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Prime conseguenze della svolta contro Cheney negli USA:

1) Terremoto politico in Israele

Le elezioni del 9 novembre per la presidenza del partito laburista israeliano sono state vinte da Amir Peretz, presidente del sindacato Histadrut. La sconfitta di Shimon Peres e della vecchia guardia ai vertici del partito rappresenta un terremoto politico non solo per il partito ma per tutto il paese, e va compreso come uno dei tanti effetti collaterali del terremoto in corso a Washington.
Dopo la vittoria Peretz ha annunciato che i laburisti abbandoneranno la coalizione di governo del Primo ministro Ariel Sharon e si è impegnato a "trasformare il Partito Laburista in una alternativa capace di conquistare le prossime elezioni politiche". Di conseguenza tali elezioni potrebbero tenersi il prossimo aprile e fors'anche prima.
Peretz è il principale organizzatore degli scioperi generali contro la politica di austerità del governo di Sharon ed è anche tra i fondatori di "Peace Now", la principale organizzazione israeliana che promuove la pace con i palestinesi. Con Peretz i laburisti dovrebbero rinunciare alla ricerca di consensi tra i liberal dei ceti medi, una politica seguita da quando fu assassinato Yitzhak Rabin che ha prodotto solo perdita di consensi. A poche ore dal risultato elettorale, rompendo le "etichette della politica", Peretz ha visitato la tomba di Rabin, assassinato proprio dieci anni fa, ed in tale occasione ha dichiarato: "Sono qui per rinnovare a Rabin la promessa di fare tutto ciò che mi è possibile per continuare la sua opera, intendo fare tutto il possibile affinché il suo assassino sappia che non è riuscito ad assassinare la pace".
Ducentomila persone hanno partecipato il 12 novembre alla manifestazione in Piazza Rabin, a Tel Aviv, per commemorare lo statista scomparso. Oltre a Clinton, anche Peretz ha preso la parola rievocando un famosissimo discorso di Martin Luther King: "Ho un sogno, che un giorno i bambini israeliani e palestinesi giocheranno insieme ... La violenza sta sbranando l'essenza della democrazia israeliana. La violenza non è solo nel conflitto israeliano-palestinese, ma è tra noi. Se avessimo fermato la violenza nei territori saremmo riusciti a fermarla anche tra noi. L'occupazione dei territori è la ricetta per la perdita dei valori in Israele ... Porre fine all'occupazione e siglare un accordo definitivo sono sinonimi dell'impegno a proteggere i valori umani".
In un precedente discorso Peretz aveva criticato le politiche neo-liberiste del governo di Sharon, in particolare quelle volute da "Bibi" Nethaniahu. Facendo appello ad una nuova intesa tra israeliani di origine sefardica e ashkenazi, Peretz ha detto: "In questo momento viene seppellito il demone etnico in Israele. Questa sera le nostre speranze si avverano ... Quasi un milione e mezzo di cittadini vivono al di sotto della soglia di povertà. Centinaia di migliaia di bambini hanno perso il senso di appartenere al paese. Noi abbracciamo i nostri fratelli, i nuovi immigrati, i nostri fratelli arabi e i nostri fratelli Drusi".
Un consigliere economico di Peretz ha spiegato all'EIR che il neo-eletto presidente gode del sostegno di tutte le correnti del partito. Tra i suoi consiglieri c'è David Kimche, membro fondatore del partito, ex direttore del Mossad ed ex direttore del Ministero degli Esteri. Nonostante la netta posizione anti-liberista, Peretz riscuote anche dei sostegni della comunità d'affari.

2) Sconfitta storica per Tony Blair

Il 9 novembre il primo ministro britannico Tony Blair ha perso il sostegno di 49 deputati del suo partito nel voto sulla legge "anti-terrorismo". Questa infatti prevedeva un fermo di polizia di ben 90 giorni. Tra i laburisti che hanno votato contro o si sono astenuti figurano 11 ex ministri.
Nel tentativo di garantirsi il voto Blair è riuscito a convincere persino il ministro degli Esteri Jack Straw a rientrare dai viaggi in Russia e in Israele in cui era impegnato, e a far votare anche il presidente del partito Ian McCarney, in convalescenza dopo un serio intervento chirurgico. Si è trattato di un voto a cui era stata attribuita la massima importanza, tanto che in teoria i membri di partito sono obbligati a votare a favore e i ribelli sono passibili di espulsione, ma ovviamente adesso Blair tutta questa autorità non ce l'ha.
Gli ammutinati fanno sapere inoltre che per Blair si metterà ancora peggio se cerca di far approvare la privatizzazione nei settori dell'istruzione e della sanità. Il ministro degli Interni Clarke, che adesso cerca di assumersi le responsabilità del disastro per salvare Blair, è addirittura colui che ha cercato di ridurre il fermo di polizia, ma Blair è rimasto inflessibile sui 90 giorni. Alla fine è stato votato un fermo di 28 giorni, pur sempre eccessivo, ma di gran lunga più ragionevole.
Il Glasgow Herald del 13 novembre ha scritto che ci sono 200 parlamentari di partiti diversi che potrebbero dare il loro appoggio ad una richiesta di aprire un'inchiesta della Camera dei Comuni sull'operato di Blair nel periodo precedente alla guerra in Iraq. Si tratta di accertare le "prove" sulle presunte "armi di distruzione di massa" e altri aspetti del "Memorandum di Downing Street". "Sarebbe un'opportunità unica. E' proprio ora di ricompensare Blair per come ha manipolato il parlamento prima della guerra in Iraq nel 2003. La sconfitta della scorsa settimana ha cambiato l'atmosfera alla Camera dei Comuni. La caccia è aperta, come si suol dire" avrebbe detto un parlamentare al giornale.


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