Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

LaRouche su internet:

 

Il 12 ottobre 2005 a Washington Lyndon LaRouche ha parlato ad un incontro seguito in tutto il mondo su internet.

Gli argomenti principali del Webcast:

  • "Abbiamo bisogno del protezionismo non del libero mercato"
  • "La priorità è estromettere Cheney al più presto"
  • Ambientalismo
  • Sul presidente della Federal Reserve Alan Greenspan
  • La Nuova Bretton Woods di LaRouche e quella posticcia di Felix Rohatyn

 

"Abbiamo bisogno del protezionismo non del libero mercato"

Il leader democratico ed economista americano ha iniziato il suo discorso affermando che l'unico modo di salvare l'economia americana è sbarazzarsi del sistema che misura lo stato dell'economia con la moneta, e riadottare il Sistema Americano che regolamenta la moneta, valutandone l'efficacia sulla base dell'economia fisica.
Questo è il sistema del "protezionismo", ha detto LaRouche, che si oppone al libero mercato del sistema britannico.
Questa è la sua argomentazione:
"Come regolamentiamo la moneta? Con il protezionismo. Come proteggiamo la nostra produzione, contro il mercato di beni a basso costo? La proteggiamo, incoraggiando alcuni investimenti, riconosciuti per la loro bontà; defiscalizzando le produzioni che sono utili alla società; tassando più pesantemente quelle che lo sono in misura inferiore. Promuoviamo gli investimenti nelle cose di cui abbiamo necessità: per esempio, il 50% dell'economia moderna dovrebbe essere impegnato nelle infrastrutture. Ciò non ha nulla a che vedere con il mercato, immediatamente, ma solo indirettamente. Che cosa sono le infrastrutture economiche? Sono i servizi pubblici, l'educazione pubblica, la gestione delle risorse idriche, i trasporti, ecc. Il 50% di una sana economia nazionale dovrebbe orbitare intorno alle infrastrutture, che sono investimenti a lungo termine nel miglioramento del territorio e delle condizioni di vita. Il restante 50% dovrebbe essere la produzione, oppure i servizi dedicati ad essa, cioé il contributo privato all'economia.
"Così, si regolamenta l'economia in modo tale da assicurare l'ingresso di capitali, tramite le tasse e altri meccanismi, necessari ala produzione e alla manutenzione di quella metà dell'economia nazionale che pertiene al settore pubblico. Ai vari livelli, federale, statale, provinciale (per contea), e comunale, ritroviamo la necessità di migliorare le reti idriche, il sistema educativo, i servizi di polizia, ecc. Questi servizi dovrebbero essere a carico del denaro pubblico.
"E' vero che alcuni di essi possono essere delegati a privati, come già accade. Per esempio, i nostri stati crearono degli enti pubblici, per esempio finalizzati alla produzione di elettricità, che ora costituiscono delle società private sottoposte al controllo pubblico. E la gente può investire i propri risparmi in tali imprese, perché in generale offrono una garanzia di ritorni economici. Così gli enti pubblici possono costituire un buon impiego dei risparmi, diretto nel caso di chi investe in obbligazioni, indiretto nel caso degli investimenti delle casse di risparmio. Così le banche vengono a dipendere dai servizi pubblici, inserite in un buon sistema per una buona parte dei propri depositi [di riserva]. Così, se investiamo in una banca, prestandole denaro, sappiamo che essa userà parte dei nostri risparmi negli investimenti di pubblica utilità, che offrono una buona garanzia di protezione. Questo, dunque, è il miglior investimento locale che si possa avere, stando al vecchio sistema.
"Ma noi lo abbiamo distrutto! Abbiamo detto: 'Vogliamo il mercato libero. Vogliamo tagliare le spese che non sono essenziali al nostro datore di lavoro!' Cioè le risorse del sistema scolastico, privatizzandolo. Non ci occuperemo della popolazione in generale, perché privatizzeremo il sistema educativo. Prendiamo dunque alcuni elementi della scuola, e li privatizziamo."
Opponendosi a questo disastro, LaRouche ha concluso che dobbiamo proteggere la nostra società regolamentandone l'economia, rilanciando i lavori pubblici e il commercio sulla base di accordi

 

"La priorità è estromettere Cheney al più presto"


Rispondendo ad un domanda sulle prospettive del prossimo governo tedesco LaRouche ha sottolineato che la rimozione di Dick Cheney dal suo ufficio di vicepresidenza degli Stati Uniti d'America costituirà il fattore determinante dell'intera situazione politica oltreatlantico, e quindi del mondo.
Le parole di LaRouche sono state:
"Lo sanno tutti: finché durerà l'attuale politica di Cheney e Bush, per gli Stati Uniti non si potrà che pregare! Tutti sanno che è giunto il tempo di estromettere Cheney, se si vuol mettere in salvo l'economia americana.
"Ci sono tutti i presupposti per costringere Cheney a dimetterso. Poiché vogliamo la sua estromissione, non vogliamo nemmeno perdere tempo con le procedure di impeachment. Vogliamo che egli presenti le sue dimissioni. Quindi, per fargli prendere tale decisione, è attesa una specifica iniziativa dalle fila dei Repubblicani, con il sostegno dei Democratici. In altre parole, dobbiamo giungere ad un accordo tre i due schieramenti, non a un patto malsano, ma a un buon patto. Dobbiamo cominciare a pensare senza timori che il Presidente in carica è un idiota, un uomo dallo spirito mediocre. Che egli è uno di quegli idioti che, per la maggior parte del tempo, non capisce il significato delle parole che escono dalle sue labbra. Per quanto si tratti di una dura constatazione, dobbiamo ammettere che egli è privo di quel "bagaglio" emotivo e di quella profondità intellettuale che gli permetterebbero di comprendere le sue parole.
"Ma il vero problema è Cheney. Dunque, l'obiettivo di chi voglia salvare gli Stati Uniti, è l'immediata rimozione di Cheney dal governo. Se seguissimo le procedure previste, ci ritroveremmo come nel caso di Nixon; i Democratici e i Repubblicani giungerebbero ad un accordo che lascerebbe la responsabilità della fine di Cheney nelle mani dei Repubblicani. I Repubblicani più autorevoli, invece, dovrebbero rivolgersi a Cheney, dicendogli: "Il Presidente vuole che tu ti dimetta, per il bene della nazione". Questo discorso, se accompagnato da opportini accorgimenti, probabilmente riuscirebbe ad indurlo ad andarsene: una volta espresso, infatti, potrebbe ricevere il consenso dei Democratici, perché essi necessitano di un accordo che li faccia uscire da questo caos. Dobbiamo impostare un cambio di politica con il consenso di entrambi i partiti, e lo otterremo senza DeLay! (il nome del leader repubblicano neo-conservatore significa “indugio”, da qui il gioco di parole, NdR).

"Probabilmente arriveremmo ad avere un vicepresidente democratico, come garanzia di un presidente repubblicano sostitutivo di questo svitato, che probabilmente preferirà allevare maiali nella sua tenuta di Crawford, quale stile di vita a lui più congeniale. Probabilmente, poi, sua moglie ci riferirà che cosa ama fare con i suoi maiali.
"Potremo procedere con questo accordo bipartisan tipico di un tempo di crisi, che ha un precedente storico nei patti raggiunti sotto Roosevelt in fatto di previdenza sociale e di politica militare, "Potremmo trovare, come fece Roosevelt, alcuni Repubblicani disposti a collaborare, viste le circostanze. Sarebbero dei Repubblicani normali, di quelli con due gambe, a differenza di altri; essi potrebbero collaborare con i Democratici, come già stanno facendo al Senato, puntando a patti di reciproco quieto vivere, per il bene della nazione.
"Se questo processo dovesse continuare, come alcuni segni dell'imminente fuoriuscita di Cheney ci fanno pensare, allora ambienti vicini alla Merkel, i neoconservatori tedeschi, e vicini a Blair, si troverebbero nei guai, in Europa. In Inghilterra, vi sono forze nel partito laburista e nel partito conservatore che stanno puntanto i cannoni su Blair. Non appena trovassero l'occasione per bruciarlo, lo farebbero immediatamente, neutralizzando anche la sua politica. Essi, infatti, vedono una minaccia nella sua politica e in quella di Cheney...
"Abbiamo una situazione, in cui l'eliminazione del fattore Cheney, o anche la percezione della sua piena responsabilità, potrà cambiare la politica in Germania, in Inghilterra e in tutta Europa.

"Quindi, eliminare Cheney ora, oppure palesarne la sicura estromissione, sarebbe sufficiente ai nostri scopi. Se, d'altra parte, non matureremo questa convinzione e non coinvolgeremo l'Europa in questa possibilità, allora le pratiche degli Stati Uniti tenderanno a coordinarsi con quelle dell'Europa. Ci sono tutti gli indizi, per temere che questo accada."

 

Ambientalismo

Da un membro della Commissione Scienza del Congresso USA, che si dichiara a favore della tecnologia nucleare e in nessun modo contrario alla scienza e alla tecnologia:
 
Signor LaRouche,
in molte delle sue affermazioni e nei suoi scritti Lei è sempre stato molto duro nei confronti delle persone da Lei identificate come ambientaliste. I Suoi sostenitori sembrano dimostrare poca tolleranza nei confronti dei "verdi". So che vi sono persone nel movimento ambientalista, che si oppongono vigorosamente alla tecnologia e allo sviluppo economico, ma non penso che sia corretto caratterizzare come fa Lei l'intero movimento ambientalista. In particolare, uno dei temi emersi all'indomani dell'arrivo dell'uragano Katrina ha ha a che fare con il fallimento della protezione delle zone umide. Numerosi rapporti scientifici indicano che la decisione di innalzare le barriere di protezione delle zone umide, dovute ad uno sviluppo irresponsabile, ha contribuito ad attirare Katrina e ha incrementato la violenza e la velocità delle sue correnti d'aria.
La mia domanda è la seguente: come può ignorare le preoccupazioni per l'ambiente nella maniera che Le è abituale, di fronte al comportamento dissennato della speculazione edilizia, ecc.? In secondo luogo, Lei pensa che vi sia un qualche verità nell'affermazione che il fallimento nella protezione delle zone umide abbia aggiunto un danno a quello prodotto da Katrina e dagli altri uragani? Ritiene cioé che la protezione delle zone umide sia ugualmente una stupidaggine?
 
LAROUCHE:
 
Tutti gli argomenti discussi dal cosiddetto "movimento ambientalista" sono una serie di singole tematiche, alcune delle quali esprimono giuste preoccupazioni, altre che invece conducono a scelte politiche che per loro natura minacciano l'umanità. Il mio parere a riguardo è che tale movimento sia un'istituzione non necessaria, poiché qualunque preoccupazione legittima, come quella inerente alle paludi, è definita più correttamente nella forma di un oggetto di studio scientifico, piuttosto che di risentimenti talvolta rabbiosi, tipici di coloro che si fanno interpreti dei "problemi ambientali". Nel suo complesso, il movimento è anti-scientifico proprio nel suo metodo, come dimostra il bando fraudolento del DDT: esso, pertanto, è pericoloso per l'umanità. Io proporrei di sbarazzarcene, come farei di una setta pagana, e di sostituirgli la scienza corrispondente a certi punti importanti, definiti dalle implicazioni del progetto da me presentato, ispirato principalmente dalle scoperte di Vernadsky in fatto di biosfera e noosfera.
Consideri il caso della credenza fanatica e pagana, secondo cui il "riscaldamento globale" sarebbe il prodotto delle emissioni di anidride carbonica. L'effetto rilevato è soprattutto dovuto a certi cambiamenti, alcuni dei quali ciclici, che interessano il sistema solare nel suo insieme o anche il sole soltanto. In realtà un modesto aumento del contenuto atmosferico di anidride carbonica, aggiunto alla naturale umidità, ha l'effetto contrario di ridurre leggermente la temperatura del pianeta, attraverso l'aumento del tasso di crescita della biomassa con la fotosintesi. Alberi e foreste rappresentano un arricchimento per l'ambiente; anche le piante da raccolto, perfino le paludi, abbassano la temperatura, mentre rafforzano la biosfera nel suo ruolo di piattaforma dalla quale dipendono lo sviluppo tecnologico della società e il suo generale progresso.
Per esempio, considerare i deserti come aree il cui stato naturale sia da Il pericolo derivante dall'influenza dei movimenti ecologisti risiede nella loro specifica irrazionalità, compreso il fatto che il loro metodo è meccanicistico, mentre i processi della biosfera e della noosfera sono, come disse Vernadsky, specificamente dinamici e anti-meccanicisti.
Se parliamo di speculazione immobiliare, allora siamo di fronte agli effetti di politiche economiche davvero folli, e alla diffusione, negli Stati Uniti, della suburbanizzazione etnica.
(...)
Guardi le cartine animate degli Stati Uniti, che io e miei collaboratori stiamo preparando per studiarne i cambiamenti, con suddivisione delle aree in contee negli ultimi quarant'anni. Riscontrerà la follia della vita urbana, dal punto di vista dei lunghi  tragitti che devono compiere i pendolari o tra case e scuole, i negozi, o gli ospedali [...]
Ripensando al caso di Katrina, consideri la storia di quella regione a partire dall'uragano Betsy. Non è stato fatto alcunché, da allora, nonostante Betsy avesse dimostrato ampiamente che cosa può accadere ad un porto marittimo che serve una regione estesa a partire dal Canada, passando per l'appennino degli Appalachi e le Montagne Rocciose. Il mantenimento delle paludi è stato un problema scientifico ben prima che qualche "ecologista" lo scoprisse. Non riuscire a sviluppare una tal regione, anche già negli anni '60, in modo da farla resistere ad un uragano di categoria 5, avrebbe rappresentato una negligenza [..] come quella di cui si macchiò il Presidente Richard Nixon, quando decise di approvare le sparate del Professor Milton Friedman. [..]
    Per esempio, l'uso di reattori ad alta temperatura e raffreddati a gas, come fonti d'energia standard, porterebbe alla generazione di carburanti a base di idrogeno, che hanno come rifiuto essenzialmente l'acqua, da preferirsi a qualunque combustibile intrinsecamente poco costoso il cui trasporto ne fa lievitare i costi per tonnellata. La riduzione della dipendenza eccessiva dai trasporti autostradali, passando ai traporti su treni superveloci, oppure a sospensione magnetica, sarenne il segno della costruzione di un mondo migliore e più pulito.
 

 

Sul conto del presidente della Federal Reserve Alan Greenspan

Da un membro della Commissione Bancaria del Congresso USA

Signor LaRouche,
Lei ha detto che le azioni intraprese da Greenspan dopo il crac del 1987 lo rendono responsabile dell'odierna bolla speculativa. Potrebbe sviluppare ancora un poco questo tema, specialmente in merito alle sue proposte per combattere quella che lei definisce iperinflazione?
 
LAROUCHE:
 
V'è una causa principale della mancata comprensione del fatto che siamo già intrappolati in uno "strato limite" dal quale il presente sistema monetario-finanziario internazionale non potrà mai emergere intatto.
Essa è che il modo con cui ci siamo ideologicamente trasformati, da una nazione di produttori ad un'economia di servizi, ha cancellato, sotto gli occhi delle generazioni nate prima del 1940-1945, le vestigia di ciò che esse riconoscevano essere la funzione primaria delle realtà fisiche di un'economia nazionale.
In quelle generazioni e in quelle ad esse precedenti, mentre la produzione dominava i successi dell'economia, il rendimento fisico degli investimenti nella produzione e nelle infrastrutture, pro capite e per chilometro quadrato, era la realtà attraverso la quale poteva essere giudicato il valore dei capitali di tipo finanziario-monetario. I cambiamenti, principalmente dovuti a Brzezinski, sopravvenuti alla fine degli anni '70 con leggi statali e federali sulla diffusione del gioco d'azzardo e delle pratiche usuraie, hanno rimosso quei vincoli essenziali che avevamo imposto per garantire un giusto flusso monetario, in rapporto alla missione consistente nel garantire, nei termini fisici procapite e per chilometro quadrato, gli interessi a lungo termine della nazione.
Negli anni che precedettero questa trasformazione, i membri sani della società avrebbero immediatamente riconosciuto nella cosidetta "economia post-industriale" una depressione economica. Questo fatto è reso meglio evidente se, consultando i dati di ciascuna contea così come io e i miei collaboratori li abbiamo preparati, si cerca di capire gli effetti fisici individuali e collettivi, dei suddetti cambiamenti dell'economia americana negli ultimi 35 anni. Oggi, dimostrazioni come questa vengono generalmente scartate, con un tipico gesto di protesta, che accompagna la frase: "Va bene, ma come va la borsa, oggi?"
Pensi a ciò che ho spesso descritto come una forma ancor più estrema di follia di massa, cioé al regno quasi ventennale di Alan Greenspan sulla Federal Reserve.
Nell'ottobre 1987 abbiamo già avuto un crollo in borsa come quello del 1929. Lo avevo previsto e ne avevo dato ripetuti avvertimenti; si realizzò esattamente come avevo pensato e nei tempi da me previsti. Fu il risultato logico, scientificamente legittimo, delle tendenze al ribasso economico innescate durante le amministrazioni di Nixon e di Carter.
In quel momento entrò in scena Alan Greenspan. Agì come se avesse detto: "Non vendete, ci penso io a sistemare il problema". Ne conseguì l'uso in borsa del gioco d'azzardo, chiamato fantasiosamente "derivati finanziarii", più tardi anche "hedge funds". La contabilità di queste transazioni largamente fittizie, considerate elementi funzionali del sistema finanziario e monetario, provocò ciò che infine sarebbe diventato una bolla iperinflazionistica simile alla Germania del 1923; la differenza, tuttavia, è che la Germania di allora era un'economia circoscritta, mentre la nostra economia è mondiale, e per stampare moneta è sufficiente dichiararlo attraverso una fibra ottica da una parte all'altra del globo. Il problema di oggi diventa evidente paragonando le varie forme di derivati finanziari, operanti in mercati più meno informali, con il prodotto fisico netto del mondo nel suo insieme.
Ora, come nel 1923, l'impulso intrinsecamente iperinflattivo è stato tenuto a bada per un certo tempo, finché i banchieri e i governi hanno potuto contenere il mercato all'interno del quale il processo stava esplodendo. Quando nella primavera del 1923 il meccanismo di contenimento cessò di reggere, esplose la spirale iperinflattiva. Precisamente la stessa storia, ora, interessa la bolla dei derivati di Greenspan. Nella scorsa primavera, si è avuta l'evidenza che i meccanismi di contenimento si erano rotti, per la sopravvenuta sollecitazione dovuta alla politica fallimentare dell'amministrazione Bush. Strane e dubbiose accumulazioni di capitali, risalenti al 1997-1998, stanno ora esplodendo in maniera accelerata. In altre parole, qualcuno sta cercando di spegnere l'incendio gettando benzina sulle fiamme.
Nonostante tutto, non siamo in grado di formulare una previsione sulla data esatta. Ad ogni modo, si usa dire che gli orsi e i tori possono trarre profitto dal mercato (al rialzo e il ribasso, detto Bear e Bull market, ovvero orso e toro), ma che i maiali vengono soltanto macellati. I maiali, infatti, si stanno già scannando tra di loro: lo vediamo dalla crescita speculativa delle transazioni nei capitali legati alle materie prime. L'intersezione della  linea di collasso degli hedge funds con quella del mercato immobiliare minaccia di far saltar per aria l'intero sistema bancario dell'Europa e delle Americhe. Mentre non possiamo predire con precisione il debito in gioco, dovremmo ricoscere che siamo entrati nello strato limite approssimativamente comparabile alla regione turbolenta del cono generato da un jet ipersonico. Se non modifichiamo il nostro approccio, il sistema sottoposto alle presenti condizioni si disintegrerà.
  Una soluzione esiste, nella forma di una proposta. Abbiamo il coraggio e la perizia necessari a metterla in atto?

La Nuova Bretton Woods di LaRouche e quella di Rohatyn

Da un economista di professione.

Signor LaRouche,
due settimane fa, è stato qui Felix Rohatyn e ho potuto assistere ad un'affascinante discussione tra lui, che come Lei sa propone spesso una nuova Bretton Woods, e uno dei Suoi vecchi collaboratori. Immediatamente è diventato chiaro che Lei e Rohatyn NON parlate della stessa cosa, quando vi riferite ad una nuova conferenza di Bretton Woods. Non ho voluto porle questa domanda durante la sua conferenza in diretta, ma penso che sarebbe di grande aiuto una Sua definizione delle differenze tra i vostri approcci.

LAROUCHE:

Lanciai la campagna internazionale a favore di un nuovo sistema di Bretton Woods, nella forma immediatamente conseguente al mio lavoro con il Parlamento Italiano, il quale adottò la mia proposta con una serie di mozioni ed altre risoluzioni. Quell'azione, che è pubblicamente associata alla mia persona, servì a Rohatyn come occasione per tentare di sottrarmi terreno. Ha rubato soltanto il nome, che ora è anche stampato su una scatola vuota, la sua. In realtà non v'è alcuna coerenza tra la politica originaria di Franklin D. Roosevelt (e la mia che le fa esplicitamente eco) e l'omonima proposta del Signor Rohatyn. Le differenze corrispondono alla differenze tra due universi.
Le schiette intenzioni e le azioni del Signor Rohatyn,  sono volte a privare qualunque governo, incluso il nostro, del potere di resistere ad un'autorità superiore rappresentante gli interessi della finanza privata. Egli è a favore di una riorganizzazione dell'attuale sistema finanziario e monetario, poiché sa della sua inevitabile bancarotta; tuttavia insiste affinché nella nuova creazione siano le case finanziarie, e non i governi, a determinare chi debba sopravvivere, e chi debba soccombere. Da questo punto di vista, chiaramente egli mi riconosce come un avversario estremamente credibile, nei confronti del quale egli prova il più profondo, forse anche criminale, odio personale.
Il pedigree del Signor Rohatyn, per quanto concerne questi problemi, deriva dalla sua condivisione ideale con la Sinarchia Internazionale, di stanza in Francia, quella forza che plasmò i regimi fascisti di Mussolini, Hitler, Franco, e - tra gli altri restanti - dei governi Laval e Vichy nella Francia occupata. Alcune della principali banche, formalmente alla testa della Sinarchia Internazionale nei decenni successivi al Trattato di Versailles, esistono ancora oggi, e hanno conservato le stesse intenzioni politiche, intorno al modo di regolare i rapporti tra la finanza e il governo. Il Signor Rohatyn è d'accordo.
Al momento è in atto una discussione sul modo in cui gli USA e altri governi dovrebbero gestire la bancarotta irreversibile e disperata del sistema finanziario internazionale. Sottoporre l'intero sistema bancario, assieme ad altre istituzioni, ad una riorganizzazione fallimentare, compreso il sistema della Riserva Federale, è la priorità del momento. Se non sarà presa questa misura a breve tempo, assisteremo all'esplosione di una situazione insolubilmente caotica. La questione, quindi,  è se il governo legittimo condurrà la riorganizzazione fallimentare, oppure se un consorzio di persone come Felix Rohatyn e i suoi simili assumeranno un potere imperiale, e - francamente - assassino, superiore allo Stato.

Dallo stesso economista.

Lei probabilmente è al corrente del discorso tenuto da Alan Greenspan, qui a Washington D.C., nello stesso momento del Suo webcast. Sono stato preso da un sussulto, nel leggere il testo di quell'intervento. Praticamente, è strutturato come una refutazione puntuale della Sua visione economica e io non sono l'unico ad averne colto questa caratteristica. Vorrebbe commentare in proposito?

LAROUCHE:

Il poveretto ebbe l'occasione di incontrarmi durante l'ultimo ricevimento annuale del Presidente Bush per la stampa. Mi strinse la mano, poi, come per un riflesso, strinse le spalle e disse: "Ho bisogno di un bicchiere"; lasciando la mia mano; più tardi è stato visto indugiare nei pressi del bancone delle bibite. A giudicare dai punti toccati nel suo discorso, sembra che si sia molto indispettito apprendendo delle mie critiche pubbliche al suo operato fallimentare.
Si dà il caso che io sia disponibile ad incontrare qualunque istituzione o personalità che desideri organizzare un dibattito pubblico con me. Pertanto, se il Sig. Greenspan si sentisse capace di reggere ancora una volta all'esperienza di stringermi la mano, prometto che saprei soddisfare il suo desiderio con compassione.
 


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