Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

Le speranze di Angela Merkel sono andate perdute a New Orleans.

Elezioni cruciali per la Germania: stato sociale o disfatta alla Bush? 

di Helga Zepp LaRouche
candidata a Cancelliere tedesco del BueSo (Movimento Solidarietà tedesco)
 

Tutti voi sapete che le elezioni del prossimo 18 settembre (e all’elezione rimandata di Dresda) sono qualcosa di più di normali elezioni politiche: è in gioco l’identità della Germania. Siamo ancora uno stato sociale, come afferma l’articolo 20 della Costituzione, oppure permetteremo che questo stato sociale sia smantellato “a colpi di mazza”, come ha minacciato di fare il Sig. Kirchhof? Il prossimo governo sarà dedito al Bene Comune, oppure permetteremo a una dittatura violenta di determinare dall’alto chi potrà essere ricco, e chi invece dovrà rimanere o diventare povero, e quindi morire prima? Saremo ancora una nazione di poeti e pensatori, o daremo retta al mondo delle apparenze, che il regime dei media agita davanti ai nostri occhi?
In nessun altro luogo è altrettanto chiaro a cosa conduca l’abolizione del principio del Bene Comune, come negli Stati della Louisiana, del Mississippi e dell’Alabama, recentemente investiti dal catastrofico uragano. Poiché l’ideologia dell’amministrazione Bush-Cheney non permette in alcun modo allo Stato di svolgere un ruolo nella promozione e nella difesa del Bene Comune, proprio perché i neoconservatori sono espressamente contrari a tale funzione dello Stato, più di diecimila esseri umani sono morti senza motivo, e oltre un milione sono senza tetto. Poiché, sempre in accordo con tale ideologia, ogni capacità di prevenire simili catastrofi è stata sistematicamente neutralizzata, e metà della Guardia Nazionale, responsabile delle operazioni necessarie in questi casi, è stata invece impiegata nella guerra in Iraq, non si sono trovate disponibili altre forze, per fronteggiare ciò che da quattro settimane era stato previsto, o almeno per evacuare la popolazione dopo l’alluvione. La superpotenza chiamata Stati Uniti d’America non ha protezione migliore da simili catastrofi, di una nazione del cosiddetto Terzo Mondo.
Non si è mai avuto un esecutivo degli Stati Uniti così screditato. L’ex ministro del Tesoro del Presidente Reagan, Paul Craig Roberts, per esempio, ha definito questo il governo più incompetente della storia. Da una tale dimostrazione di impotenza dovremmo ricavare una lezione, per la Germania. L’amministrazione Bush, infatti, non ha fatto che applicare in anticipo ciò che farebbero in futuro la signora Merkel e i suoi incompetenti collaboratori, stando ai loro stessi enunciati sullo smantellamento dello Stato, nel caso in cui fossero eletti al potere.
Se fosse corretto dire che gli eventi dell’11 settembre significarono un cambiamento paradigmatico per gli Stati Uniti d’America, allora quelli del 29 agosto 2005 passeranno alla storia come propri del giorno in cui un movimento ancora più grande e intenso cominciò a destarsi: da una parte, il riconoscimento del fallimento dell’ideologia neoconservatrice; dall’altra, un ritorno – con ogni probabilità – ad una politica di promozione del Bene Comune, nella tradizione di Franklin D. Roosevelt. Questa è, infatti, la tendenza, che comincia ad esprimersi sotto la leadership di Lyndon LaRouche, tra i democratici al Congresso ed al Senato, col sostegno crescente di repubblicani moderati. Così, il capogruppo della minoranza democratica al Senato Harry Reid e il senatore repubblicano Judd Gregg del New Hampshire hanno richiesto l’emissione immediata di 200 miliardi di dollari a sostegno dello sforzo di ricostruzione, come “pagamento anticipato” tipico del Piano Marshall.
Questa è una notizia buona, potenzialmente: a breve New Orleans potrebbe rivelarsi la Waterloo dell’amminstrazione Bush, e una coalizione bipartitica di democratici e repubblicani potrebbe sostituirla con una politica degna di Roosevelt: un New Deal e un nuovo sistema finanziario in accordo con la Nuova Bretton Woods. Ciò potrebbe cambiare il contesto e i parametri della politica tedesca e dell’Europa, completamente a favore del nostro partito.
Ciò che voi, come elettori, dovreste considerare, è il processo dinamico nel quale hanno luogo queste elezioni tedesche. Abbiamo a che fare con la fase terminale della crisi sistemica mondiale, in una situazione assolutamente rivoluzionaria: in questi casi le stime statistiche portano sempre a falsi risultati. La storia che stiamo vivendo non è una partita di calcetto, in cui il giocatore può dirigere la palla dentro la porta o sbagliare, senza conseguenze di rilievo. Sono in gioco dei processi molto più complessi e interconnessi.
 
1. Sono in fase operativa i preparativi per una guerra aerea ai danni dell’Iran, incluso l’impiego delle cosiddette mini-testate nucleari. Se dovessimo assistere ad un altro attacco terroristico negli Stati Uniti, o a qualcosa di simile in altro luogo, di cui l’amministrazione Cheney-Bush potesse ritenere responsabile l’Iran, allora assisteremmo alla messa in atto di un ordine già impartito. Se dovessimo arrivare a ciò, non potremmo non aspettarci una propagazione di conflitti a catena, su scala mondiale e con caratteristiche di “asimmetria”.

2. La commissione di inchiesta al Congresso e al Senato USA sulle menzogne addotte dalla amministrazione Bush come pretesto per la guerra in Iraq ha posto, tra i tanti, anche alcuni quesiti in merito all’11 settembre. In questo contesto si è parlato anche di un nuovo Watergate.

3. E’ in atto il collasso finale del sistema finanziario mondiale; esso potrebbe portare per mezzo di molti fattori ad un crac totale: per esempio a partire dall’esplosione della bolla speculativa mondiale sul mercato immobiliare, o nel momento in cui il prezzo del petrolio arrivasse a 100, 200 o anche 300 dollari al barile.

4. Tutti questi processi sono noti ai membri responsabili del Congresso e del Senato americani, che conoscono i propri doveri, e sanno che questi pericoli estremi possono essere evitati solo all’interno degli Stati Uniti. Tutto dipenderà dalla loro tempestiva azione vòlta ad impedire una nuova guerra, e a risolvere la causa vera di questa recente esplosione bellica - la crisi finanziaria – attraverso un sistema sancito da una Nuova Conferenza di Bretton Woods.
 
Considerato tale intreccio di processi, si tratta di una corsa contro il tempo, per vedere quale prevarrà sugli altri. Una cosa è certa, tuttavia: contrariamente alla situazione tedesca, la popolazione degli Stati Uniti non è più vittima dell’illusione che vorrebbe possibile un ritorno alla normalità dei “bei tempi che furono”.
 
Perché i voti a favore del Bürgerrechtsbewegung Solidarität sono assolutamente decisivi!
 
Naturalmente, dopo le tirate del signor Kirchhof, è diventato chiaro perché debba essere impedita l’elezione della Signora Merkel. D’altra parte, sono importanti le affermazioni del Cancelliere Schröder, a proposito del ruolo di uno Stato forte in relazione al Bene Comune e dell’opposizione tedesca ad un nuovo conflitto contro l’Iran: è tutto vero, ma egli dovrebbe anche cessare la “politica di riforma della previdenza sociale” dettata dall’Agenda 2010 e dalla legge Hartz IV. È a tale fine che il nostro partito è decisivo.
I vostri voti, che esso potrà raccogliere nella prossima elezione, saranno giudicati la cartina al tornasole della politica nazionale della Germania. Il nostro programma di investimenti statali è infatti l’unico in grado di far avanzare la Germania e restituirla a condizioni produttive di piena occupazione.
Poiché è assolutamente evidente che il Cancelliere Schröder guarda molto attentamente alle dinamiche interne degli Stati Uniti, per valutare lo spazio di manovra disponibile alle sue politiche, gli sviluppi al Senato americano, diretti principalmente dal sen. Harry Reid e da altri, diventano un fattore deciviso per Schröder stesso. Tutti, nel Partito Democratico, sanno che è merito di LaRouche se il partito è sopravvissuto alle elezioni presidenziali dello scorso 2 novembre, e se esso è tornato ad ispirarsi alla tradizione di Franklin D. Roosevelt.
Dunque, i voti concessi al nostro partito sono molto, molto più importanti di quanto pensino in molti. Poiché soltanto attraverso una collaborazione di forze analogamente ispirate ad un approccio rooseveltiano, negli Stati Uniti, in Germania, e in Europa, potremo superare la crisi.
Dunque, non votate per il “meno peggio”, ma seguendo la vostra coscienza, che contiene in sé le giuste leve per indicare la via di uscita da una situazione come questa, senza precedenti. Più forte sarà l’esito elettorale del nostro partito, maggiori saranno le possibilità che il nostro programma sia attivato su scala transatlantica, dopo le elezioni.
 
Vi invito, cari elettori, ad una gesto personale incisivo.
La vostra Helga Zepp-LaRouche
 


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