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Cheney prende di mira la Corea

Alla trasmissione "Larry King Live", andata in onda il 31 maggio alla CNN, il vice presidente degli Stati Uniti Dick Cheney si è esibito in una nuova serie di attacchi e ricatti contro la Corea del Nord. Cheney ha sentenziato che la Corea è "un grosso problema" e che Kim Jong-Il, "uno dei più irresponsabili leader al mondo", gestisce "uno stato di polizia" e tiene la popolazione "in uno stato odioso di povertà e di malnutrizione." "La Corea del Nord - ha aggiunto Cheney - vuole allargarsi per diventare una potenza nucleare, ma se dovesse succedere, essa non avrà mai rapporti normali con il resto del mondo".
Non sorprende che la risposta nordcoreana sia stata altrettanto dura. "Cheney è odiato come un mostro crudele e sanguinario, ha insanguinato molte parti del mondo", ha risposto Pyongyang. "Le dichiarazioni di Cheney nel momento in cui si deve discutere dei colloqui a sei quasi equivale a dire alla DPRK [alla Corea del Nord] di non presentarsi a quelle discussioni".
In effetti la sortita di Cheney è calcolata per sabotare i colloqui regionali tra le due Coree, il Giappone, la Russia, la Cina e gli USA, che dovrebbero mirare a risolvere l'empasse provocato dal programma nucleare nordcoreano. E anticipa i colloqui che George W. Bush ha in programma con il presidente sudcoreano Roh Moo-Hyun il 10 giugno a Washington.
Il 3 giugno il quotidiano ufficiale della Corea del Nord, Rodong Sinmun, ha commentato che è molto dubbio che i colloqui a sei sul programma nucleare della DPRK, se saranno riaperti, possano condurre ad una soluzione, visto che una recente revisione del trattato di non proliferazione (NPT) del 1970 non ha compiuto progressi. Gli Stati Uniti non hanno voluto rinnovare il proprio impegno nel trattato NPT, ha scritto Rodong Sinmun, ed in tal modo "hanno ridotto il trattato a lettera morta e lo hanno portato verso il totale annullamento". Il giornale ha rilanciato l'appello affinché, prima di riprendere i colloqui, si verifichi una svolta in quella che ha definito una politica ostile degli USA verso la Corea del Nord.
La vicenda ha causato molta preoccupazione, in particolare in Europa, dove si teme che l'amministrazione Bush voglia imbarcarsi in una "soluzione militare" contro le infrastrutture e gli obiettivi militari nordcoreani. Ciò comporterebbe necessariamente il ricorso alle bombe nucleari anti-bunker.
Un analista militare ha spiegato all'EIR: "A differenza con l'Iran, dove ritengo che vi sia l'80% di probabilità di risolvere la questione nucleare per via diplomatica, ritengo che per la Corea del Nord vi sia l'80% di probabilità che la questione nucleare non sarà risolta per vie diplomatiche. Un attacco nucleare sarebbe l'unica opzione e al tempo stesso rappresenterebbe 'un monito' alla Cina, e non solo ad essa. Bisogna ritenere che Bush e Cheney pensino in tali termini".
Come riferito in precedenza, il Pentagono ha adottato una nuova dottrina per il "global strike", il CONPLAN-8022-02, in base al quale le armi nucleari B-61 modello 11, dette "bunker buster", sono state integrate nell'arsenale convenzionale per effettuare "attacchi preventivi" contro "stati canaglia" come la Corea del Nord e l'Iran. (vedi: è operativa la dottrina del "primo colpo" nucleare). Recentemente le forze di terra nella Corea del Sud sono state smobilitate dalla linea di confine e stazionate più a sud, mentre nuovi bombardieri USA sono stati stazionati nel Sud-Est Asiatico.
Un analista strategico di Seul, che l'EIR ha consultato il 29 maggio, ha riferito: "Ci attendiamo una escalation di attacchi verbali" fino al vertice Bush-Roh del 10 giugno. "Il governo Roh viene accusato di operare come uno strumento della Cina nel Nord perché si rifiuta di effettuare un blocco a Pyongyang e invece continua a consegnare dei fertilizzanti. Dicono che Roh starebbe portando la stessa Corea del Sud al di fuori del perimetro difensivo degli USA da quando lo scorso aprile ha respinto il piano di guerra congiunto USA-Corea del Sud contro il Nord".
Fonti di Tokyo e di Seoul riferiscono che si diffonde la paura di un atto di terrorismo cieco di vaste dimensioni, quanto basta per fornire il pretesto per militarizzare il governo di Tokyo e addossare la colpa alla Corea del Nord.


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