Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 Si susseguono ininterrottamente negli Stati Uniti le manifestazioni del movimento giovanile di LaRouche (LYM) per ottenere l’impeachment o le dimissioni di Dick Cheney. Documentazioni diverse sulle malefatte del vice presidente sono state distribuite in milioni di copie, soprattutto nella capitale. Qui sopra, una manifestazione a Washington in vista della trasmissione di LaRouche su internet del 12 ottobre.

Il LYM manifesta davanti agli uffici in cui capogruppo parlamentare repubblicano Tom DeLay (l'uomo forte di Cheney al Congresso) si è dovuto presentare per l’incriminazione.

In riferimento alle famose esternazioni di Bush, riferite da ministri palestinesi, secondo cui Dio gli avrebbe detto di invadere l'Iraq, lo striscione corregge: "Dio ha detto a Bush, vattene senza far chiasso e portati via Satana", Cheney.

Cheney incastrato! Fu il vice presidente a rivelare l’identità della Plame

L’edizione del 25 ottobre 2005 del New York Times, in un articolo intitolato “Aide of CIA Office, Notes Show,'' di David Johnston, Richard Stevenson and Douglas Jehl, riferisce che secondo alcuni legali vicini al procuratore speciale Patrick Fitzgerald, fu il vice presidente Dick Cheney, e non un giornalista, a rivelare a Lewis Libby che Valerie Plame, la moglie dell’ambasciatore Joe Wilson, era un agente segreto della CIA. (Agli antefatti di questa nota vicenda si fa riferimento più avanti nell'articolo e altrove in questo sito).
Il New York Times riferisce che Libby ha consegnato al procuratore i quaderni di appunti, da poco ritrovati, che contengono le minute della conversazione da lui avuta il 12 giugno 2003 con il vice presidente, il quale per la prima volta gli avrebbe parlato della signora Wilson/Plame. Sebbene dagli appunti non risulta che Cheney abbia espressamente fatto il nome di Valerie Plame, risulta però che Cheney abbia detto che la moglie di Wilson lavora con la CIA. Secondo l’articolo, Cheney avrebbe saputo della signora Wilson dal direttore della CIA George Tenet al quale si era rivolto per ottenere informazioni personali sul conto di Joe Wilson.
Occorre qui ricordare che nella recente trasmissione su internet, il 12 ottobre, Lyndon LaRouche è stato molto preciso sull’importanza delle origini del caso Plame affermando:
“Direi che per mettere a fuoco l’aspetto essenziale occorre innanzitutto considerare la vera genesi di questa operazione contro Valerie Plame. Non è antecedente al fatto che Joe Wilson abbia deciso di pubblicare un articolo? Non è dovuto al rapporto da lui consegnato alla comunità d’intelligence? Non è cominciato tutto da lì? Non è che qualcuno si è infuriato, ad esempio Cheney, perché lui, che è l’autore di questa guerra in Iraq — si, l’ha fatta Cheney e non Bush — si è infuriato per il fatto che Joe Wilson, certificando che la storia dello yellowcake era una bufala, faceva correre dei rischi agli affari privati di Cheney? Non fu già allora che Cheney cominciò a mettere in moto l’apparato per farla pagare cara a Joe Wilson e allo stesso tempo tappare la bocca alla CIA?”

È iniziata "l'era del dopo-Cheney"

Il magistrato Patrick Fitzgerald sta ormai per emettere gli avvisi di garanzia in relazione al caso Valerie Plame, l'agente segreto della CIA la cui vera identità finì sui giornali in un atto di rappresaglia contro il rifiuto di suo marito, l'ambasciatore Joe Wilson, di certificare il possesso di armi atomiche dell'Iraq. Adesso, vista la mala parata, i personaggi implicati nella vicenda, prossimi al vice presidente Dick Cheney, si offrono come collaboratori di giustizia, cercando così di limitare i danni personali.
Anche se la loro accusa non è ancora certa, Karl Rove (vice capo dello staff della Casa Bianca) e Lewis Libby (capo dello staff del vice presidente) per il momento sono in cima alla lista di Fitzgerald. Ad offrirsi come collaboratori di giustizia sono stati John Hannah, collaboratore di Cheney per la sicurezza nazionale, e David Wurmser, consigliere di Cheney per il Medio Oriente.
Che le pulizie generali della Casa Bianca siano imminenti lo si può desumere da ciò che il senatore John McCain, repubblicano che potrebbe subentrare a Cheney nella vice presidenza, ha confidato ai sostenitori repubblicani incontrati per raccogliere fondi: la stagione della caccia è aperta su tutta la Casa Bianca, ogni personaggio potrebbe essere sostituito, con l'eccezione di Bush, che comunque finirebbe per ricoprire un ruolo di rappresentanza.
Queste sono alcune indicazioni, apparse tra il 19 e 20 ottobre sulla stampa americana, che anticipano l'era post-Cheney:
* Secondo il sito Bloomberg, "un legale ben addentro al caso ... riferisce che un motivo per cui Fitzgerald decise di mandare in prigione Judith Miller per costringerla a testimoniare, è che voleva andare fino in fondo sugli indizi in suo possesso del fatto che il Vice Presidente era forse al corrente degli aspetti specifici della strategia seguita contro Wilson".
* Il Daily News scriveva che "il nome di Cheney è stato fatto più volte, mentre si parla sempre più insistentemente del fatto che Fitzgerald stia per arrivare ad accuse sensazionali di cospirazione, grazie all'aiuto di un informatore segreto".
* Secondo il New York Times Fitzgerald avrebbe detto ai suoi collaboratori di non aver fretta di consegnare un rapporto conclusivo, lasciando così intendere che vuole emettere degli avvisi di garanzia.
* Secondo il News and World Report ci sarebbero voci secondo cui Cheney finirebbe per dimettersi e Condi Rice sarebbe nominata da Bush al suo posto. Ma anche la Rice appartiene al White House Iraq Group (WHIG), incaricato di preparare pretesti e propaganda per giustificare l'aggressione dell'Iraq.
* Il sito Raw Story riferisce che John Hannah figurava sulla lista dei personaggi da indagare. Secondo fonti vicine all'inchiesta, nel giugno 2003 Hannah ricevette l'ordine dai suoi superiori nell'ufficio di Cheney di fare le rivelazioni sul conto di Valerie Plame. Inoltre le indagini di Fitzgerald si appunterebbero sul WHIG, attivo nell'ufficio del vice presidente, e sull'Office of Net Assessment, organismo sotto l'ufficio politico del Pentagono diretto da Douglas Feith.
* In un secondo articolo Raw Story riferisce che David Wurmser, un altro collaboratore di Cheney, ha deciso di collaborare con Fitzgerald.
* Sempre secondo Raw Story, i parlamentari Conyers e Skelton hanno inviato una lettera a Rumsfeld chiedendo spiegazioni in merito alla facoltà di Judith Miller, che in teoria sarebbe solo "una giornalista", di accedere alle informazioni riservate grazie ad una "top security clearance" accordatale personalmente dallo stesso Rumsfeld. Nell'aprile 2003 Judith Miller avrebbe "preso in custoria" Jamal Sultan Tikriti, il genero di Saddam Hussein, e partecipato ai suoi primi interrogatori. Un ufficiale avrebbe riferito che in alcune occasioni la Miller avrebbe "intimidito" dei militari facendo i nomi di Rumsfeld e Douglas Feith.
* Il National Journal ha riferito voci di ambienti giudiziari secondo cui testimonando al Gran Giurì, Libby avrebbe detto che all'epoca dell'incontro con Judith Miller, l'8 luglio 2003, non sapeva che la moglie di Wilson lavorasse per la CIA. Libby non ha parlato dell'incontro con la Miller avvenuto il 23 giugno né testimoniando al Gran Giurì né in una deposizione per la FBI. L'articolo riferisce diversi tentativi di influenzare la Miller, anche la sera prima della sua deposizione, quando un personaggio vicino a Libby ha riferito ai giornalisti ciò che Libby avrebbe detto al Gran Giurì. La cosa è stata poi prontamente pubblicata dal Washington Post, in un evidente tentativo di influenzare la deposizione della Miller.
* Secondo il Daily News da due anni George W. Bush è al corrente del ruolo ricoperto da Rove nel Plamegate. Il portavoce della Casa Bianca Scott McClellan non ha voluto né confermare né smentire l'informazione.
* Justin Raimondo ha scritto su Antiwar.com che fonti dell'ambasciata italiana confermano che Patrick Fitzgerald ha richiesto una copia del rapporto segreto della Commissione parlamentare di controllo (COPACO) che ha ascoltato i vertici del SISMI sull'affare della falsificazione dei documenti sull'uranio del Niger. Un ex dirigente delle operazioni della CIA avrebbe anche confermato che Fitzgerald "ha finalmente ottenuto una copia completa". Secondo la stessa fonte della CIA, il rapporto riferirebbe che Michael Ledeen funse da tramite dei documenti contraffatti e che a contraffarli furono gli ex funzionari della CIA Duane Clarridge e Alan Wolf (poi deceduto).
* Secondo il Washington Post John Hannah avrebbe confidato già da mesi agli amici di temere di restare implicato nella vicenda. L'articolo del Post pone poi alcuni quesiti: Che ruolo ha svolto Hannah? Che ruolo ha svolto Ari Fleischer? Chi è la seconda fonte del giornalista Robert Novak? Chi è il funzionario della Casa Bianca che ha parlato della Plame con Walter Pincus del Washington Post ? Molti sono convinti che Novak stia cooperando con Fitzgerald.
* Ray McGovern ha scritto su Antiwar.com che si finirà per assistere allo spettacolo dei funzionari della Casa Bianca uscire in fila per essere trasportati al prossimo commissariato, a meno che il presidente stesso non decida di licenziare Fitzgerald su due piedi, cosa decisamente possibile.
* Dopo che il Daily News ha riferito che Bush sapeva, da due anni, che Rove era implicato nel Plamegate, il sen. Schumer ha scritto una lettera al Presidente in cui afferma: "Sembra che Lei si sia arrabbiato perché i funzionari della Casa Bianca sono stati beccati e non perché essi hanno compromesso la sicurezza nazionale". Schumer chiede anche perché Bush non abbia privato Rove del diritto di accedere alle informazioni riservate, la "top-secret security clearance", se era effettivamente al corrente del ruolo che Rove stava ricoprendo. Una fonte del Senato avrebbe spiegato: "Guardiamo ai tempi, nello stesso mese in cui Bush rimprovera Rove lui dice agli americani di non sapere se qualcuno della Casa Bianca fosse implicato nella vicenda, ma adesso veniamo a sapere il contrario". Lo stesso giornale riferisce che Plame e Wilson starebbero considerando di intentare una causa civile che comporterebbe per Bush, Rove e Cheney l'obbligo di testimoniare. Nella sua lettera, il sen. Schumer chiede a Bush: "Quante volte ha parlato con Karl Rove a proposito della fuga di notizie sulla Plame? Quali sono le date? I colloqui sono successivi al momento in cui Lei ha appreso che il dipartimento di Giustizia aveva avviato un'indagine penale sul caso? Quale fu la sostanza di queste conversazioni? Lei ha ordinato a Rove di cooperare completamente con la giustizia?"
* Il Wall Street Journal riferisce, in una scheda su Libby, che "ha fatto arrivare l'inchiesta fin troppo vicino alla porta del vice presidente". A questo si aggiunge il fatto che Libby non solo lavora per Cheney ma è anche ufficialmente un "assistente del presidente".
* Il Los Angeles Times commenta che l'inchiesta si è estesa a questioni di spergiuro, ostruzione della giustizia e forse cospirazione per violare le leggi sulla segretezza delle informazioni riservate. Libby viene bollato come "il Cheney di Cheney".

Le mosse istituzionali contro Cheney

Secondo Lyndon LaRouche la valanga che sta travolgendo Dick Cheney e tutta la sua cordata costituisce un'iniziativa istituzionale a cui prendono parte anche vertici dei militari, dei servizi e della diplomazia. Alle aperte denunce di personaggi come il gen. William Odom, già riferite da questa newsletter, si aggiungono ora quelle del colonnello Lawrence Wilkerson, rivolte a Cheney e a Rumsfeld in un discorso pubblico a Washington. Wilkerson, che ha lavorato con Colin Powell per 16 anni, nell'Esercito e al Dipartimento di Stato, ha sostenuto che l'amministrazione Bush "è una cabala" di Cheney e Rumsfeld e che "su questioni fondamentali sono state prese decisioni che nell'apparato nessuno sapeva dov'erano state prese". Wilkerson ha tenuto lezioni in diverse scuole di guerra sul National Security Act del 1947 e sul processo decisionale. Di seguito alcuni stralci del discorso da lui tenuto il 19 ottobre alla New American Foundation: "Le decisioni di mandare uomini e donne a morire, o a rischiare di morire, decisioni di fronte a situazioni come i disastri naturali, decisioni che provocano morti o sofferenze che si potrebbero risparmiare, in politica interna o internazionale, sono decisioni che non si possono prendere in segreto. Credo che si tratti di una presa di posizione provocatoria. Per tutta la vita ho appreso come proteggere i segreti della nazione, e mi sono sempre attenuto alle regole. Ho appreso come svolgere indagini e tutto ciò che questo implica, ed ho capito che i segreti della nazione debbono essere salvaguardati, ma che le decisioni fondamentali di politica estera non debbono essere prese in segreto. C'è una ragione pratica che è bene che si conosca ... Se un esponente di un apparato non partecipa alla decisione poi non riuscirà a metterla in esecuzione con l'impegno e l'efficienza che sono proprie di ha partecipato. Quando l'apparato viene escluso da decisioni che vengono imposte, come se piovessero dal cielo, su quell'apparato, non si può pretendere che quell'apparato poi le esegua davvero come si conviene. Ed inoltre se non si è pronti ad ostacolare scontri interni in tale apparato, mentre vengono prese le decisioni, si sollecita il disastro. E sostengo che in Iraq, nella Corea del Nord e in Iran abbiamo sollecitato il disastro. Anche a proposito di crisi interne come Katrina, Rita, e si potrebbero trovare anche esempi precedenti, non abbiamo brillato davvero, da tanto tempo, in situazioni del genere. E se accadesse qualcosa di estremamente grave, come una bomba atomica che esplode in una città americana, oppure una vera e propria pandemia, si assisterebbe ad un'inettitudine tale, da parte di quest'amministrazione, da dover ricominciare tutto daccapo, dalla dichiarazione d'indipendenza". Dopo aver spiegato come, con la sola eccezione di Eisenhower, tutte le amministrazioni hanno combinato qualche pasticcio, o sono state confuse nell'applicare la legge sulla sicurezza nazaionale del 1947, il colonnello ha spiegato: "Ma il caso che ho davanti da oltre quattro anni non ha precedenti in tutti gli esami che ho condotto delle aberrazioni, distorsioni, imbastardimenti e cambiamenti del processo decisionale pertinente alla sicurezza nazionale. Quello che ho visto è una cabala tra il vice presidente degli Stati Uniti, Richard Cheney, e il segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld sulle questioni fondamentali che l'apparato non sapeva che venivano decise. E poi quando l'apparato veniva posto di fronte alle decisioni da mettere in pratica, questo veniva presentato in maniera tanto sconessa e incredibile che l'apparato non sapeva che cosa stesse combinando mentre si era messo in moto ... Quello che vedevo era un Consigliere di sicurezza nazionale molto debole, un vice presidente potentissimo e un potentissimo segretario alla Difesa, per le questioni che lo concernevano - e ricordiamo che il vice presidente è stato a sua volta segretario alla Difesa, ed ha le sue inclinazioni al proposito, ed è da tempo molto addentro al ministero della Difesa, ed inoltre è membro di ciò che nel 1961, nel discorso di commiato dalla presidenza, Dwight Eisenhower - che Dio lo benedica - denunciò come il Complesso Militare Industriale. E non crediate che oggi essi non siano tra noi e che non godano di poteri senza precedenti. Tutto è accaduto quando è finita la guerra fredda. Vi ha mai detto Harlan Ullman quanti sono gli appaltatori che hanno intascato miliardi di dollari con le commesse per il Dipartimento della Difesa nel 1988 e quanti sono adesso? E fanno sempre affari insieme. ... Se uno piazza meglio i satelliti l'altro i sottomarini. E hanno imparato l'arte: sono in ogni stato. Marcano ogni Congressista e ogni senatore, hanno tutte le zone del campo coperte. Non è che non siano bravi negli affari, anzi, ma si tratta di qualcosa su cui occorre essere critici. C'è dunque questa collegialità tra il segretario alla Difesa e il vice presidente, e c'è il presidente che non è versato nei rapporti internazionali, né se ne interessa davvero. E così è difficile prendere delle decisioni, in questa che io chiamo la cabala dell'Ufficio Ovale, e le decisioni spesso sono il contrario di quello che si potrebbe attendere da un processo formale ... Come quando siamo andati in Iraq ... E le decisioni sono molte. Come mai abbiamo atteso tre anni prima di parlare con i nordcoreani? Perché abbiamo atteso più di quattro anni prima di dire che almeno sosteniamo l'approccio dell'UE-3 nella questione iraniana?"


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