Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

La "french connection" di Oskar Lafontaine

Oskar Lafontaine è il candidato del nuovo partito della sinistra in Germania, Linkspartei, ed in passato è stato presidente della SPD tedesca. Conosce bene la politica francese da quando fu sindaco di Saarbruecken, città sul confine francese, e poi governatore dello stato della Saarland. Quando ricoprì l'incarico di ministro delle Finanze, tra il 1997 e il 1999, si trovò in ottimi rapporti con la sua controparte francese, il ministro Strauss-Kahn del PSF, specialmente a seguito della crisi di LTCM, quando il sistema finanziario finì per trovarsi sull'orlo dello sfascio completo, come fu poi ammesso da Michael Camdessus, allora direttore del FMI.
Nell'ottobre 1998 Strauss-Kahn e Lafontaine presentarono una "iniziativa europea" basata su una sintesi delle "dodici proposte francesi per riformare il sistema finanziario internazionale", e "idee tedesche sull'argomento". La proposta fu anche formalmente presentata da Jean-Claude Trichet, allora governatore della Banca di Francia, in occasione della conferenza annuale del FMI a Washington, tra il 6 e 8 ottobre 1998. I "dodici punti", presentati sotto un titolo accattivante come "costruire una nuova Bretton Woods", in realtà proponevano qualcosa di ben diverso:
* Nel "punto 6" il documento raccomandava "la costituzione di un governo realmente politico del Fondo Monetario Internazionale (FMI), i cui orientamenti strategici siano approvati con il voto. L'attuale comitato interinale del fondo sarà trasformato in un Consiglio, come inteso nelle regole originali del FMI, affinché diventi un organo effettivamente capace di prendere le decisioni e che dovrà incontrarsi più frequentemente".
* Nel "punto 8" del documento si legge che "la trasparenza del sistema finanziario internazionale ... migliora la sorveglianza prudenziale degli istituti finanziari, siano essi banche o altro, nel complesso dei mercati finanziari; aumenta la raccolta dei dati e la trasmissione delle informazioni. Il FMI deve operare per l'adozione di un regolamento per la procedura della raccolta delle informazioni per le istituzioni private".
* L'iniziativa di Strauss-Kahn e di Lafontaine proponeva "interventi coordinati delle banche di emissione [centrali] in modo da alleggerire gli urti che tanto danneggiano le economie nazionali" e raccomandava che gli europei formino un "blocco comune presso il FMI", per aumentare il peso dell'Europa negli affari monetari internazionali.
Invece di un'Europa che prende l'iniziativa per una nuova architettura finanziaria fondata su principi non monetaristi -- come propone LaRouche -- la mossa di Strauss-Kahn/Lafontaine mira a preservare il sistema esistente del FMI adottando delle tattiche per "gestire la crisi". La proposta non mira a riorganizzare il sistema del FMI verso una nuova Bretton Woods, ma ad aumentare l'influenza europea "dentro" il sistema.
Non sorprenderà quindi che Felix Rohatyn, con una lunga esperienza come banchiere dell'ammiraglia sinarchista Lazard Freres, fece propria gran parte della proposta di Strauss-Kahn/Lafontaine in un articolo che apparse il 18 agosto 2001 sul Financial Times, intitolato "Tornare a Bretton Woods". A quell'epoca Rohatyn era ambasciatore USA in Francia e Lyndon LaRouche scrisse subito una risposta in cui smascherava la proposta di Rohatyn.
Dopo il 1999, quando ambedue lasciarono l'incarico alle Finanze, Strauss-Kahn e Lafontaine decisero un cambiamento di tattica. Il primo aderì al centro studi "Policy Network" che promuove la "terza via" di Tony Blair, ed è attualmente diretto da Peter Mandelson, commissario per il commercio dell'UE. Lafontaine è passato invece al movimento anti-globalizzazione "Attac" gestito da Teddy Goldsmith. Nel 1997 Lafontaine pubblicò un libro intitolato "La globalizzazione è benefica per tutti".
Il 27 maggio 2005, due giorni prima del referendum sulla Costituzione Europea in Francia, Lafontaine partecipò come ospite d'onore alla più grande adunata per il "no". I 2000 convenuti ascoltarono, oltre a Lafontaine, anche Henry Emmanuelli (della sinistra socialista), Marie-George Buffet (PCF), Jose Bove (veterano del movimento no-global), Bernard Cassen (ex giornalista di Le Monde diplomatique e padrino di Attac), Pierre Lattoutourou (Unione per l'Europa sociale), Jean-Maurice Dehousse (ex ministro socialista del Belgio) e Cesare Salvi (DS). Occorre ricordare che fu Lafontaine, come presidente della SPD, che nella metà degli anni Novanta costrinse con le buone e le cattive i socialdemocratici tedeschi ad accettare il sistema monetario dell'euro, asse portante della politica di Maastricht.
Due settimane prima dell'incontro di Parigi, Lafontaine pubblicò insieme a Dehousse, Larroutourou e Salvi, su Le Monde del 14 maggio, un appello che fra l'altro diceva: "E' il momento di suonare l'allarme ... Occorre convocare una nuova Bretton Woods. Occorre stabilire una tassa europea sui profitti (o un'eco-tassa) per triplicare gli sforzi (soprattutto nel campo dell'energia) e finanziare un piano d'azione, per dimezzare i nostri consumi energetici da qui al 2010". Una proposta tipica di Lafontaine: una "nuova Bretton Woods" da basare sul dimezzamento del consumo energetico!

L'idolo di Lafontaine è Robert Mundell

Oltre al noto monetarista Paul A. Volcker, che è stato governatore della Federal Reserve USA con il programma della "disintegrazione controllata dell'economia", ad Oskar Lafontaine piace molto l'economista di origine canadese Robert Mundell, premio Nobel per l'economia. In particolare fa colpo su Lafontaine il lavoro di Mundell su un accordo a "tre monete", tra il dollaro, l'euro e lo yen (o un'alleanza asiatica tra yen e renminbi cinese). Nell'ultimo libro, "Politica per tutti", Lafontaine tributa grandi omaggi all'opera di Mundell.
Alla presenza del presidente tedesco Horst Koehler e del primo ministro olandese Wim Kok, Mundell ha ottenuto lo scorso 19 giugno uno speciale riconoscimento dall'Istituto di Kiel per l'Economia Mondiale (IFW). A conferirgli l'onorificenza è intervenuto il nuovo direttore del FMI Dennis Snower, economista americano che ha insegnato a Princeton e all'Università di Londra. Ha detto che Mundell è "l'autore intellettuale" del sistema Maastricht/Euro ed ha sottolineato che dopo il referendum francese è stato lui, Mundell, a sostenere che l'Unione Monetaria Europea è una 'success story' e non va toccata. Kok ha ottenuto un altro riconoscimento come pioniere delle 'riforme' del mercato del lavoro e del sistema di sicurezza sociale olandese. 


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà