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Papa Benedetto XVI: la continuità

La rapida elezione del cardinale Joseph Ratzinger a successore di Giovanni Paolo II rappresenta una evidente scelta di continuità.
Il nome di Benedetto XVI scelto da Ratzinger rappresenta un chiaro segnale. Benedetto XV, eletto nel 1914 a succedere a Pio X, si batté energicamente contro le oligarchie in Europa. Cercò, anche se senza successo, di mediare la pace tra Germania e Francia, e definì la prima guerra mondiale "un'inutile strage". Nel primo appello per la pace, nel settembre 1914, il papa espose un programma in cinque punti che comprendeva la rinuncia alla "vendetta del vincitore", nello spirito del Trattato di Westfalia. Nel successivo appello del 28 luglio 1915 il papa rinnovò il monito: "le nazioni umiliate ed oppresse ... preparano la reazione e trasmettono da una generazione all'altra una triste eredità di odio e rivalsa". Di nuovo, nel 1918, Benedetto XV fece appello al presidente americano Wilson affinché nel trattato che poneva fine alla guerra non fossero imposte delle condizioni umilianti alla Germania. Benedetto stilò un programma per un sistema di "fratellanza delle nazioni" in cui il diritto della legge scalzasse il diritto del più forte. Caldeggiò inoltre un accordo per garantire a tutte le nazioni un accesso equo alle materie prime.
Papa Benedetto XV disciolse la nuova inquisizione integrista "Sodalitium Pianum", nota soprattutto in Francia come "la Sapinière", che si era affermata in Vaticano con la scusa di combattere "il modernismo". Benedetto XV sostenne in Germania la formazione del Zentrumpartei ed in Italia abolì il veto per i cattolici di prendere parte attiva alla politica. Inoltre introdusse delle riforme volte a sottrarre le organizzazioni missionarie al controllo politico delle potenze coloniali.
Benedetto XVI, "collaboratore della verità", è un "agostiniano convinto", famoso anche per le sue tesi su Sant'Agostino e San Bonaventura. Sull'ecumenismo il pensiero del nuovo Papa è molto vicino a quello espresso dal cardinale Niccolò Cusano, senz'altro il filosofo più importante del Rinascimento, nell'opera «De Pace Fidei», sul tema del dialogo tra le religioni, pubblicata nel 1453.
Benedetto XVI è il primo Papa ad aver pubblicato un articolo sulle pubblicazioni di LaRouche. Nel 1992, l'allora Cardinale Ratzinger concesse alla rivista culturale Ibykus la riproduzione di una versione esclusivamente riadattata di un suo discorso all'Università Cattolica di Milano, per presentare il suo libro «Wendezeit für Europa» (Europa al bivio), in cui già ammoniva contro i rischi che la costruzione europea si riducesse "al mercato e alle merci" e che dopo la caduta del muro si instaurasse un "nuovo ordine mondiale" in cui "l'anticristo viene presentato come il grande portatore di pace". "Non si può negare - scriveva - che finora l'unità europea è stata condotta unilateralmente nel senso dell'economico, del quantitativo e dell'astorico. Continuando su questa strada senza correzioni non ci sarebbe alcuna speranza per l'Europa". Una nuova evangelizzazione dell'Europa però, affermava Ratzinger, non vuol dire rinunciare alle conquiste della scienza e della tecnica che, laddove esse consistono in "vera conoscenza e umano utilizzo della conoscenza, rimangono valide e grandi".


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