Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

ANALISI DELLA COSTITUZIONE EUROPEA
SOTTOPOSTA IN FRANCIA A REFERENDUM POPOLARE:
DIECI ARGOMENTI A FAVORE DEL "SÌ"
A CONFRONTO CON I FATTI

di Jacques Cheminade,
presidente di Solidarité et Progrès,
il movimento di Lyndon LaRouche in Francia

19 aprile 2005


ARGOMENTO I)
Valéry Giscard d’Estaing: "Il progetto di Costituzione europea è un testo facilmente leggibile, limpido e scritto piuttosto bene. Lo dico con una certa sicurezza, in quanto sono stato io a comporlo."

I FATTI)
Il testo della Costituzione comprende 448 articoli, 36 protocolli, 2 appendici, 50 dichiarazioni. Coloro che, come noi, hanno avuto il coraggio di leggerlo fino in fondo, scoprono delle ripetizioni, delle contraddizioni e, soprattutto, una lista di figure politiche (nella sua parte III) , che non dovrebbe mai trovarsi in una Costituzione o in qualsiasi statuto.
È da notare che le costituzioni americana e francese sono composte di un numero esiguo di articoli. Quella americana si riduce a poche righe soltanto, quanto basta a stabilire dei grandi principi e organizzare le istituzioni; è anche la costituzione più longeva e che non ha mai subìto modifiche. Ciò che si presenta al referendum del 29 maggio non è, infatti, una Costituzione, poiché non definisce né un obiettivo né un grande disegno. Vi sono tantissime cose, in quel testo, ma ciò che manca è la cosa più significativa.


ARGOMENTO II)
L'inizio del "trattato che stabilisce una Costituzione" dice: "Sua Maestà il Re dei Belgi, il Presidente della Repubblica Ceca, Sua Maestà la Regina di Danimarca", e così via fino a "Sua Maestà la Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord".

I FATTI)
La Costituzione americana si riferisce all'autorità di "Noi il popolo…" e la francese stabilisce che "Il popolo francese proclama solennemente…". V'è dunque in un caso il riferimento ad autorità stabilite, di cui alcune sono non repubblicane; mentre, nell'altro caso, il riferimento va al "popolo".


ARGOMENTO III)
Nicolas Sarkozy * : "Che la Costituzione sia liberale è la cosa più stupida che si possa dire."
Jacques Chirac: "L'Europa politica deve essere forte e organizzata [..] Vi sono due soluzioni. La prima nel "lasciare fare", come dice la corrente liberale, anglosassone [..] Non è quella che vogliamo. La seconda soluzione è quella d'una Europa umanista, dunque organizzata. Affinché una tale organizzazione le conferisca forza, sono necessarie delle regole. In venticinque, abbiamo riflettuto intorno a queste regole [..] La sua logica [della Costituzione, NdR] è giustamente non liberale."

Alain Minc **: "La Costituzione non porta a una deriva 'ultraliberale' [..] Assumendo degli orientamenti liberali, la commissione Barroso è un riflesso fedele della sensibilità maggioritaria in seno al Parlamento europeo attuale. Questo adeguamento testimonia in favore del progresso democratico delle istituzioni europee."


I FATTI)
La concorrenza ha precedenza assoluta. Nella III parte, si parla soltanto, e ripetutamente, di una “economia di mercato aperta in cui la concorrenza sia libera". L'aggettivo "sociale", mantenuto nell'articolo I-3-3, è qui sparito. Nell'insieme del progetto, la parola "mercato" è presente 78 volte, la parola "concorrenza" 27 volte, mentre i termini "progresso sociale" ed "economia sociale di mercato" appaiono soltanto tre volte e una volta, rispettivamente.

L'articolo III-156 afferma che “sono vietate le restrizioni sia ai movimenti di capitali sia ai pagamenti tra Stati membri, e tra Stati membri e paesi terzi."
L'articolo III-157-2 stabilisce che "Il Parlamento europeo e il Consiglio cercano di conseguire, nella maggior misura possibile e senza
pregiudicare altre disposizioni della Costituzione, l'obiettivo della libera circolazione dei capitali tra Stati membri e paesi terzi.”

I servizi pubblici, ribattezzati "servizi d'interesse economico generale", cioè servizi minimi garantiti, sono sottomessi dagli articoli III-166 e III-167 alle regole della concorrenza.

Senza aiuti pubblici, ai nostri servizi pubblici non resta che l’autofinanziamento: non potranno che aumentare le loro tariffe o ridurre le prestazioni per sopravvivere.

La Costituzione blocca nei fatti le politiche industriali che gli Stati membri vorrebbero o potrebbero voler condurre su base nazionale. L'articolo III-167 dispone che "salvo deroghe previste dalla Costituzione, sono incompatibili con il mercato interno [..]gli aiuti concessi dagli Stati membri, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni,falsino o minaccino di falsare la concorrenza".

Tali disposizioni mostrano senza il minimo dubbio come la Costituzione definisca un quadro di economia liberale, in cui si aboliscono gli interventi statali e si consacrano gli aspetti più caricaturali già riscontrati nei trattati che l’anno preceduta. Ad esempio, Pierre Mendès-France *** scriveva già nel 1962, nell'opera "La Repubblica moderna", che "nel 1957 ho subito biasimato le modalità essenzialmente liberali, capitaliste e libero-scambiste adottate a fondamento del Mercato Comune".
Il testo attuale è ancor peggiore, poiché spalanca le porte alla concorrenza interna e internazionale, come se essa fosse per natura un’entità sovrana, mentre invece essa sacrifica tutto alla legge del più forte e priva i più deboli di qualunque difesa organizzata.


ARGOMENTO IV)
Jacques Chirac: "Ciò che mi impressiona, è che quando le cose non vanno, non ci si domanda se ciò abbia o no un rapporto con la Costituzione." Egli cita inoltre tanti altri argomenti che sono di competenza nazionale tra quelli solitamente menzionati dai “giovani”, i quali, per loro stessa ammissione, non hanno mai letto il testo in questione!


I FATTI)
La Costituzione stabilisce un quadro e una logica che determinano tutte le questioni, anche quelle che formalmente sarebbero di competenza nazionale. Significa non conoscere alcunché, in merito alle leggi dell'economia, il pretendere che non vi siano rapporti tra il detto quadro generale e ciò che vi si trova incluso.


ARGOMENTO V)
Nicolas Sarkozy: "Se non siete soddisfatti dell'Europa, allora votate sì. Ad ogni modo, non potrà essere peggiore di quanto è oggi. Se voterete contro, allora manterrete l'Europa così come è."

Jacques Chirac: "Se avremo votato contro, che potere avrà domani la parola francese? Saremo la pecora nera colpevole di aver bloccato tutto! Non avremo più peso. Ci diranno: 'Non avete votato, andatevene a quel paese!'"

I FATTI)
Al di là della loro volgarità, questi argomenti sono falsi ed espressi in malafede. Innanzitutto, l'Europa così com'è, cioè quella del Trattato di Nizza, che Jacques Chirac descriveva nell'anno 2000 come "il miglior testo europeo dopo il Trattato di Roma", è criticata oggi addirittura da coloro che l'hanno fatta!

Inoltre, il Trattato di Nizza non è buono, ma resta meno sconveniente di quello ora proposto. Non pretende, infatti, di essere una "Costituzione" e non incatena lo spazio europeo alle politiche contrarie al volontarismo politico degli Stati e dell'Europa stessa. Non prevede neanche la soppressione progressiva delle restrizioni agli investimenti stranieri (articolo III-314), che rappresenta una vittoria assoluta dei "liberali". Non stabilisce, contrariamente alla Costituzione, la regola della compatibilità obbligatoria della difesa comune europea con la NATO.

Infine il Trattato di Nizza permette la moltiplicazione delle cooperazioni speciali, a geometria variabile, che sono desiderabili, se si vuole un futuro dinamico dell'Europa; mentre la Costituzione le rende impossibili da organizzare (vedi oltre).

Ritornare al Trattato di Nizza, dopo un voto contrario, sarebbe dunque - anche se ciò non cambierebbe la prospettiva - ritornare al male minore.


ARGOMENTO VI)
Votare "no" significherebbe arrestare l'Europa e "il no francese favorirebbe un solo e grande vincitore: George Bush", scrive Jacques Julliard sul Nouvel Observateur.

I FATTI)
È la Costituzione che sottopone la difesa comune europea alla tutela della NATO! L'articolo I-41-7 subordina la clausola di mutua assistenza in caso di aggressione armata contro il territorio di uno Stato membro "agli impegni scritti in seno alla NATO, che resta per gli Stati che ne sono membri il fondamento della loro difesa collettiva e l'istanza della sua messa in opera".

Non si capisce dunque come tale preminenza della NATO, dominata dagli Stati Uniti di George Bush, possa condurre ad una sconfitta dello stesso George Bush! Specialmente visto che l'articolo I-42-1 stabilisce che l'obiettivo della “politica di sicurezza e di difesa comune" è di permettere agli Stati membri di associarsi per "effettuare delle missioni al di fuori dell'Unione". Non si tratta quindi della difesa dell'Unione propriamente detta, ma dell'organizzazione di interventi nei teatri esterni, in accordo con la dottrina imperiale americana attuale! Si dirà che le nostre missioni in Africa sono al contrario "democratiche", ma lasceremo al Sig. Juillard la preoccupazione di dimostrarlo.

Aggiungiamo che il liberalismo praticato tanto nella politica europea quanto nella politica interna francese, è totalmente coerente con la politica d'austerità finanziaria di... George Bush. Così, le disposizioni concernenti la difesa, contenute nella Costituzione europea, sono coerenti con quelle concernenti l'economia.


ARGOMENTO VII)
Con il nuovo testo, gli Stati membri dell'Unione potranno meglio organizzare tra di loro diverse forme di cooperazione.

I FATTI)
Ciò è semplicemente falso. Le "cooperazioni rinforzate" saranno quasi impossibili da organizzare. La soglia per poter cooperare è stata portata a un terzo di Stati membri (8 su 25, 10 per 29 membri) e le condizioni procedurali della cooperazione sono, come abbiamo detto, rese più difficili rispetto al Trattato di Nizza. Una proposizione della Commissione sarebbe indispensabile per lanciare il processo, e in seguito sarebbe necessario passare l'ostacolo dell'approvazione del Parlamento.

Inoltre, le cooperazioni non possono essere lanciate se non al di fuori dei domini di competenza esclusiva dell'Unione, cosa che preclude tutte le questioni che influenzano il regime di concorrenza o, per i Paesi della zona dell'euro, la politica monetaria. La Costituzione appare dunque come una trappola da cui non si può scappare. Perché fosse in seguito riveduta, gli Stati membri dovrebbero essere d'accordo all'unanimità.


ARGOMENTO VIII)
La Banca Centrale Europea (BCE) controlla la politica monetaria, e pertanto si dimostrerà ragionevole.

I FATTI)
La BCE è una banca di banchieri e di funzionari del Tesoro, sui quali i cittadini non esercitano alcun controllo. La sua esistenza è sancita nella Costituzione che sarà sottoposta al referendum. In pratica, l'euro, il cui valore in dollari la BCE in cinque anni ha lasciato crescere (+60%), soffoca le nostre esportazioni, scoraggia gli investimenti, accelera le delocalizzazioni.

Certamente, il patto di stabilità è stato temperato - senza essere soppresso - ma la BCE, alzando i tassi di sconto, può controllare la politica volontarista degli Stati membri e dell'Europa nel suo insieme. Jean-Claude Trichet, il presidente odierno della BCE, lo ha fatto capire in molte delle sue recenti dichiarazioni.


ARGOMENTO IX)
Jacques Chirac: "Non abbiate paura."

I FATTI)
Non sappiamo se il Presidente della Repubblica pretenda di essere il sovrano pontefice dei banchieri; ci dice di non temere, impiegando tuttavia la paura come primo argomento di ricatto. Abbiamo visto che non v'è spazio per credergli.


ARGOMENTO X)
I partigiani del "no" non propongono alternative.

I FATTI)
Purtroppo, per quanto riguarda la maggioranza di essi, è proprio vero. Quanto a noi, le nostre proposte sono note a coloro che seguono le pubblicazioni del movimento di LaRouche. Si tratta di progetti che definiscono un obiettivo e offrono i mezzi di poterlo raggiungere, non di un codice del quale soltanto gli iniziati posseggono la chiave.

____


(*)Sarkozy potrebbe essere uno "Swarzenegger di Francia". Viene presentato come uno che si è fatto da sé ed entrato in politica senza avere studiato all'ENA – la Scuola Nazionale di Amministrazione francese da cui provengono i quadri dirigenziali dello Stato. Mentre si atteggia a difensore dell'uomo comune, tutta la sua rapida carriera è stata il prodotto di potenti amicizie. È un abile oratore ed è molto popolare tra i giovani. [torna al testo]

(**) Alain Minc è un "grande intellettuale" liberale, ed è molto attivo nella "Fondazione Saint-Simon", ricettacolo di neoconservatori. E’ il padre del "pensiero unico" (sottomissione alla mondializzazione). Una volta descrisse con precisione il pericolo rappresentato dallo scoppio della bolla speculativa finanziaria, concludendo: non possiamo farci alcunché, poiché la bolla speculativa è come un fenomeno meteorologico. Quanto scoppia, non possiamo farci nulla! Oggi è presidente del Comitato di Sorveglianza del quotidiano "Le Monde".[torna al testo]


(***) Pierre Mendès-France (1907-1982) , specialista di questioni finanziarie, fu consigliere di Léon Blum. Arrestato dal regime di Vichy, riuscì a fuggire e a raggiungere De Gaulle a Londra. Fondatore della corrente radicale socialista, divenne più tardi Ministro dell'Economia Nazionale, nel 1944, e Presidente del Consiglio nel 1954. Per Mendès-France il progresso economico e il progresso sociale non devono formare altro che una cosa sola.[torna al testo]


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà