Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà



La crisi di "Russia Unita" e le proteste

di Konstantin Cheremnykh

Nonostante il parere decisamente contrario di qualificati esperti, il 1 gennaio 2005 il governo russo ha deciso di procedere con la cosiddetta “monetizzazione delle agevolazioni”, ovvero un modesto compenso in denaro per l’abolizione di tante agevolazioni, a cominciare dall’utilizzo gratuito dei mezzi di trasporto pubblici. Pensionati, invalidi e militari sono subito scesi in piazza inscenando manifestazioni che ora si protraggono da più di un mese, praticamente in ogni regione della Russia. Si calcola che siano stati almeno 250 mila coloro che il 12 febbraio sono scesi in tante piazze russe per manifestare contro le "riforme sociali" che la stragrande maggioranza della popolazione percepisce come una riduzione dei livelli di vita e la fine della possibilità di spostarsi in un paese caratterizzato da grandi distanze.
Le riforme sono state promosse e fatte approvare in Parlamento soprattutto dal partito maggioritario Russia Unita, fin dall'inizio concepito come il partito presidenziale. La reazione popolare si è di conseguenza scagliata contro i suoi candidati nelle elezioni dei governatori, tenutesi tra novembre e gennaio, e in quattro casi su cinque essi sono stati bocciati.
La sconfitta più cocente Russia Unita l'ha ottenuta nel distretto autonomo di Nenets, ricco di petrolio e quindi in una situazione economica relativamente buona. Il candidato di Russia Unita Alexander Shmakov, forte del sostegno finanziario e logistico della macchina amministrativa, non è riuscito ad ottenere che il quarto posto. Le elezioni legislative nella stessa regione hanno visto l'affermazione del Partito Comunista, che non aveva mai vantato sostegni consistenti nella regione.
Il partito presidenziale in pratica è sotto shock. Il 10 febbraio la gloriosa maggioranza "riformista" di Russia Unita si è messa a giocare a rimpiattino nella Duma. La stragrande maggioranza dei parlamentari di Russia Unita ha lasciato l'aula per evitare di partecipare al voto di fiducia sul governo del primo ministro Fradokov. Si tratta di un comportamento evidentemente strano per il partito che fin ora ha difeso le 'riforme' a spada tratta. Per la sfiducia non c'è stato il quorum necessario, ma contro il governo, oltre ai 115 esponenti dell'opposizioni, hanno votato cinque parlamentari di Russia Unita. Essi sono stati prontamente criticati dalla dirigenza del partito, che li ha minacciati anche di espulsione. Anche questo episodio è stato un altro duro colpo per Russia Unita.
Yury Solonin, docente dell'università di San Pietroburgo e membro del Consiglio della Federazione, ha paragonato Russia Unita "ad una duna di sabbia che può essere spazzata via da qualsiasi vento sociale". Il partito è stato costruito sulla completa lealtà al presidente e di conseguenza "non ha una sua vita interna" perché è diretto da "persone il cui pensiero e la cui immaginazione sono zero".
Le difficoltà del partito presidenziale sono prontamente sfruttate dai tanti nemici politici di Vladimir Putin. Vladimir Ryzhkov ha annunciato l'intenzione di costituire un nuovo partito popolare, "democratico di destra", riscuotendo subito i sostegni di diversi politici e affaristi. Secondo fonti attendibili di Mosca "persone così diverse come Eduard Limonov, Alexandr Prokhanov e Marat Gelman si sono incontrate in un ristorante di Mosca per brindare alla 'prossima rivoluzione' in Russia". Scrittore post-modernista, Limonov si è apertamente schierato contro Putin dopo che è stato messo fuori legge il suo eccentrico ma innocuo Partito Nazional Bolscevico. German è un "imagemaker" post-modernista convinto che i suoi affari di consulenza politica siano stati rovinati da Putin. Prokhanov è il direttore del settimanale ultra nazionalista Zavatra, ma in passato è stato vicino a Boris Berezovsky.
Ovviamente Berezovsky si tiene pronto a scendere in capo e conta di trasferirsi da Londra a Kiev. Vi sono indizi del fatto che i suoi soldi siano usati per infiltrare il movimento di protesta contro le "riforme" sociali. Tra i cartelloni dei pensionati di San Pietroburgo ce n'erano alcuni con lo slogan "Vogliamo la repubblica parlamentare", e altri con simboli arancione.

 

 


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà