Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

Quarant'anni fa la "Domenica di Sangue" dei diritti civili in America

Il 7 marzo di quarant'anni fa è passato alla storia come "la domenica di sangue", una delle tappe più importanti della lotta per i diritti civili dei neri d'America guidata da Martin Luther King.
Una delle figure più emblematiche ed eroiche di quella domenica del 1965, che fu decisiva per il successivo riconoscimento del pieno diritto di voto dei neri, è Amelia Boynton Robinson, presidente d'onore del Movimento Solidarietà. Di seguito un appello diffuso da Amelia per l'occasione, due dei numerosi articoli che commemorano quegli storici avvenimenti di cui riproduciamo qualche foto.


NEL QUARANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA DOMENICA DI SANGUE

7 MARZO 1965

di Amelia Boynton Robinson
[Vicepresidente dell'Istituto Schiller
Presidente onorario del Movimento Solidarietà]

Potete immaginare dei cittadini americani che subiscono ogni genere di repressione per più di sessant'anni, soltanto perché volevano essere considerati cittadini a pieno titolo e non più schiavi? La nostra battaglia non cominciò, né terminò, nel 1965, con il riconoscimento del diritto di voto per i cittadini di colore, quali "cittadini di prima classe". Per quanto possa apparire strano, questa libertà o privilegio fu pagata a caro prezzo da persone di ogni razza, che sacrificarono la loro vita. Sangue, sudore, lacrime, ed anche morte: il prezzo supremo per la libertà. Vi sono eroi ed eroine non ricordati nei canti, che non conosceremo mai.
Siamo giunti, attraverso la fede, a tanto; confidando e pregando affinché i nostri desideri fossero compiuti, e in molti casi ciò è successo. A Selma (in Alabama), dove condussi io la battaglia, ora abbiamo un sindaco di colore, consiglieri comunali e assessori di colore, due giudici, un capo dei pompieri, commissari di contea neri e abbiamo avuto per dieci anni un avvocato di contea nero, che per inciso è mio figlio Bruce Carver Boynton. Moltiplicate questa contea dell'Alabama, e otterrete un'immagine dei progressi che abbiamo compiuto.
Ma queste conquiste sono di ieri. Il fondamento del nostro governo consiste nei principi della nostra Costituzione. Invece di formare un'unione sempre più perfetta che assicuri la vita, la libertà, e la ricerca della felicità, che promuova il bene comune dei suoi cittadini, noi abbiamo degradato la vera essenza della Costituzione.
Le promesse ai giovani poveri (che avrebbero ricevuto un'istruzione adeguata se fossero entrati nella leva militare) si sono trasformate in incubi, perché ora tornano dalla guerra con corpi e spiriti spezzati. La privatizzazione della previdenza sociale, proposta da Bush, getterà gli anziani e i poveri in condizioni disperate. Il degrado dell'istruzione prepara i diplomati a lavori come farcitori di hamburger.
La lotta per i diritti dei popoli, da parte dei popoli, è ora. Il passato è passato, e il futuro potrebbe non essere nostro, se non arresteremo la follia a Washington. Sarebbe la fine per l'America e per il mondo.

Amelia Boynton Robinson soccorsa dopo essere stata lasciata per morta dalle truppe del governatore razzista dell'Alabama il 7 marzo 1965.
Amelia ricevuta alla Casa Bianca da Lyndon Johnson insieme ad altri leader del movimento dei diritti civili nel 1965.
Il 6 agosto dello stesso anno il Presidente sottoscrisse la legge per il pieno diritto di voto "Voting Rights Act".

 

Martin Luther King alla testa dei manifestanti che marciavano da Selma a Montgomery, capitale dell'Alabama.

Sotto, l'agguato della polizia sul ponte Edmund Pettus.

Washingtonpost.com

L'anniversario del "Bloody Sunday" è stato l'argomento dell'articolo di Jabari Asim, pubblicato sul sito del Washington Post: "Quello di Amelia Boynton non è un nome famosissimo, ma dovrebbe esserlo. Oggi novantenne, la Boynton ha combattuto strenuamente nella battaglia per i diritti civili. In numerose occasioni e nelle sue tante battaglie è andata oltre il fumo dei discorsi e delle parole mettendo sempre sé stessa fisicamente in prima linea. E‘ quanto fece il 7 marzo 1965, che oggi ricordiamo come 'la domenica di sangue'. (...)
L'articolo continua ricordando che Amelia Boynton, insieme a Hosea Williams, John Lewis e Marie Foster, era in prima fila tra i neri che marciavano pacificamente da Selma a Montgomery, la capitale dell'Alabama, e che furono brutalmente aggrediti dalla polizia.
"Lewis finì all'ospedale, con gravi contusioni. Anche la Boynton fu brutalmente picchiata. Ricorda che 'i cavalli erano più umani dei poliziotti' perché evitavano di calpestare i manifestanti caduti a terra. Lei fu colpita fino a perdere conoscenza, un'esperienza atroce raccontata nei dettagli dalle riprese dei fotografi che erano sul luogo.
"La Boynton e suo marito Sam erano politicamente attivi a Selma prima ancora che nella città arrivassero lo Student Nonviolent Coordinating Committee e la Southern Christian Leadership Conference. Lei dirigeva la Voters' League nella Dallas County, dove il razzismo esplicito, gli esami per verificare il grado di alfabetizzazione, e domande contorte sulla Costituzione riducevano all‘1% i neri che potevano effettivamente votare. La Boynton faceva parte di quell'1 per cento.
"Alta e distinta nel portamento, la Boynton è tra coloro che Lewis menzionò tra le persone capaci di condurre campagne politiche da sola, con indicazioni minime da parte della leadership ... per dire che è la gente stessa a indicare la strada da seguire".
"Nonostante qualche problema di salute, la signora Boynton, oggi Boynton-Robinson, conta di esserci a Selma, il 5 e 6 marzo, per la commemorazione del 40° anniversario guidata da Lowery...
"Lowery dirige queste manifestazioni da 25 anni, raccogliendo fondi e costruendo monumenti a coloro che hanno combattuto, e talvolta sono caduti, affinché tutti gli americani fossero liberi. Quest'anno ad essere onorate saranno la signora Boynton e la scomparsa Marie Forster, che furono al suo fianco nella Domenica di Sangue".


People Magazine

"La marcia di Selma quarant'anni dopo; sul fronte per la libertà" , sotto questo titolo l'edizione del 7 marzo del People Magazine scrive: "Amelia Boynton Robinson, oggi 93enne, aveva già combattuto per trent'anni a favore del diritto del voto dei neri quando nel 1965 si unì ai manifestanti diretti da Selma verso Montgomery, la capitale dello stato. 'Quando arrivammo alla sommità del ponte Edmund Pettus vedemmo i poliziotti schierati sull'autostrada come soldatini di piombo. Non muovevano nemmeno la testa'." A questa citazione di Amelia seguono quelle di John Lewis, J.L. Chestnut, Joanne Bland e sua sorella Lynda Lowery.
Poi di nuovo una citazione di Amelia: "Non riesco proprio a capire come facciano degli esseri umani a diventare così. Uno dei poliziotti mi intimò di fuggire. Gli risposi solo con un'occhiataccia. Mi colpì e ripeté per la seconda volta 'vai via!' e poi mi colpì alla cervicale e caddi svenuta".
Amelia parteciperà tra gli ospiti d'onore alle celebrazioni che iniziano il 3 marzo, con un tributo al suo primo marito, Samuel W. Boynton, alla Baptist Tabernacle Church di Selma, dove parleranno i suoi due figli Bruce e Bill Boynton.
Il 6 marzo ci sarà la rievocazione della marcia della Domenica di Sangue alla quale parteciperà, su richiesta della stessa Amelia, una delegazione del Movimento Giovanile di LaRouche (LYM).

 L’autobiografia di Amelia Boynton Robinson in italiano  


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