Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

16 settembre. LaRouche si rivolge ad un folto pubblico di Washington, composto soprattutto da politici, diplomatici e giovani attivisti. Il discorso e la discussione sono state trasmesse in diretta su Internet.

LaRouche: “una trasformazione rivoluzionaria dopo Katrina”

In un discorso che è stato trasmesso su internet lo scorso 16 settembre, il fondatore dell'EIR Lyndon LaRouche ha denunciato la politica di "Guerra permanente-rivoluzione permanente" del vice presidente Dick Cheney come "il maggiore pericolo immediato" per il mondo intero. LaRouche si è appellato al Congresso e al Senato degli Stati Uniti perché i rappresentanti del popolo americano lo capiscano fino in fondo. La politica di Cheney nei confronti dell'Iraq e di altre nazioni prese di mira è quella della "guerra permanente", e non quella di giungere alla "vittoria" intesa nel senso tradizionale della strategia militare, ha detto LaRouche. Con la "guerra permanente" l'oligarchia finanziaria conta di mantenere il proprio potere in una situazione di sfascio sistemico economico e finanziario, dove ogni altro mezzo di cui essa dispone è ormai esaurito. Questa politica non è nuova; risale alle Guerre Peloponnesiache. Gli interessi finanziari anglo-americani dietro Cheney sono gli stessi che portarono al potere Adolf Hitler. Questi interessi sono risoluti a "usare la guerra come strumento di governo", cosa che comporta l'obliterazione dell'ordine costituzionale negli Stati Uniti.
La politica di Cheney proviene direttamente dalle operazioni di Alexander Helphand, detto Parvus, e da un più noto personaggio da questi strumentalizzato, Leon Trotsky, al quale si deve la diffusione della "dottrina della rivoluzione permanente", ha spiegato LaRouche, facendo notare come molti dei cosiddetti neoconservatori siano degli ex trotskyisti. "Rivoluzione permanente" significa "organizzare l'instabilità, ... e questo si chiama anche 'cambio di regime'."
LaRouche ha affermato: "Comprendere ciò che c'è dietro all'idea della rivoluzione permanente e alla guerra permanente è cruciale per difendere questa nazione e per la salvaguardia dell'intera civiltà", ma il problema più grave è che "sono proprio pochi i politici di Washington che hanno chiaro questo fatto", giacché molti leader politici sono confinati "nel purgatorio del baby-boomerismo". Per questo motivo LaRouche ha definito il proprio ruolo come quello di "fare l'andatura per la prossima tappa di questo paese", gli Stati Uniti. Economicamente l'America "è una nazione in rovina", ma possiede ancora "la memoria di ciò che è stata", e per questo possiede "la chiave per il successo, la chiave per la ricostruzione".
L'uragano Katrina ha posto in evidenza non soltanto la povertà di ampi strati della popolazione, ma soprattutto "la povertà del governo" e "l'insuccesso catastrofico" dell'esecutivo, ha detto LaRouche. Ha quindi parlato della "pura truffa" del rincaro dei prezzi petroliferi. Dopo Katrina "non c'è nessuna carenza di petrolio ... Gli speculatori manipolano il mercato per derubare la gente al distributore. Rubano almeno 40 dollari sull'attuale prezzo al barile", nel tentativo "di stabilizzare" il sistema in bancarotta degli hedge-funds.
C'è un'unica soluzione: "Il governo federale deve sottoporre l'intero sistema alla riorganizzazione fallimentare", salvaguardando la componente reale dell'economia con una ripresa in grande stile come quella iniziata da Roosevelt. L'attuale generazione dei baby-boomer in politica, i sessantottini, ha mandato l'economia mondiale in malora, ma ora c'è una nuova generazione che entra nell'età matura "e il futuro appartiene a lei" e "dipende da lei", ha concluso LaRouche.

Il Senato USA cerca di riempire il vuoto

Il capogruppo democratico Harry Reid ha proposto ai colleghi senatori di "abbandonare le normali procedure", come le audizioni per confermare Roberts al vertice della Corte Suprema, per occuparsi immediatamente di questioni più urgenti, come l'approvazione del bilancio per la Difesa, dal quale dipendono, tramite diversi "emendamenti", i finanziamenti d'emergenza per le zone disastrate dall'uragano Katrina, come quello che lui stesso ha presentato insieme alla senatrice della Louisiana Mary Landrieu. Ma, secondo il senatore, su questi argomenti la Casa Bianca preferisce tergiversare e rimandare.
• Il 16 settembre 14 senatori, 7 democratici e 7 repubblicani, si sono recati nella regione disastrata dall'uragano.
• Un gruppo di parlamentari democratici capeggiati da Henry A. Waxman e Nancy Pelosi hanno inviato una lettera a David M. Walker, direttore della corte dei conti americana (GAO), proponendogli "di costituire immediatamente un gruppo di esperti revisori e ispettori per controllare in tempo reale i contratti e le spese per i lavori di soccorso e ricostruzione nella Costa del Golfo. Per evitare sprechi, truffe ed abusi - come quelli che hanno afflitto la ricostruzione in Iraq e la spesa pubblica per la sicurezza del territorio - i parlamentari propongono una commissione indipendente anti-frode e chiedono che la GAO comunichi le prove di spese superflue, abusi e cattiva gestione dei contratti nel momento in cui si verificano, consentendo così al Congresso di intervenire".
• Il sen. Edward Kennedy ha proposto la costituzione della "Gulf Coast Regional Redevelopment Authority", un ente di governo sul modello della Tennessee Valley Authority (TVA) di Roosevelt incaricata della ricostruzione nella regione colpita dall'uragano.
• La delegazione dei senatori della Louisiana ha proposto una commissione per la supervisione della ricostruzione dopo Katrina.
• Il decano del Senato Robert Byrd ha chiesto all'amministrazione Bush di ritirare le truppe dall'Iraq, perché "non possiamo continuare a spendere miliardi in Iraq quando la nostra popolazione ha così tanto bisogno, e non solo a New Orleans...".
• I sen. Conrad e Dorgan e l'on. Pomery propongono una legge d'emergenza per assistere gli agricoltori colpiti da Katrina e da altri disastri naturali.
L'on. George Miller ha presentato un disegno di legge affinché ai lavoratori vittime dell'uragano impegnati nella ricostruzione sia corrisposto il salario minimo garantito dalla legge. Bush ha infatti già espresso il suo sostegno per gli appaltatori che pretendono di sottopagare la manodopera impiegata.
• Il senatore repubblicano Pete Dominici ha proposto a Bush la costituzione di un ufficio della Casa Bianca per la supervisione a lungo termine della ricostruzione.
Il sen. Judd Gregg, che presiede la Commissione Bilancio, ha commentato "pare che non vi sia coordinazione di sorta" ed ha chiesto a Bush di istituire un'apposita commissione.
La sen. Hillary Clinton ha presentato un ddl per la costituzione di una commissione bipartitica, cinque democratici e cinque repubblicani, per studiare il danno, la risposta del governo e in che modo il governo dovrebbe affrontare eventuali catastrofi future. La commissione avrebbe il diritto di emettere mandati di comparizione e un bilancio di 3 milioni. In tale direzione si è espresso anche il sen. Harry Reid.
I sen. Reid e Pelosi hanno tenuto una conferenza stampa il 15 settembre per ribadire la richiesta al Congresso di creare un ente, sul modello della TVA, capace di gestire stanziamenti per 200 miliardi di dollari per la ricostruzione.

Il vuoto di Bush

Fonti diverse confermano che durante la catastrofe Katrina e nei giorni successivi il Presidente George Bush era mentalmente assente. Secondo un articolo di Evan Thomas, apparso su Newsweek del 19 settembre, che cita fonti ovviamente anonime nella stessa Casa Bianca, Bush avrebbe cominciato a rendersi conto delle dimensioni della tragedia solo a partire dal 1 settembre. Come è noto, Bush si vanta di non leggere giornali e di non seguire i notiziari e i membri della guardia pretoriana hanno paura di dirgli le cose perché lui dà in escandescenze. Così, "quando Katrina ha colpito", riferisce Newsweek "sembra che nessuno abbia voluto dirgli le cose proprio come stavano: che le amministrazioni statali e municipali erano sopraffatte, che la FEMA non era all'altezza e che i militari, l'unica istituzione con i mezzi all'altezza della situazione, non potevano intervenire senza un ordine presidenziale che scavalcasse ogni altra autorità".
La sera del 29 agosto Bush ha parlato al telefono con la governatrice Blanco della Louisiana, che chiedeva soccorsi, poi è andato tranquillamente a letto. La mattina successiva i suoi collaboratori hanno preso il coraggio a due mani per dirgli che doveva rientrare dalle vacanze. Lui ha detto di sì ma ha dedicato il resto della giornata a parlare sull'Iraq, a San Diego, e a suonare la chitarra. Finalmente il 1 settembre gli assistenti hanno deciso di fargli un DVD con le riprese televisive del disastro e di fargliele vedere. Quando l'Air Force One è atterrato a New Orleans, i politici in carica hanno affrontato Bush personalmente, e, secondo un testimone "gliel'hanno cantata meglio che hanno potuto, nei limite del possibile consentito dagli uomini della scorta".


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