Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

La peggiore catastrofe nella storia:
il mondo ha bisogno di un nuovo ordine economico mondiale!

Dichiarazione di Helga Zepp LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco
(Buergerrechtsbewegung Solidaritaet)

29 dicembre 2004

La più grande operazione di aiuti di tutti i tempi, appena iniziata, affronta un compito arduo: recuperare 100.000 salme, per impedire la diffusione di epidemie che moltiplicherebbero il numero di vittime, dare un alloggio a 2 milioni di senzatetto, ricostruire 60.000 villaggi e le infrastrutture distrutte dallo tsunami nelle zone agricole. Per ristabilire le condizioni che esistevano prima dell’onda anomala, saranno necessari investimenti per svariate decine di miliardi di dollari. La proposta del Cancelliere tedesco Schroeder, di una cancellazione del debito estero di Indonesia e Somalia, è un passo nella direzione giusta.
Ma sono necessari passi ancor più fondamentali, se vogliamo evitare il ripetersi di catastrofi di queste dimensioni. Dobbiamo distinguere tra quegli aspetti dei disastri naturali che non possono essere evitati, e gli effetti deleteri della mancanza di una politica di sviluppo negli ultimi decenni. Prima di questa catastrofe, l’onda anomala (tsunami) più drammatica nella storia fu quella che provocò l’esplosione del vulcano Thera in quella che oggi si chiama l’isola Cantorini, intorno al 1628 a.C., distruggendo la cultura minoica. Dobbiamo dunque presumere che ci saranno altre onde anomale come quella che ha colpito il Sud Est Asiatico. Un sistema di allarme può essere installato in modo abbastanza semplice nelle aree a rischio, e non è particolarmente costoso. Ancora meno costosa sarebbe stata una telefonata del Dipartimento di Stato ai governi dei paesi colpiti, visto che gli Stati Uniti disponevano di un sistema di allarme nella base navale di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano. Che cosa ha impedito al governo americano di avvisare in tempo i governi locali, consentendo loro di salvare molte vite umane? Questa domanda occuperà il mondo per molto tempo!
Ma la colpa più grave di cui si sono macchiati gli organismi finanziari internazionali è l’assoluta mancanza di progetti di sviluppo per questi paesi negli ultimi decenni. Il boom turistico in paesi come Tailandia, Sri Lanka o le Seychelles, da cui traggono profitto soltanto grosse catene turistiche internazionali, non ha migliorato le condizioni di vita della popolazione, né l’economia del paese in cui vivono. Al contrario, i villaggi turistici si sono rivelati trappole mortali per molti abitanti, ed anche per molti turisti.
In un sistema economico globalizzato come quello attuale, un terzo del genere umano soffre permanentemente di malnutrizione, un miliardo di bambini vive nella povertà, ogni giorno muoiono di fame e di malattie curabili 50.000 esseri umani, e interi continenti vedono minacciata la propria esistenza. Tutto questo dimostra il fallimento dell’attuale ordine economico mondiale. Il fatto che i governi del G7 (Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Italia e Giappone) siano sottomessi al diktat dell’oligarchia finanziaria internazionale che trae profitto dalla globalizzazione, e che la maggioranza della popolazione dimostri un’incredibile indifferenza morale verso la povertà in cui vivono 4 miliardi di persone, non significa certo che questo sistema economico funzioni ancora.
La portata di questo fallimento economico e morale diventa più chiara paragonando l’atteggiamento attuale a quello che predominava negli anni Cinquanta e Sessanta, quando tutti pensavano di poter sconfiggere il sottosviluppo dei paesi in via di sviluppo, considerato giustamente il risultato di secoli di colonialismo, e nei paesi più ricchi si discutevano programmi concreti di sviluppo per quelli più poveri. Alle Nazioni Unite si discuteva di “decenni di sviluppo” grazie ai quali sarebbe stato possibile aumentare i livelli di vita e la longevità delle popolazioni di questi paesi. In quegli anni Papa Paolo VI pubblicò l’enciclica Populorum Progressio , un appello accorato allo sviluppo e contro la povertà che “grida vendetta al cospetto di Dio” .
Ma alla fine degli anni Sessanta si impose una mentalità nuova, che trasformò i paesi del G7 da società produttrici a società consumatrici, spostando l’economia dalla produzione di beni reali alla speculazione finanziaria, dalla promozione del Bene Comune alla società egoistica della carriera e del “divertimento”. Dopo questa svolta, cambiò anche l’atteggiamento verso il cosiddetto “Terzo Mondo”. Questi paesi diventarono destinazioni per vacanze poco costose, magari in qualche hotel a cinque stelle affacciato sul mare, visto che le popolazioni locali percepiscono salari così meravigliosamente bassi.
Per molti versi, il mondo fantastico della società del consumo e del divertimento ha subito uno choc. Nel suo modo tipicamente cinico, il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung si è chiesto il 29 dicembre che cosa hanno in comune un pescatore indiano ed un turista tedesco? Normalmente, niente, ma ora condividono la stessa fossa comune. Se vogliamo cercare un significato in questa orribile catastrofe nel sud est asiatico, forse essa è un segno dal Cielo che non possiamo costantemente violare le leggi del Creatore, trattando larga parte dell’umanità come essere umani di seconda classe, senza provocare una Nemesi.
Il sistema della globalizzazione è entrato nella fase finale di un collasso sistemico. La caduta libera del dollaro ne è solo un sintomo. Ora che perfino gli esperti economici parlano di “Hiroshima del sistema finanziario”, o di Apocalisse finanziaria, tutti dovrebbero sapere che è suonata l’ora: è in arrivo il crac finanziario del 2005.
Ma una via d’uscita esiste.

  1. I paesi del G7 dovranno attuare una riorganizzazione del sistema finanziario, di concerto con Russia, Cina, India ed altri stati del mondo, adottando un nuovo sistema di Bretton Woods nella tradizione di Franklin Delano Roosevelt.
  2. Occorre cancellare il debito non soltanto di Indonesia e Somalia, ma di tutto il settore in via di sviluppo, che non può pagarlo comunque.
  3. La speculazione finanziaria in valuta e in strumenti derivati, che stando all’ultimo rapporto della Banca per i Regolamenti Internazionali è arrivata al volume incredibile di 2 milioni di miliardi di dollari, deve essere abolita, e dichiarata illegale con accordi tra i governi. Devono essere introdotti tassi di cambio fissi per rendere impossibile la speculazione contro le valute e le economie nazionali.
  4. L’elargizione del credito per investimenti produttivi va sottratta al controllo di organismi “indipendenti” quali le banche private o la banca centrale, e tornare sotto il controllo dei governi sovrani.
  5. Parte di questo accordo per una nuova Bretton Woods sarà la creazione di almeno 2.000 miliardi di dollari di nuovi crediti produttivi per le nazioni del G7, per garantire la piena occupazione nel contesto della costruzione del ponte di sviluppo eurasiatico, ovvero l’integrazione infrastrutturale dell’Eurasia.
  6. Per poter sconfiggere il sottosviluppo in vaste aree del settore in via di sviluppo in Asia, Africa e Sud America, nel contesto del ponte eurasiatico quale motore per la ricostruzione dell’economia mondiale, bisognerà dar vita ad una Banca Internazionale per lo Sviluppo che elargisca almeno 500 miliardi di Euro di crediti annuali per progetti di sviluppo chiaramente definiti.
  7. L’economista americano Lyndon LaRouche ed il suo movimento internazionale lavorano dagli anni Settanta a progetti di sviluppo concreto per l’Africa, il Sud America, il Bacino del Pacifico, l’India, il sud est asiatico, ed ora per l’Eurasia, programmi che, presi nel loro insieme, potrebbero fornire la base concreta per un nuovo ordine economico mondiale più giusto, immediatamente!

Soltanto sviluppando nazioni come quelle dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina fino a livelli di vita dignitosi per tutta la popolazione, in futuro potremo ridurre al minimo gli effetti delle catastrofi naturali.
Quando pensate a queste questioni, che determineranno il futuro del XXI secolo, non pensate a voi stessi. Pensate a quale sarà il vostro contributo affinché il genere umano porti dignitosamente questo nome!
Unisciti al nostro movimento per un nuovo ordine economico mondiale più giusto!






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