zeitung (NZZ), ha pubblicato il 15 dicembre un articolo di un'intera pagina intitolato "Gli eserciti segreti della NATO". Lo ha scritto Daniel Ganser del Centro studi di sicurezza (CSS) all'Università tecnica federale (ETH) di Zurigo. Le supersegrete reti "stay-behind" nei paesi della NATO ed in altri paesi neutrali in Europa non furono allestite soltanto per gestire la guerriglia nell'eventualità di un'occupazione sovietica dell'Europa, ma ricoprirono un ruolo nelle operazioni terroristiche della "strategia della tensione".
In una audizione al Senato, il 3 agosto 1990 l'allora presidente del consiglio Giulio Andreotti confermò l'esistenza della formazione paramilitare segreta Gladio. Disse che in Italia la rete di Gladio era un'operazione segreta dei servizi militari SISMI e della CIA. Il Senato richiese un rapporto scritto sull'argomento che Andreotti presentò il 18 ottobre successivo. Nel documento si confermava che Gladio era ancora attivo e che strutture simili esistevano anche in altri paesi dell'Europa occidentale, sotto il coordinamento del "Comitato alleato clandestino" (ACC) e del "Comitato pianificazione clandestina" che operavano nel quartier generale della NATO a Bruxelles. A queste rivelazioni fecero seguito delle inchieste condotte dal giudice Felice Casson il quale aveva raccolto delle prove sulle responsabilità di Gladio in alcuni attentati della "strategia della tensione", il più grave dei quali quello alla stazione di Bologna del 1990.
Anche in Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Grecia, Austria, Svizzera, nei paesi scandinavi e nel Parlamento Europeo furono aperte indagini sulle reti "stay-behind". In Germania, dove i legami con Gladio sembravano emergere con la formazione neo-nazista "Wehrsportgruppe Hoffmann" e con le bombe all'Oktober Fest del 1980 a Monaco, i due principali partiti tedeschi, CDU ed SPD, concordarono in fretta e furia di non lasciar trapelare niente in pubblico. L'esistenza di Gladio fu invece confermata dai governi di Francia, Grecia, Spagna e Belgio, ma delle rivelazioni sostanziali emersero solo in Italia, Svizzera e Belgio. Fino ad oggi la NATO, la CIA e i servizi britannici MI6 hanno respinto qualsiasi ammissione dell'esistenza stessa di una rete "stay-behind".
L'articolo del quotidiano svizzero <I>NZZ<P> conclude: "Chi solleva questo argomento arriva inevitabilmente al quesito di fondo: si trattava di una rete di sicurezza o erano delle cellule terroristiche? La risposta apparentemente paradossale a questa domanda essenziale è: tutt'e due. Gli eserciti segreti della NATO erano una rete di sicurezza come anche delle cellule terroristiche ... Sulla scorta dei dati italiani si conclude che gli eserciti segreti della NATO erano delle cellule terroristiche, simili alle cellule nascoste di Al Qaeda, pronte per essere attivate per diffondere, con attacchi terroristici improvvisi, paura e terrore nella popolazione e combattere il nemico politico".
Il prossimo febbraio il CSS presenterà al centro ETH di Zurigo un nuovo libro su Gladio intitolato "Gli eserciti segreti della NATO, l'operazione Gladio e il terrorismo nell'Europa occidentale".

Il contesto strategico della rivelazioni su Gladio
Commentando l'articolo del Neue Zürcher Zeitung di cui sopra, Lyndon LaRouche ha detto che l'impostazione generale è molto simile a quella seguita dalla rivista EIR nel corso di molti anni ed ha proposto anche un parallelo con le rivelazioni contenute nel libro "Confessions of an Economic Hit Man" di John Perkins.
"Ci troviamo di fronte a gente che spunta all'improvviso dagli interstizi di quella struttura per denunciare quello che prima non avrebbero mai osato menzionare" ha osservato LaRouche. "Il motivo di ciò è che c'è gente responsabile nei piani alti che si rende conto, in primo luogo, che il sistema finanziario affonda ... Poi sa anche che c'è un tentativo, di stampo filonazista nella sostanza, di arrivare globalmente a forme dittatoriali di governo, sfruttando le circostanze. ... Ci sono molte personalità che semplicemente non intendono finire in un inferno e si fanno avanti anche se prima non si sarebbero mai sognate di farlo".
Un esperto tedesco consultato dall'EIR ritiene l'articolo del quotidiano svizzero decisamente straordinario e, ha aggiunto "è davvero importante che un giornale come il NZZ pubblichi una cosa del genere proprio in questo momento". Evidentemente si tratta di un monito che certi ambienti influenti vogliono dare sul "rischio che si sta profilando una nuova 'strategia della tensione' e che questo ricalcherebbe il modus operandi di Gladio. Se alla precedente immagine del nemico, quella dei "comunisti" o "terroristi di sinistra", si sostituisce la nuova immagine degli "islamici" si può concludere che la nuova Strategia della Tensione è già in moto, ha osservato la fonte.
Un altro esperto europeo ha detto all'EIR: "All'epoca dell'amministrazione Clinton il NZZ non avrebbe mai pubblicato un articolo del genere. Qualcuno è evidentemente giunto alla conclusione che con l'amministrazione di George W. Bush andiamo incontro ad una Strategia della Tensione di dimensioni globali".


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