Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Kirchner porta la lotta contro il FMI in Europa

Il presidente argentino Nestor Kirchner ha denunciato il FMI per aver imposto al suo paese politiche "genocide" che hanno provocato "una della peggiori catastrofi socio-economiche, quella esplosa alla fine del 2001". Nel discorso pronunciato il 14 aprile alla Fondazione Friedrich Ebert di Berlino, Kirchner ha spiegato che questa catastrofe "è il prodotto di un modello politico-economico al servizio degli interessi estranei al bene comune, che ha favorito la poliferazione di corrotti, genocidi e ladri".
Il 15 aprile Kirchner si è recato a Monaco di Baviera, dove ha concluso importanti accordi in materia di scienza e tecnologia, settori che, ha detto, "assolvono ad un ruolo centrale nella strategia di sviluppo e nell'integrazione del paese nel resto del mondo".
Sollevando il problema delle pressioni ricevute dal suo governo affinché si sottometta ai diktat del fondo Krichner ha affermato: "C'è la vita oltre il FMI".
Nel 1995 Lyndon LaRouche diffuse una raccolta di scritti economici sotto il titolo: "Si, c'è vita oltre la morte del FMI" che recentemente i giovani del LYM hanno di nuovo diffuso ad una conferenza stampa del direttore del FMI Rodrigo Rato a Bogotà.
Le affermazioni di Kirchner giungono ad una settimana dal voto del parlamento italiano a favore di una nuova Bretton Woods, che ha sollevato anche la questione Argentina. A Berlino Kirchner ha detto che il FMI ha bisogno "di essere ristrutturato ... abbiamo visto decine di governi in diversi paesi fallire perché hanno applicato queste ricette [del FMI] che li hanno intrappolati in un circolo vizioso". L'Argentina è disposta ad operare "attivamente e costruttivamente per un nuovo ordine economico mondiale, senza rinunciare alla propria autonomia decisionale".
Krichner ha nettamente respinto modelli "importati o imposti" perché causano "la perdita di credibilità dei governi, o degli stessi stati, di fronte alla maggioranza dei propri cittadini". Le iniziative che il FMI prende ora nei confronti dell'Argentina sono inaccettabili. Negli anni Novanta il FMI non ha fatto altro che proporre all'Argentina "politiche di speculazione".
Kirchner ha ringraziato sentitamente il cancelliere Schroeder per il sostegno che la Germania ha dato all'Argentina nei momenti più difficili della crisi del debito, tra il 2001 e il 2002. Negli stessi colloqui ha anche reso noto di non essere disposto a riaprire l'offerta scambio, conclusa il 25 febbraio, per i vecchi bonds andati in default. Schroeder ha affermato di considerare questo scambio ben riuscito ed ha inoltre annunciato l'intenzione di visitare l'Argentina entro l'anno.
Nei confronti del governo Berlusconi, invece, Kirchner è da tempo molto critico. Secondo quanto riferiva nel novembre 2004 il quotidiano La Nacion, Kirchner ha invitato il premier italiano a "correggere" la sua posizione a proposito dei bond argentini: "Si paragoni l’atteggiamento del governo italiano per la ristrutturazione del debito con il nostro atteggiamento, quando noi aprimmo i nostri cuori e le nostre braccia agli italiani durante i momenti più difficili dell’Italia … Quando noi vediamo un governo come quello di Berlusconi, ci fa male, e ci aspettiamo che corregga il suo atteggiamento.”
E ha aggiunto: "Non sono gli argentini di buona volontà ad avere truffato i detentori italiani di bond. Le banche italiane hanno una grande responsabilità in quanto sapevano che quei bond argentini erano inesigibili ma sono andati avanti a venderli ai risparmiatori italiani, truffandoli.”
E ha concluso: "Noi non seguiremo le ricette del FMI ma faremo quello che va bene per il popolo argentino.”

La risposta del FMI, della Banca Mondiale e del Tesoro USA

In una conferenza stampa del 14 aprile, alla vigilia del vertice del FMI e Banca Mondiale a Washington, Rodrigo Rato, direttore del FMI, James Wolfensohn, presidente uscente della Banca Mondiale, e John Snow, segretario al Tesoro USA, hanno usato toni forti per chiedere che l'Argentina riapra immediatamente lo scambio dei titoli andati in default, conclusosi il 25 febbraio, a beneficio di quei fondi e speculatori che avevano rifiutato di partecipare sperando che l'offerta fallisse. Lo scambio completo dei bond è solo "un primo passo", ha detto Snow, "ma certamente resta ancora molto da fare".
Rodrigo Rato si è lasciato andare all'aperto ricatto, sostenendo che quella parte del debito argentino che è rimasta fuori dello swap, che ammonta a circa 20 miliardi di dollari, ovviamente è "in arretrato". Le autorità argentine dovrebbero pertanto "proporre un approccio realistico ... in merito al debito non ristrutturato", perché ovviamente il Fondo non può violare la propria politica che vieta "di prestare a chi è in arretrato".

Il comandante USA per l'America Latina vede una nuova minaccia nel "populismo radicale"

Il gen. James Hill, Comandante del US Southern Command, il comando regionale del Pentagono per l'America Latina, ha dichiarato il 24 marzo, ad un'apposita Commissione della Camera dei Rappresentanti, di ritenere che il "populismo radicale" costituisca una minaccia e "provocherà probabilmente problemi seri quest'anno". La formulazione è così vaga che si potrebbe applicare tanto a Hugo Chavez, del Venezuela, e a Evo Morales, della Bolivia, quanto al presidente argentino Kirchner, impegnato in una seria resistenza contro il saccheggio del suo paese. Dopo aver parlato dei leader che fanno leva su amarezze e frustrazioni della popolazione, Hill ha anche detto che "la crisi economica argentina ha indotto molti a chiedersi che validità abbiano le riforme neo-liberali", e a contestarle come nel "Consenso di Buenos Aires, sottoscritto l'ottobre scorso dai presidenti Kirchner e Lula".
Riflettendo l'indirizzo politico di Donald Rumsfeld, secondo cui le forze militari sovrannazionali debbono subentrare nelle "regioni ingovernate", Hill ha ribadito che questa minaccia populistica si aggiunge al problema delle istituzioni deboli nella regione, cosa che comporta "una fragilità del controllo statale che per intere aree e popolazioni diventa un'assenza o quasi del governo".


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà