Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

Il 5 gennaio Lyndon LaRouche ha tenuto una trasmissione su internet. Ha esortato i democratici a dare battaglia sulla questione della delegittimazione dell'elettorato, se vogliono che vi siano elezioni oneste la prossima volta. Nella foto alcuni simpatizzanti e personalità democratiche di Washington durante la trasmissione.

 

Contestata al Congresso USA la legittimità del Presidente Bush

La seduta congiunta di Camera e Senato del Congresso degli Stati Uniti, tenutasi il 6 gennaio per ratificare i risultati del voto del 2 novembre, si è trasformata in una sconfitta politica per George W. Bush e un'affermazione della leadership di Lyndon LaRouche. Secondo la procedura, le due camere dovevano approvare, stato per stato, i risultati del voto. Quando è stata la volta dell'Ohio, un folto gruppo di deputati democratici, guidato da Stephanie Tubbs-Jones, ha presentato un'obiezione. Diversamente dal 2000, quando i deputati democratici che contestarono il risultato elettorale della Florida non poterono contare su un solo senatore che desse validità procedurale alla contestazione, questa volta la sen. Barbara Boxer si è unita al gruppo sottoscrivendo la loro mozione.
Così, per la prima volta dal 1877, le due Camere del Congresso hanno dovuto procedere separatamente ad un dibattito di due ore, con interventi di cinque minuti per ciascun membro, come prescritto per legge. Molti democratici hanno denunciato l'esclusione sistematica degli elettori. Una documentazione molto dettagliata in merito è stata presentata agli atti dall'on. John Conyers.
I repubblicani hanno cercato di controbattere affermando che la contestazione sarebbe solo un ignobile espediente fazioso, dettato dall'incapacità di accettare la sconfitta elettorale, ecc. Secondo il capogruppo repubblicano Tom DeLay, la Camera dei Rappresentanti si sarebbe coperta di vergogna con un attacco alla democrazia, contro "la scelta popolare".
Il Senato ha respinto l'obiezione con 74 voti contro 1 e la Camera con 267 contro 31. Dopo questo voto la seduta congiunta del Congresso ha proclamato George W. Bush presidente.
In realtà Bush ha perso nel suo tentativo di zittire irrevocabilmente l'opposizione presentandosi come vincitore di un "mandato elettorale": ora si prospetta una serie di duri scontri politici. Il fatto che per la prima volta nella storia un presidente non sia stato riconosciuto automaticamente dal Congresso significa che non ha nessun "mandato". Non solo: egli ora parte decisamente svantaggiato nella battaglia politica che i suoi controllori ritengono decisiva: la riforma previdenziale.

Il ruolo di LaRouche nello scontro per la conferma di Bush
La contestazione del risultato elettorale del 2 novembre non si sarebbe potuta concretizzare senza l'intervento di Lyndon LaRouche, che in due importanti interventi pubblici, in particolare il 9 novembre e il 5 dicembre (trasmessi su internet), ha spiegato che questa battaglia avrebbe dovuto essere combattuta come una questione di vita o di morte per la Costituzione degli Stati Uniti. E' così che molti democratici sono riusciti a superare la demoralizzazione ed hanno deciso di dare battaglia. Nelle ultime settimane la capitale è stata battuta in lungo e in largo dai picchetti del movimento giovanile di LaRouche, che hanno animato il dibattito interno al partito e hanno distribuito grande quantità di materiale propagandistico.
Il 5 gennaio LaRouche ha detto tra l'altro: "Prima di tutto, non si può accettare quello che è successo nel processo elettorale. Parliamo dell'esclusione degli elettori. Il numero dei voti che qualcuno ha deciso di conteggiare non dice ciò che è accaduto in queste elezioni. E così, il semplice riconteggio dei voti non può riparare ai torti che sono stati fatti. Ci sono persone che sono state private dell'opportunità di votare. Volevano votare, ma questo diritto è stato loro negato nei fatti, così non c'è traccia documentale del loro voto anche se essi avrebbero voluto esercitare il loro diritto. Questo è accaduto soprattutto in quelle aree in cui il Partito Repubblicano sapeva che ci sarebbe stata un'affluenza di massa degli elettori democratici. Dunque, riconsiderando l'intera procedura elettorale non si può assolutamente dire che i diritti elettorali siano stati dovutamente rispettati".
LaRouche ha poi fatto riferimento all'esperienza del 2000, alle irregolarità della Florida, all'intervento di Antonin Scalia della Corte Suprema per assegnare la vittoria a Bush, ed ha quindi aggiunto:
"Che facciamo, a questo punto, ci lasciamo intimidire e molliamo su quella che è la questione centrale? Non è in ballo il risultato delle elezioni del 2004, ma delle prossime, quelle del 2008. In altre parole, la truffa di queste elezioni consiste nell'esclusione degli elettori; in questo si concentra la frode." Con questo LaRouche si riferisce alle tattiche con cui la base naturale del partito democratico, gli strati più popolari, è stata tenuta lontana dalle urne, sia limitando le strutture elettorali vere e proprie, sia con campagne di intimidazione e disinformazione mirate.
"Se qui non corriamo ai ripari – ha continuato LaRouche – come facciamo ad evitare che la prossima volta questi mascalzoni ripetano la stessa cosa? Su quale precedente possiamo contare? Scappiamo come topi, per timore che qualcuno ci accusi di faziosità, abbiano paura di rovinarci l'immagine? Oppure sappiamo che è nostro dovere difendere la Costituzione? Così come stanno le cose, il governo che abbiamo non è costituzionale. Specialmente in un'epoca di crisi come questa, gli Stati Uniti hanno bisogno di un governo costituzionale. Occorre difendere il bene comune e i diritti di ciascun cittadino, a cominciare dal diritto di voto. Se si annulla così il diritto di voto, in pratica si abolisce la repubblica.
"E qualcuno ha illecitamente sottratto a molta gente il diritto di voto. In questa campagna di soppressione, che è stata enorme, si sono distinti soprattutto i repubblicani. Qualcuno deve prendere posizione e dire quali sono le dimensioni di questa soppressione del voto e chi deve finire in galera di conseguenza. In questo consiste la frode elettorale. Se non riusciamo a farlo abbiamo un pugno di mosche. Se non abbiamo il coraggio di farlo è la fine della repubblica. Io credo che la Costituzione debba essere difesa tenacemente, il più tenacemente possibile".


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà