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Crisi dell’auto: occorrono misure di emergenza, e subito!

Il 13 aprile Lyndon LaRouche ha inoltrato al Congresso USA un promemoria in cui espone le iniziative di emergenza per proteggere le capacità produttive dell'economia USA, in particolare il settore dell'auto, che debbono essere prese insieme alla riorganizzazione del sistema finanziario mondiale, attraverso una nuova Bretton Woods.
Il documento, intitolato "Iniziative d'emergenza del Senato", è stato rilasciato nel momento in cui i mercati finanziari sono stati colpiti da una nuova ondata di dissesti, in cui ad esempio il Dow Jones ha perso 400 punti tra il 13 ed il 15 aprile, e il Nikkei ha perso 432 punti (3,8%) il 18 aprile. La riunione dei ministri delle Finanze e dei capi delle banche centrali del G7 si è concluso in una situazione di paralisi: l'unico risultato concreto dell'incontro è stata la richiesta alla Cina di "tassi di cambio più flessibili". A motivo di queste pressioni, su cui hanno insistito anche Bush e il suo segretario al Tesoro John Snow, il 15 aprile, la delegazione cinese composta dal ministro delle Finanze e dal governatore della banca centrale hanno respinto l'invito a partecipare al G7, in pratica boicottandolo.
Nell'annunciare la nuova proposta LaRouche ha detto: "Siamo entrati in un periodo di crisi economica, monetaria e finanziaria globale. L'incapacità del presidente in carica di rendersi conto della realtà e della gravità della situazione costituisce una minaccia immediata alla sovranità, alla difesa, ed al bene comune di questa repubblica. ... In questa situazione il Congresso, e più specificamente il Senato, devono riconoscere l'esistenza dell'emergenza ... Richiediamo pertanto ad un organismo composto da senatori di stilare un disegno di legge in cui si dichiari l'emergenza e si definiscano le misure da prendere immediatamente per governare. Intendo stilare una mozione in tal senso, intesa a sollecitare la discussione negli ambienti del Senato ...
"La ragione immediata di questa crisi è dovuta agli effetti fisici che la crisi dell'industria dell'auto comporta per l'economia fisica" (il testo completo è disponibile sul sito www.larouchepac.com).

La crisi di GM e Ford

Tra l'11 e il 15 aprile le azioni di General Motors hanno perso di nuovo il 13% del proprio valore. Il 14 aprile circolava a Wall Street la voce che la GM stava per chiedere la protezione fallimentare (Chapter 11). Brian Acre, portavoce di GM, ha definito l'illazione "del tutto ridicola", sostenendo che le riserve liquide di GM ammontano a 23 miliardi di dollari. Lo stesso giorno però le azioni GM hanno perso un altro 6%, toccando il minimo da 13 anni, ei l premio di rischio per i bonds trentennali di GM è salito di altri trenta punti, raggiungendo i 615 punti base: adesso gli investitori chiedono per questi bond il 6,5% in più rispetto ai buoni del Tesoro USA. Qualsiasi impresa che non sia la GM a questo punto si vedrebbe retrocedere le azioni al livello di "junk", spazzatura.
All'incontro annuale dei manager GM e dei leader UAW, i sindacalisti dell'auto hanno respinto la richiesta di rivedere il contratto di lavoro in vigore fino al 2007 per costringere i lavoratori ad assumersi una percentuale maggiore degli oneri sanitari.
Intanto la Ford Motors imbocca una spirale di collasso molto simile. Le agenzie di rating Moody's e Fitch hanno decretato la retrocessione del debito della Ford, 172 miliardi di dollari, a soli due gradini al di sopra di "junk". Ad esse si è poi aggiunta la Standard & Poors che l'8 aprile ha retrocesso il debito della Ford a BBB-, un gradino appena sopra la spazzatura, ed ha inoltre portato a "negativo" l'outlook per lo stesso credito. Insomma, per S&P l'affidabilità di Ford è uguale a quella di GM. All'inizio dell'anno la Ford aveva prospettato profitti per 1,5 miliardi, ma adesso ha dovuto ammettere che i profitti saranno zero. Se ci sarà qualcosa, proverrà dalle sue operazioni finanziarie gestite da Ford Credit. L'11 aprile il premio rischio per gli euro-bonds che maturano nel 2010 ha raggiunto il 4,9% al di sopra dei buoni del Tesoro USA.

Caduta delle vendite anche in Europa

Con i prezzi dei carburanti alle stelle, a marzo si è registrata una netta flessione della vendita di auto nuove. Secondo la EAMA (European Automobile Manifacturers Association) rispetto all'anno scorso il mese di marzo ha registrato un calo del 4,7% delle vendite. Nel primo trimestre il calo è stato di 3,3% A/A. La Fiat ha perso il 17% e la Renault il 6,7%. In Italia gli acquisti sono caduti dell'8,6% e in Inghilterra del 5,1%. Ancora più drastici i cali nei paesi dell'Europa centrale, per i quali però l'EAMA non ha raccolto i dati.

LaRouche propone la riconversione dell'industria automobilistica

In un incontro con politici e leader sindacali per discutere la crisi della General Motors e della Ford, il 9 aprile Lyndon LaRouche ha affermato che occorre assolutamente proteggere la capacità progettistica e di lavorazione insita nel settore delle macchine utensili che serve l'industria dell'auto e rappresenta il vero capitale produttivo. Secondo LaRouche, il governo dovrebbe intervenire per sottoporre ad amministrazione controllata i settori produttivi dell'auto in difficoltà e finanziare la riconversione e l'espansione di queste capacità affinché producano i componenti per un sistema di nazionale e regionale di trasporti pubblici e per altri progetti infrastrutturali.
La proposta si contrappone nettamente a quelle avanzate da ambienti di Wall Street, che prevedono il licenziamento delle maestranze e la liquidazione di strutture e impianti. I collaboratori di LaRouche stanno già discutendo la proposta con gli esperti tecnici e con i leader sindacali, passando al vaglio una serie di progetti già autorizzati ma per i quali mancano i finanziamenti adeguati.
Questo dibattito è di particolare interesse per l'Italia, dove la crisi Fiat presenta molte analogie con quella della GM, e la problematica trasporti privati/pubblici è ugualmente sentita. Sottolineando l'urgenza di questo piano per impedire la liquidazione delle capacità produttive rappresentate dal settore, come pure l'urgenza di realizzare le opere alternative verso le quali esse debbono essere riconvertite, LaRouche ha però detto molto chiaramente come occorra anche una riorganizzazione del sistema finanziario basato sul dollaro, creando un nuovo sistema finanziario. Se non si punta alla riorganizzazione è inutile discutere, ha affermato LaRouche.
LaRouche ha spiegato che senza la concentrazione tecnologica rappresentata dai settori automobilistico e aerospaziale non si può parlare più di un'economia minimamente funzionante. La manovra tendente a smantellare questi settori deve essere fermata, occorre che le maestranze mantengano la loro specializzazione e che lavorino nei progetti necessari alla ricostruzione dell'economia nazionale. E tutto questo occorre farlo al più presto.
Il fondatore dell'EIR è impegnato in una serie di discussioni con parlamentari democratici per mettere a punto le misure legislative che occorrono per affrontare questa emergenza. Il partito dovrebbe riuscire a mobilitare al più presto gli strati popolari che contano circa l'80% della popolazione USA affinché il programma di riconversione sia varato al più presto.
In pratica LaRouche intende convincere i democratici, che stanno riuscendo ad affossare la manovra di Bush volta a privatizzare le pensioni, a passare al contrattacco imponendo al governo una politica di ricostruzione economica.


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