Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

LAROUCHE RISPONDE
 
DOMANDA  - Pensa che la mancata risposta al disastro di New Orleans sia parte di un assalto sistematico contro i poveri?

LAROUCHE - In un certo senso, sì. L'atteggiamento anti-roosveltiano della cricca Bush-Cheney, ma anche di altri, significa semplicemente questo, nei fatti. Consideri il caso di Barbara (di nome e di fatto) Bush, la quale, osservando che i rifugiati nello stadio di Houston  chiamato Astrodome "stanno meglio di prima", ha in realtà voluto dire: "Date loro la scatola, anche se manca la torta dentro". Ella incarna, in verità, un certo personaggio della "Famiglia Addams".
 
DOMANDA  - All'indomani della tragedia [...], provo disappunto, ma anche un senso di ironia, nell'apprendere che le ricche organizzazioni di questo Paese non si sono fatte avanti con adeguate donazioni. Le imprese multimilionarie come General Electric, Bectel (che avrebbe potuto fornire acqua potabile), Microsoft e Bill Gates (che è ricco sfondato), Walmart, e troppe altre da poter essere elencate, non si sono mosse in tal senso. Comprendo che queste imprese non siano enti caritatevoli, ma osservo ancora una volta che, proprio mentre la LORO nazione affronta una tragedia di tali dimensioni, alla classe media è chiesto di aiutare, mentre i ricchi si arricchiscono con la speculazione sul prezzo del petrolio ordinato acquistato per aiutare gli Americani.
Coloro, tra noi, che si sono salvati, sembrano essere gli unici a preoccuparsi per le vittime, mentre quelli con il portafoglio gonfio mantengono il silenzio. Sembra che non si possa fare molto, in qualità di semplici cittadini, specialmente se si è lontani da quei luoghi, se non pregare per i nostri fratelli e sorelle, e covare la rabbia per l'IMMENSA mancanza del nostro governo nel portare IMMEDIATAMENTE i necessari soccorsi. Mentre rimaniamo nelle nostre case, cercando di risparmiare energia elettrica e benzina, cosa possiamo fare per esprimere il nostro disappunto, la nostra preoccupazione e la nostra frustrazione? Grazie.
 
LAROUCHE - L'enfasi sulla carità offerta da privati, è un errore. Si ricordi come il Presidente Clinton rese operativa la FEMA (Agenzia Federale di Gestione delle Emergenze), dopo che era caduta in rovina sotto la presidenza del suo predecessore George H. W. Bush. Poi, prenda atto di come la macchina politica di Bush-Cheney ha distrutto, a partire dal 2000, tutte le competenze, presso la FEMA, l'esercito e altre istituzioni. La prima responsabilità è del governo. I mezzi per fornire i soccorsi necessari sono ricavati con le tasse, e non attraverso i fondi di qualche privato, come risorsa sostitutiva dei doveri del governi.
 

DOMANDA  - Nel mezzo di una crisi finanziaria che investe tutto il mondo, specialmente le nazioni che dipendono per le loro forniture energetiche dal petrolio, siamo contenti di sentirLe dire, che i poteri dei nostri governi dovrebbero essere rivolti alla crisi energetica e finanziaria del momento. Noi, nelle Filippine, stiamo affrontando delle difficoltà economiche dovute alla crescita smisurata del prezzo del petrolio. Speriamo quindi che grazie alle sue doti di economista e statista gli Stati Uniti possano iniziare una discussione internazionale, il più presto possibile, coinvolgendo altri capi di governo per risolvere i problemi più pressanti, quelli dovuti al prezzo del petrolio e al conseguente indebitamento. Potranno intraprendere tale iniziativa gli Stati Uniti?
 
LAROUCHE - Il Cancelliere Schroeder ha compiuto un passo in avanti molto utile, proponendo che le autorità internazionali preposte regolino un mercato in cui la rapacità degli speculatori è fuori controllo. I rappresentanti anglo-americani della fazione "predatrice", ovvero i governi di Bush e di Blair hanno ostacolato tale misura.
Se questo non sarà fatto al più presto si può prevedere l'esplosione di una situazione infernale, caratterizzata da una crisi di dimensioni imprevedibili.
Bisogna subito ridurre di 30 dollari il prezzo del petrolio: questo sarebbe un primo passo. Poi si dovrebbe ripensare una politica "energetica" a lungo termine su scala mondiale. Il problema è tecnicamente e fisicamente affrontabile, ma in termini politici rappresenta davvero una grande sfida.


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